Un indizio in più

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Caligo

Deglutii.

Era un giorno ch'eravamo riusciti a scappare dai centauri, la mente era ritornata lucida, anche la vista.

Però, era ancora troppo difficile camminare.

Era ancora troppo difficile pensare positivo, stare bene.

Camminavamo intorno, esaminavamo gli alberi, facevamo giri.

Pensavamo a cosa avremmo potuto trovare.

Non trovavamo niente, però.

«Sto morendo di sonno». Biascicò Ig.

Anche io, anche io non riuscivo a tenermi in piedi, a pensare, a credere che fosse stata una buona idea.

Perché non lo era stata.

«Non possiamo fermarci. Lo sai cos'è successo l'ultima volta».

«Sì, lo so. Era giusto per dire...»

Mi sfregai gli occhi.

Ad ogni passo che facevo, andavo più lontano e mi sentivo più lontano.

Più lontano dal Tutum, da mamma e papà, da Nalor.

Da Daemon.

Perché non potevo prendere nessuno in giro, io volevo stare con Daemon.

Non avevo mai provato una cosa simile, per nessuno, ma sapevo che era strano.

Era strano che un ragazzo volesse stare con un ragazzo, ma non mi importava.

Era un sogno, una cosa che avrei tenuto per me.

Daemon era fidanzato, probabilmente non s'era neanche reso conto della mia assenza, della mia reazione.

Probabilmente non gliene importava niente di me, e, in un certo senso, era meglio così. Perché, semplicemente, sarei tornato alla torre e non l'avrei mai più visto.

Non mi importava niente di lui.

Anzi, lo avevo già superato.

Mi piaceva un po', ma con il tempo sarebbe passata di sicuro, perché a lui non piacevano i ragazzi.

'Com'è giusto che sia'. Pensai.

E lui è fidanzato con una ragazza, Dove.

Una Munetica sicuramente migliore di me.

Daemon sicuramente si meritava qualcuno migliore di me.

All'improvviso, una voce.

Non la voce dei centauri.

Era troppo pura.

Di una ragazza.

Una ragazza che cantava.

Diceva parole incomprensibili, ma era bravissima.

«Ma sei tu?»

«No. Non riconosci la mia voce?» Rispose con una domanda.

Avevo scatenato un putiferio.

«Parliamone dopo. E chi è?»

«Sicuramente non potrebbe ucciderci, quindi io starei tranquilla».

Alzai lo sguardo.

'Un po' troppo calma, per essere Ig'.

Cominciò a piovere, e quella volta ne ero sicuro.

Era pioggia, salata e fresca.

'Ci mancava solo questa'.

Continuammo a camminare, fermandoci sotto alcuni alberi per non bagnarci troppo.

Tutum: a kingdom in riskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora