Uno sguardo inconfondibile

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Ignis

Aprii gli occhi.

La testa mi pulsava, avevo passato tutta la notte su una sedia di legno scomoda.

Tossii.

Le esalazioni di alcol mi pizzicavano il naso e la gola secca.

Daemon stava ancora parlando con la strana ragazza dei giorni prima, feci finta di star dormendo.

«Penso che Ignis si sia svegliata». Bisbigliò.

Che rottura.

Sfregai i pugni sulle palpebre e mi girai, accanto a me c'era Cal che russava.

Daemon gli aveva appena cambiato la medicazione.

Erano passati alcuni giorni, ma stava già meglio.

«Dove, perché non te ne vai? Ti vengo a cercare io dopo». Disse il ragazzo, spezzando il silenzio, oltre alcune frasi avevano passato tutta la conversazione a bisbigliare.

Quando Dove uscì mi alzai di scatto.

Mi avvicinai alla zona bar e mi servii del succo alla pesca.

Raccolsi la bottiglia di vetro dal secchio pieno di ghiaccio e feci cadere un po' del liquido nel bicchiere.

Daemon, nel frattempo, sorseggiava del whiskey direttamente dalla bottiglia.

«Sta meglio, si vede. La ferita di rimarginerà del tutto tra un paio di settimane, anche meno». Affermò, sedendosi sulla sedia dove avevo dormito.

La testa cominciò a girarmi.

Ero confusa.

Ero arrabbiata.

Non eravamo riusciti nella missione, non ancora almeno, e visto che Cal andava alla rilenta, ci sarei dovuta andare da sola.

Mamma e papà me lo avrebbero impedito, ma non potevo non farlo.

Avevamo avuto un ordine.

Avevo sopportato un avvelenamento, migliaia di temporali, i centauri.

Era un incubo, avevo sopportato di tutto ma non ci ero comunque riuscita, ed era colpa mia.

«Ignis, tutto bene?» Mi chiese.

Scrollai i pensieri dalla mente e sorseggiai le ultime gocce nel bicchiere, poi rimasi a fissare il fondale di vetro, ormai vuoto.

«Sì, sono solo scossa. Per tutto quello che è successo, sai...» Risposi, non sapevo se fosse solo quella la ragione...

Vedere come Daemon teneva a Caligo mi aveva dato degli indizi.

Era strano, un ragazzo con un altro ragazzo... ma il suo sguardo era inconfondibile, ma forse mi sbagliavo, non sapevo cosa fosse giusto e cosa non lo era, non sapevo cosa fosse vero e cosa no.

Mi sentivo un po' esclusa.

Mi faceva star male sapere che Caligo aveva una persona che teneva così tanto a lui da denudarsi sotto la pioggia per salvarlo.

Una persona che allontanava la sua ragazza per non dargli fastidio e che dormiva su uno sgabello accanto ad un tavolo pur di farlo riposare tranquillo.

Io non avevo niente di tutto quello. Anzi...

Io non avevo niente.

Non avevo nessuno che mi amasse, nessuno che mi volesse bene.

Non avevo appartenenze e persone a cui tenere.

Avevo le mie rose dai petali verdi, però...

«Sei sicuro che stia bene?» Chiesi, fissando l'ago d'acciaio che fuoriusciva di poco dal braccio di Cal e che gli iniettava un liquido che lo manteneva idratato.

«Sì, sono sicurissimo. La ferita si sta rimarginando, è idratato, ha le guance rosse e tra un po' riuscirà anche a mangiare ed a muoversi da solo. Basta qualche giorno». Mi rassicurò, poi si avvicinò a mio fratello, controllò l'angolazione dell'ago come un vero professionista.

Poi si assicurò che il liquido arrivasse perfettamente a Cal tramite il tubicino della flebo, controllò la ferita e si sedette accanto a mio fratello.

Gli sorrise, sfregando la mano sulla sua coscia.

«Sta molto bene». Affermò di nuovo, io forzai un sorriso.

«Dopo gli faccio di nuovo il bagno, prima esco». Dissi, alzandomi.

Volevo tornare nel campo delle mie bellissime rose dai petali verdi.

Lui tossì, si guardò intorno e sospirò.

«Posso anche farglielo io, non c'è problema». Disse, come se stesse insistendo.

Io annuii confusa ed uscii.

Cominciai a correre, non vedevo l'ora di vederle.

Mi mancavano.

Mi mancava papà.

Ricordai le sue parole:

"...Ogni volta che non vi sentite abbastanza, ogni volta che state male, ogni volta che vi manca qualcosa e vi sentite incompleti, venite qui. Ed anche se non sarò con voi, se sarò sul trono, in camera mia, o fra le stelle, io vi consolerò, perché in ognuno di questi fiori ci sono io. C'è una piccola parte di me, che li ha piantati per voi. Me lo promettete?"

'Te lo prometto, papà'. Pensai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03 ⏰

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