«M-madre?»
Quella rivelazione l'aveva annientato.
Come poteva quella vecchia consumata e zoppicante essere la bellissima e giovane donna che ricordava?
Come poteva la sua voce musicale essersi storpiata a tal punto?
Come potevano i suoi occhi di menta essersi schiariti fino a diventare lattei?
«Oh, figlio mio!» Lo abbracciò, premendogli il viso contro il petto odoroso. «Se solo potessi capire quanto mi sei mancato, quanto mi siete mancati tutti quanti!»
Lui la respinse, sdegnato. «Perché te ne sei andata? Perché ci hai abbandonati? Ti rendi conto che Clio aveva solo quattro anni?» le urlò in faccia, liberandosi di quel rancore che per lungo tempo era rimasto represso, un sedimento accumulatosi sul fondo del suo cuore.
La donna chinò la fronte, mortificata: «È difficile da spiegare, Erik, ma ci proverò, per quanto non mi aspetti che tu capisca. La mia non vuole essere una scusa: so che il mio comportamento è stato imperdonabile, ma non ho avuto scelta. Il senso di colpa mi opprimeva: non dormivo più la notte, ero sempre più nervosa e non sopportavo la vista di nessuno. Neppure della famiglia che tanto avevo amato».
«Non sopportavi la nostra vista?» uggiolò il giovane, ferito.
«Ti racconterò tutto dal principio. Devi sapere che le mie origini non sono nobili come le tue: mio padre era il più abile e sfrontato mercante di Rocca di Ghiaccio. Fu lui a insegnarmi a essere inarrestabile e volenterosa, a puntare sempre in alto: adorava il rischio, per cui imboccava con i suoi carri sentieri perigliosi e strade malfamate, pur di raggiungere le città più ricche e sfarzose dei Colli Rocciosi e dei territori circostanti. Così facendo, però, non era mai a casa: era sempre impegnato in viaggi che talvolta duravano mesi.
«Non accontentandosi più dei commerci via terra, venutigli a noia, decise di trasferirsi con noi in una regione lontanissima, conosciuta come "Mare Buio", dove acquistò le migliori navi mercantili. Aiutato da rinomati commercianti del luogo, organizzava le rotte, indirizzando le sue imbarcazioni verso scali prestigiosi e colonie lontane. Tornavano sempre traboccanti d'oro, di gioielli e di altre meraviglie provenienti da tutto il mondo. Per farti un esempio, i bottoni d'avorio sul cappotto di Clio, le tue lenzuola di raso e il mio diadema tempestato di diamanti e zaffiri provengono dalla cosiddetta "Terra delle Sabbie": mio padre me l'ha descritta come un deserto caratterizzato da finissima sabbia ambrata e da un calore opprimente. Si dice sia popolata da uomini dalla pelle scura».
«Pelle scura? Esistono uomini dalla pelle scura?» intervenne il principe. Nei Colli Rocciosi erano tutti pallidi, a causa del sole troppo debole per farli abbronzare.
«Oh, sì, e la loro cultura è davvero affascinante. Mio padre li frequentava volentieri e mi portava sculture in legno e giocattoli che non mi insegnò mai a usare. Un giorno, quando ero ancora troppo piccola per accettarlo, partì per un viaggio da cui non fece ritorno. Io e mia madre cademmo in miseria. A causa degli alti costi dovuti al nostro elevato tenore di vita, in breve arrivammo a esaurire i nostri risparmi. Non potendo più goderci il lusso di una vita mondana, vendemmo la nostra sfarzosa villa e ci trasferimmo in una casupola, dove rimanemmo per qualche mese. Avevamo un orticello dove coltivavamo piantine aromatiche: da esse si ricavavano profumi sublimi, che mettevamo poi in vendita. Potemmo così mettere da parte una discreta quantità di denaro come dote per me: ciò mi avrebbe garantito, in futuro, un buon matrimonio.
«Un giorno ci arrivò una lettera da alcuni benestanti parenti di mio padre, che ci invitavano presso la loro dimora a Rocca di Ghiaccio. Noi accogliemmo entusiaste la proposta: dopo tanto avremmo potuto rivedere la terra che ci aveva viste nascere. Il viaggio fu lungo, estenuante e dispendioso, ma lo affrontammo con grinta e voglia di ricominciare. Lì ritrovai il lusso e la mondanità che tanto adoravo e a cui avevo dovuto dire addio: dopo il mio debutto in società, iniziai a partecipare a feste e banchetti; indossavo abiti in seta e pizzo, danzavo con giovani altolocati, volteggiavo tra lampadari di cristallo traboccanti di luci. Ogni dettaglio di quella vita alimentò la mia sfrontata ambizione. Fu a uno di quei festini che conobbi tuo padre, Erik.
STAI LEGGENDO
L'erede di Frost Soul
Fantasía"La tua discendenza sarà condannata. I tuoi occhi saranno la tua rovina, e con essi collasserai. Coloro che hanno il ghiaccio nell'anima saranno odiati, temuti, sterminati. Non uno sarà accolto, non uno incontrerà la pace, non uno si salverà dalla n...