Prima che Erik potesse elaborare il pensiero di ritornare a Numendor, la dimensione parallela fatta di cristalli gli era già crollata attorno.
Era di nuovo lì, in piedi sulla lingua dell'Oracolo, con i palmi sul sigillo. Si separò da esso, calibrando i movimenti, piegando gli avambracci sulle braccia. Guardò di nuovo le mani, come aveva fatto prima di essere proiettato all'interno del diamante: non c'era più traccia di sangue.
«È finita...» Non riusciva a staccare lo sguardo dai suoi palmi puliti: ancora non ci poteva credere. «È finita per davvero...» Ci volle qualche secondo perché il suo smarrimento si tramutasse in consapevolezza, e quest'ultima in allegria.
Quando ciò accadde, il suo volto si trasfigurò per la felicità. «È finita! Niente più maledizioni, fughe, morti! È finita!» Voleva correre, saltare, tuffarsi nel vento e riatterrare, mostrare all'universo la sua gioia sfolgorante, la grandezza della sua vittoria. Avrebbe voluto consegnare al cielo il suo messaggio, annunciare che il male era stato sconfitto, che il passato non esisteva più.
L'Oracolo lo adagiò a terra senza farlo sobbalzare e ritirò la lingua. Erik scese, venendo investito dalla massa informe ed esultante di tutte le anime. Ora i loro sussurri non erano più contriti e affranti, ma radiosi, festosi. I loro contorni si delinearono, i loro corpi fumosi si riempirono di particolari, fino a quando non furono distinguibili nelle loro differenze: bambini e ragazzi di ogni età e sesso, variabili nell'altezza e nel carattere, nei capelli e nell'abbigliamento, tutti accomunati dal solo colore delle iridi. Erano epoche a confronto, storie a contatto, passati intrecciati.
Tra di loro riconobbe una lince bianca, anzi, una bambina dai capelli argentei: Kala Nakyen. La sua antenata gli rivolgeva uno sguardo grato: le catene che la legavano al Kalusor si erano spezzate e, finalmente libera, si era potuta riunire alla sua stirpe.
Vide che tutti gli spettri si dirigevano verso una destinazione alle sue spalle. Si voltò e scorse, laddove prima c'era la bocca dell'Oracolo, una porta, senza stipiti né cerniere: era un cerchio di sole, la soglia dell'Aldilà che li aveva attesi così a lungo. Raggiungendolo, vi si annullavano, divenendo così puri e luminosi da risultare invisibili.
Attraverso i loro corpi trasparenti, che si ammassavano gli uni sugli altri nella fretta di intraprendere il loro ultimo viaggio, scorse ciò che completò la sua felicità: Vjana e Joyra. Sua madre aveva ragione: il richiamo della salvezza era troppo dolce perché potessero sottrarglisi.
La prima stava parlando con il fantasma di una bambina di pochi anni, dai lunghi e sottili capelli neri. Dalla commozione che da lei trapelava, Erik dedusse che si trattasse di Aluni, la sorellina perduta. Dopo un ultimo movimento di labbra, la piccola anima volò via, passando accanto al principe e sparendo nella luce. Vjana, che aveva seguito il tragitto della bimba salutandola con la mano e con le iridi lucide, non appena lo vide gli corse subito incontro, buttandogli le braccia al collo, ridendo e piangendo all'unisono. «Erik, Aluni è libera! Noi siamo liberi! Tu ci hai liberati!» strillò, euforica, incapace di lasciarlo. Egli ricambiò il gesto d'affetto e, quando le loro labbra furono vicine, la baciò, pieno di fervore e passione, ma anche con delicatezza e rispetto. Attorno a loro splendeva il fulgore di mille soli, incendiando i loro tratti e nascondendoli in una foschia di fuoco.
Quando il bacio si concluse, si rivolsero all'amica alle loro spalle. Si scambiarono un'occhiata e decisero di lasciarla sola, limitandosi ad assistere da lontano. Joyra setacciava le anime festanti, analizzandole in cerca di una famigliare criniera bionda. Non fu necessario osservare a lungo. Fu lui a trovarla.
«Ehi, Joy!» trillò Hector, fluttuando verso di lei e investendole le guance con una piacevole brezza. «Non puoi neanche immaginare quanto sia divertente essere un fantasma! Posso volare, passare attraverso le cose, cambiare forma! È fantastico!»
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L'erede di Frost Soul
Fantasy"La tua discendenza sarà condannata. I tuoi occhi saranno la tua rovina, e con essi collasserai. Coloro che hanno il ghiaccio nell'anima saranno odiati, temuti, sterminati. Non uno sarà accolto, non uno incontrerà la pace, non uno si salverà dalla n...