Pericolo

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Il sole non era ancora sorto del tutto quando mi svegliai con un senso di inquietudine che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Mi girai nel letto, trovandolo vuoto. Angela non c'era. Non che fosse strano. Veniva spesso di notte, restava per qualche ora e poi spariva prima dell'alba, come un fantasma che non voleva lasciare traccia. Mi mancava di già. Quella presenza silenziosa e rassicurante era diventata una costante nella mia vita, una certezza in un mondo che sembrava sempre più misterioso e pericoloso.

Da qualche giorno notavo strani comportamenti nei Ciancio. Rosalie sembrava più distante, tesa, come se stesse trattenendo una rabbia che non sapevo da dove venisse. Jasper era silenzioso, ma non nella sua solita maniera calma; c'era una sorta di vigilanza nei suoi occhi, un'attenzione costante a tutto ciò che accadeva intorno a lui. Edward era quasi irritante nella sua iperprotettività nei miei confronti, come se temesse che un soffio di vento potesse farmi cadere in pezzi.

E Angela era più taciturna del solito. Non mi diceva tutto. Lo sapevo, lo sentivo, ma non riuscivo a trovare il coraggio per affrontarla. C'era qualcosa di sinistro nell'aria, qualcosa che non capivo appieno, ma che sentivo in ogni fibra del mio corpo.

Mi alzai lentamente, guardando fuori dalla finestra la solita scena di Forks, la pioggia sottile che scivolava lungo i vetri come lacrime. Il paesaggio grigio e verde che avevo imparato a conoscere era lo stesso di sempre, eppure sentivo che da qualche parte, nascosto tra le ombre, c'era un pericolo che non riuscivo a vedere.

Scendendo le scale, trovai mio padre seduto al tavolo della cucina con il suo solito giornale e una tazza di caffè fumante. Sembrava ignaro di tutto, come sempre. Charlie non era il tipo da preoccuparsi troppo, ma in quel momento, avrei voluto potergli dire tutto. Che la mia vita stava per diventare un incubo.

"Buongiorno, Sarah," disse alzando lo sguardo per un istante. "Hai dormito bene?"

"Abbastanza," mentii, cercando di nascondere la mia ansia. "Devo andare a scuola."

"Già sveglia così presto? Strano però" scherzò, ma la mia mente era già altrove.

Salii in macchina, il rumore del motore che copriva il battito irregolare del mio cuore. Dovevo trovare Angela. Dovevo capire cosa stava succedendo. C'era qualcosa di incombente, qualcosa che si avvicinava e che non potevo evitare. E se Holden era davvero così pericoloso, non avevo idea di come proteggermi da lui.

Quando arrivai a scuola, la prima cosa che notai fu che i fratelli Ciancio erano già lì, radunati vicino alla loro auto come se stessero aspettando qualcosa. O qualcuno. E io ero quel qualcuno.

Angela mi vide per prima. I suoi occhi incontrarono i miei, e per un istante, sembrò esitare, come se non fosse sicura di come comportarsi. Poi si avvicinò, muovendosi con la solita grazia innaturale, ma c'era una tensione nei suoi movimenti che non avevo mai visto prima.

"Devo parlarti" disse sottovoce, prendendomi per mano e tirandomi verso una zona più isolata del parcheggio.

"Che succede?" chiesi, il mio cuore accelerando mentre cercavo di capire il perché di tutta questa segretezza.

Angela si fermò, guardandomi negli occhi con una tale intensità che quasi mi fece male. "Sarah, devi stare attenta. Holden è qui...è troppo pericoloso. Sta venendo per te."

"Per me?" ripetei incredula, sentendo un gelo scivolarmi lungo la schiena. "Ma perché? Cosa c'entro io?"

Angela abbassò lo sguardo per un istante, come se stesse cercando le parole giuste. "Non è solo un vampiro nomade. È... ossessionato da te. Dal tuo odore, dal tuo sangue. Non so spiegarti perché, ma ti ha vista e ora ti vuole. I nomadi sono l'opposto di noi, ecco perché sono così preoccupata."

Quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Ossessionato da me? Ma io non avevo mai nemmeno incontrato questo Holden. Come poteva essere possibile?

"Angela, non capisco," dissi, cercando di mantenere la calma anche se il panico iniziava a farsi strada nel mio petto. "Perché io? E cosa significa che mi vuole?"

Lei strinse le labbra, visibilmente a disagio. "Significa che vuole ucciderti, Sarah. È quello che fa. Caccia umani, e ora tu sei diventata il suo bersaglio. I miei fratelli hanno avvertito le presenze, non riescono a leggere il suo pensiero ma sono riusciti ad avere delle predizioni..."

Il mio mondo crollò in un istante. Quelle parole, anche se sussurrate, risuonarono nella mia mente come una condanna a morte. Mi sentii improvvisamente fragile, vulnerabile, come se la mia stessa vita fosse in bilico su un filo sottilissimo.

"Ma... non c'è qualcosa che possiamo fare?" chiesi, la mia voce tremante. "I tuoi fratelli...tu...potete proteggermi, proteggere anche mio padre, giusto?"

Angela annuì, ma c'era un'ombra nei suoi occhi. "Stiamo cercando di farlo. Ma Holden è astuto. Sa come nascondersi e sa come aggirare le nostre difese. Non sarà facile."

Sentii un nodo formarsi alla gola. "E se non ci riuscite? Se lui...se lui mi trova?"

Angela mi guardò con una determinazione feroce. "Non lascerò che ti succeda niente. Non permetterò che ti faccia del male, Sarah. Ma dobbiamo stare attenti. Molto attenti."

La stretta della sua mano sulla mia si fece più forte, come se volesse trasmettermi la sua forza. Ma dentro di me, sentivo solo paura. Il pensiero che un vampiro letale fosse ossessionato da me e mi stesse dando la caccia era troppo da sopportare.

"Sarah, c'è un piano," disse Angela con voce più ferma, cercando di tranquillizzarmi. "Ti terremo nascosta. Dovrai stare lontano da Forks per un po'. Jasper e Rosalie ti porteranno via, verrò anche io, lontano da qui. In un luogo dove Holden non potrà trovarti."

Mi colpì l'idea di dover lasciare tutto. La mia casa, la mia vita quotidiana, persino mio padre, che non sapeva nulla di quello che stava accadendo. "Ma... Charlie? Non posso semplicemente scomparire."

"Troveremo una scusa," rispose Angela rapidamente. "Ma è l'unico modo. Se resti qui, Holden ti troverà. È solo questione di tempo."

Il peso di quelle parole era insopportabile, ma sapevo che aveva ragione. Non c'era altra scelta. Dovevo fidarmi di loro. Dovevo fidarmi di Angela.

Restammo in silenzio per un po', il vento freddo che sferzava il parcheggio scolastico e la pioggia che continuava a cadere lenta. Mi appoggiai alla sua spalla, cercando conforto nella sua presenza, anche se dentro di me sentivo solo un vuoto crescente. Come potevo affrontare tutto questo? Come potevo accettare che la mia vita fosse in pericolo e che un mostro mi stesse cercando?

"Quando devo partire?" chiesi infine, la mia voce un sussurro.

"Presto" rispose Angela, accarezzandomi i capelli in un gesto dolce. "Molto presto."

Sentii una fitta al cuore. Presto. Ma quanto tempo ci restava prima che Holden ci trovasse?

BITE ME - SajolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora