Relazione

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Daemon

Un sapore strano di alcol in bocca.

Scattai, mi sedetti e strofinai gli occhi.

Avevo troppo sonno.

Il sole stava ormai alto nel cielo, chissà che ore erano.

Mi guardai intorno, bottiglia di vodka sulle gambe, lenzuola stropicciate, letto caldo come in un camino e qualcuno sotto le coperte.

'Chi sarà, stavolta?' Mi chiesi.

Mi chiusi nel bagno, mi sciacquai la bocca, il viso e mi spogliai.

Metà dei bottoni della camicia color latte erano già sbottonati, continuai fino a toglierla del tutto.

Sfilai i pantaloni, sbottonati anche loro, e poi l'intimo.

Mi assicurai che la persona sul letto stesse ancora al suo posto e solo dopo mi gettai nella vasca di porcellana... l'acqua era fredda, ma era già lì, non avevo bisogno di riempirla.

'Almeno questo'.

Sbadigliai e mi lasciai cadere nel liquido gelido, sentii i muscoli irrigidirsi per il freddo, ma almeno avevo dato una tregua al caldo, il ché era strano: non eravamo certo in estate, ma ero più sudato che mai.

Andai sott'acqua un paio di volte, mi spostai i capelli, bagnandoli e solo dopo un po' mi ricordai di togliere la collana di mamma e gli orecchini che mi aveva regalato Dove.

Ricordai l'avvenimento del giorno prima, lei che mi baciava. Assurdo... Stranamente non ricordavo nulla di tutto quello successo dopo quel momento.

Quando bevevo non ricordavo mai niente, però.

Mi lasciai di nuovo cadere sott'acqua, mi grattai la cute e levai le goccioline dalle palpebre, nonostante ne cadessero ancora dal ciuffo biondo che mi bloccava la visuale dall'occhio destro.

Cercai di ricordare con chi avrei potuto fare baldoria il giorno prima, chi avrebbe potuto essere l'ennesimo ignoto sul letto.

Anche se non ero un Munetico, ero molto quotato nella torre per chi voleva godersi una serata senza regole, Dove diceva che era a causa del mio aspetto, Nalor invece era sicuro che piacessi tanto alla gente perché ero sciolto, tranquillo e non mi davo tanti problemi a farlo a destra e a manca.

'Un tipo così non piacerebbe a Caligo'. Mi dissi.

Poi passai una mano fra i capelli e chiusi gli occhi.

'Non mi interessa un cazzo di quello che pensa Caligo'.

Forse non era così... Comunque, non mi importava.

L'acqua cominciava a riscaldarsi ed io ormai ero troppo sveglio.

Mi alzai, feci pipì ed infilai le mutande.

Uscendo dal bagno vidi l'incognita che si versava un bicchiere di Whiskey.

Era una ragazza.

«Giorno». Mi disse, e si girò.

Era Dove.

Era nuda.

Mi sorrideva.

Mi fissava.

«Se mi avessi svegliata avremmo fatto il bagno insieme!» Rise, e si sedette sul letto, sorseggiando la sua bevanda.

Deglutii.

«Noi... non abbiamo... fatto. Giusto?»

«Scherzi?» Chiese. Io forzai un mezzo sorriso e scossi il capo.

«Se abbiamo fatto? È ovvio che abbiamo fatto. È stato magico». Rise di nuovo.

Io sentii un brivido lungo la schiena.

«Non ricordo nulla».

«Ma certo, eri ubriaco fradicio... ma ti sei gettato su di me subito dopo il bacio». Lo diceva con un'aria così fiera che era inquietante, come se fossi un trofeo d'oro da aggiungere ad uno scaffale zeppo di metalli.

Corsi in bagno a vestirmi, non mi sentivo a mio agio, in mutande, davanti a lei.

«Sai, non c'è bisogno di coprirti con me... Ho già visto molto». Chiusi gli occhi, imbarazzato.

«Senti, Dove. Che dici se ora te ne vai in camera tua e ci vediamo a pranzo?» Chiesi, sperando in una risposta affermativa.

Lei sorrise quasi maliziosamente, si infilò un vestito viola senza neanche pensare ad intimo o sottoveste ed uscì.

«Ci vediamo dopo, amore».

Sbatté la porta ed io mi lanciai sul letto

«È pazza... pensa che siamo fidanzati. È pazza». Dissi, strinsi il mio viso fra le mani e chiusi gli occhi.

«Io non voglio stare con lei. Non ci voglio stare con lei... forse».

Io non volevo stare con Dove: tutte le persone con cui ero stato non sapevano nulla di me. Nulla del mio segreto.

Volevano solo conoscere il mio corpo per, massimo, tre notti.

Con Dove era diverso.

Lei conosceva il mio segreto.

Mi conosceva meglio di qualsiasi altra persona.

Era strano.

Era inquietante.

Forse era eccitante.

Scendevo velocemente, ero imbarazzato dalla presenza di Dove, ma avevo troppa fame per non pranzare.

Pregavo dentro di me di non incontrare Dove sulle scale, mi sarebbe bastato non mangiare accanto a lei e non sarebbe successo nulla.

O, almeno, lo speravo.

«Hey».

'Merda'.

Per l'ennesima volta, avevo capito che pregare non mi aiutava mai.

'Magari se la ignori non continua a parlarti'.

«Meglio sbrigarci, o non troveremo due posti vicini».

'Cazzo'.

«Daem, non ignorarmi. Ora che stiamo insieme dobbiamo parlare e passare del tempo di qualità insieme tutti i giorni!»

'Insieme?'

«Dove, non stiamo insieme». Risi, prendendomi gioco di lei.

«Stiamo insieme, mi hai chiesto tu di essere la tua ragazza...»

«Non è vero». Mi convinsi.

«Invece sì! Proprio prima di fiondarti su di me. Hai detto: "Ho cambiato idea. Dove... mi piaci. Vuoi essere la mia ragazza?". Certo, eri brillo, ma l'hai detto!»

Mi sforzai... e ricordai.

Ricordai tutto quello successo la sera prima, dopo il bacio.

«Ah».

Tutum: a kingdom in riskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora