Ricerche

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Le giornate successive all'incidente nel parcheggio furono un miscuglio di confusione e agitazione. Non riuscivo a concentrarmi su nulla. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era Angela e ciò che avevo visto. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo quel momento: la macchina che veniva verso di me, il mondo che sembrava rallentare, e poi Angela che mi salvava in una frazione di secondo. Nessun essere umano poteva fare una cosa del genere. Nessuno.

Avevo paura, sì, ma c'era qualcos'altro che mi spingeva avanti, una sensazione che non riuscivo a scrollarmi di dosso: l'attrazione che provavo per lei. Era come se la sua presenza avesse un magnetismo impossibile da ignorare. Nonostante il mistero, nonostante il rischio, c'era una parte di me che voleva disperatamente conoscerla di più. E allo stesso tempo, non potevo fare a meno di pensare a quella leggenda che Holy mi aveva raccontato sulla spiaggia. Vampiri.

Il pensiero mi colpiva come una corrente elettrica ogni volta che ci riflettevo. Era un'idea così assurda, eppure così reale ora che avevo visto con i miei occhi ciò di cui Angela era capace. Dovevo sapere la verità. Non potevo continuare a vivere con quella domanda bruciante senza cercare delle risposte. Così, decisi di fare quello che sapevo essere l'unica cosa che mi avrebbe calmata: dovevo fare delle ricerche.

Il giorno seguente, la scuola sembrava muoversi a una velocità diversa dalla mia mente. Tutto intorno a me era ovattato, come se il mondo avesse perso colore e significato. Non avevo visto Angela da quando era scomparsa nel parcheggio, e quel vuoto stava iniziando a pesare su di me più di quanto volessi ammettere. Ma c'era una determinazione nuova dentro di me, un desiderio di sapere che mi spingeva avanti. Così, approfittai della pausa pranzo per rifugiarmi nella biblioteca della scuola.

Era un luogo tranquillo, con l'odore di libri vecchi che mi dava un senso di sicurezza. La mia insegnante di inglese mi aveva detto che potevo accedere ai computer scolastici per fare delle ricerche. Non ero sicura di cosa stessi cercando esattamente, ma sapevo che volevo saperne di più sui vampiri. Avevo bisogno di capire se le leggende potevano avere qualche fondamento di verità.

Mi sedetti davanti a uno dei computer e iniziai a digitare. Il motore di ricerca restituì centinaia di risultati. La maggior parte erano storie popolari, romanzi o film. Cose che non mi interessavano. Continuai a scorrere fino a quando non trovai alcuni articoli che sembravano più seri, più storici. Iniziai a leggere, con la mente che si perdeva tra racconti di creature notturne, leggende antiche e superstizioni.

"I vampiri, secondo alcune leggende, sono creature che si nutrono di sangue per sopravvivere. Sono noti per la loro forza sovrumana, velocità e capacità di guarigione. La loro pelle è descritta come fredda al tatto, simile a marmo, e i loro occhi possono cambiare colore in base alla sete."

Mi fermai. La descrizione era spaventosamente simile a quello che avevo notato in Angela. La sua pelle, la sua forza, la sua velocità... ma soprattutto i suoi occhi. Avevo notato quel cambiamento più di una volta, ma non gli avevo mai dato importanza fino a ora.

Continuai a leggere.

"I vampiri tradizionali sono creature immortali, incapaci di invecchiare o ammalarsi. Non possono sopravvivere alla luce del sole, anche se alcune leggende parlano di vampiri che possono camminare alla luce del giorno, ma che sono deboli rispetto alla notte."

Non avevo mai visto Angela fuori alla luce del sole. E Forks, con il suo cielo costantemente nuvoloso, non era certo il posto migliore per testare quella teoria. Sentivo la pelle d'oca salirmi lungo le braccia mentre continuavo a leggere.

"Alcuni vampiri scelgono di non nutrirsi di esseri umani, ma di animali. Questo è talvolta chiamato vampirismo 'vegetariano'. Tuttavia, la sete di sangue umano resta una tentazione costante per loro."

Il sangue mi si gelò nelle vene. Era possibile che la famiglia Ciancio fosse composta da questi "vampiri vegetariani"? Era per questo che stavano lontani dagli altri studenti? Stavo cercando di mettere insieme tutti i pezzi, e più lo facevo, più tutto cominciava ad avere senso.

Dopo la scuola, tornai a casa con un vortice di pensieri nella mente. Avevo sempre avuto una passione per i misteri, ma questo era diverso. Questo non era solo un enigma da risolvere; era qualcosa che riguardava direttamente la mia vita, la mia sicurezza, ma anche il mio cuore. Angela continuava a essere al centro di tutto.

Mi chiusi nella mia stanza e accesi il computer, questa volta cercando informazioni più specifiche su Forks. Non mi aspettavo di trovare niente di rilevante, ma in un articolo vecchio, datato almeno un paio di decenni, trovai un accenno curioso.

"Negli anni passati, Forks e le aree circostanti sono state teatro di storie misteriose legate a strani avvistamenti di creature notturne. Sebbene le autorità locali abbiano sempre smentito tali racconti, alcune famiglie parlano ancora di ombre che si muovono tra gli alberi e di esseri dalle caratteristiche sovrumane."

Strani avvistamenti? Creature notturne? Le parole sembravano venire fuori da una vecchia storia dell'orrore, ma ora suonavano più vicine che mai. Forse Forks non era così tranquilla come sembrava.

Mi girai nel letto, incapace di trovare pace. Cosa stava succedendo veramente qui? E Angela, cosa c'entrava in tutto questo?

La mattina seguente, mi svegliai con una risoluzione. Dovevo affrontare Angela. Non potevo più continuare a vivere con questi dubbi. La paura si mescolava con l'eccitazione, mentre mi preparavo per andare a scuola. Ogni volta che pensavo a lei, il mio cuore batteva più forte. C'era qualcosa tra di noi, qualcosa che andava oltre il mistero, e io dovevo sapere cosa fosse.

Arrivata a scuola, cercai Angela con lo sguardo, ma non la trovai. Passai la giornata tra lezioni che sembravano interminabili, la mia mente costantemente distratta. Ogni tanto guardavo fuori dalla finestra, sperando di vederla, ma lei non c'era.

Quando suonò la campanella dell'ultima ora, mi diressi verso il parcheggio con un nodo allo stomaco. Stavo per arrendermi, quando la vidi. Era lì, appoggiata alla sua macchina, con lo sguardo fisso su di me. Il suo viso era impassibile, ma i suoi occhi...quegli occhi dicevano tutto. C'era qualcosa che ci univa, qualcosa che non potevamo ignorare.

Mi avvicinai lentamente, cercando di controllare il mio respiro.

«Angela,» dissi a bassa voce, come se il suo nome fosse un segreto che non volevo che nessun altro sentisse.

Lei non rispose subito, ma i suoi occhi mi fissavano con una tale intensità che mi sentii come se potesse vedere attraverso di me. «Ciao Sarah» disse alla fine, la sua voce bassa e calma, ma con una nota di tensione sotto la superficie.

Ci fu un lungo silenzio tra noi. Non sapevo come iniziare quella conversazione, come porle le domande che mi tormentavano da giorni. Alla fine, decisi di essere diretta.

«Cos'è successo l'altro giorno?» chiesi, la mia voce un po' più forte di quanto avrei voluto. «Nel parcheggio. Come hai fatto a salvarmi così?»

Angela distolse lo sguardo per un momento, le sue mani che stringevano il bordo della macchina. Sembrava lottare con qualcosa dentro di sé, come se stesse cercando di decidere se dirmi la verità o continuare a nasconderla.

«Sarah, io...» cominciò, ma poi si fermò. «Non dovresti saperlo.»

Le sue parole mi colpirono come un pugno nello stomaco. Non dovrei saperlo? Che cosa significava? Stava cercando di proteggermi, o c'era qualcos'altro dietro? Il mio cuore batteva più forte, e le mie mani cominciarono a tremare leggermente.

«Angela, io ho bisogno di sapere,» insistetti, avvicinandomi di un passo. «So che c'è qualcosa di...diverso in te. E io voglio capire cosa sta succedendo.»

Lei mi guardò di nuovo, e questa volta i suoi occhi erano pieni di emozione, di qualcosa di profondo che non riuscivo a decifrare completamente. Ma prima che potesse rispondere, si voltò di scatto e se ne andò, lasciandomi sola, ancora una volta, con tutte le mie domande.

BITE ME - SajolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora