Solitudine

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Ciditia

Tum. Tum. Tum.

«Signora Ciditia, la colazione è pronta, gliel'ho portata qui». Urlò una voce stridula.

Io alzai di poco la testa.

«Jinan, non ho fame. Vattene». Sbraitai.

Sospirai e gettai di nuovo la testa sul cuscino.

Non avevo nulla da fare.

Non avevo mai nulla da fare da quando avevano preso Cumeret, e da quando i ragazzi erano spariti chissà dove.

Era un incubo.

Ripresi a dormire, in quei giorni dormivo e basta.

Ripensavo agli anni passati.

A quando vivevamo nei giardini.

A quando non c'erano ancora i bambini.

A quando c'erano ancora mamma e papà...

Chiusi gli occhi e mi abbandonai nelle braccia di Morfeo.

Tutum: a kingdom in riskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora