Dubbi

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Angela's pov.

I giorni dopo l'incidente con Jasper si susseguivano come un lento dramma, uno che avrei voluto ardentemente recitare. Ogni volta che stavo da sola, tornavo a quel momento, al taglio di Sarah che aveva scatenato la reazione di Jasper. La paura che avevo provato quando l'avevo vista ferirsi, l'istinto primordiale che si era risvegliato in me, mi perseguitava come un'ombra che non avrei mai potuto scacciare.

Ero seduta sulla mia scrivania, i fogli sparsi intorno a me come un caos riflesso del mio stato d'animo. I pensieri correvano veloci, come un torrente impetuoso, e non riuscivo a fermarli. Avevo bisogno di trovare una soluzione, ma ogni possibilità che affiorava sembrava sempre più lontana. L'idea che Sarah fosse in pericolo era come un nodo stretto nel mio stomaco, e più pensavo a Jasper e alla sua sete di sangue, più mi rendevo conto di quanto fosse rischioso mantenere Sarah vicino a me.

In un certo senso, ero diventata il suo rifugio, la sua protezione.

Ma sapevo che non era sufficiente. Non potevo proteggerla dall'ignoto, dalla vendetta che poteva arrivare da chiunque. La morte di Holden aveva sollevato onde nel nostro mondo, e non ero sicura di poter mantenere Sarah al sicuro. La mia famiglia, i Ciancio, erano già stati coinvolti in situazioni pericolose. Non avrei mai potuto perdonarmi se qualcosa le fosse successo a causa mia.

Dovevo allontanarla. Questa idea si era insinuata nella mia mente come un serpente avvelenato, strisciando silenziosamente fino a quando non era diventata l'unica soluzione plausibile. Ma come avrei potuto fare una cosa del genere? Come avrei potuto distaccarmi da lei? La sola idea di dirle addio mi faceva stare male. Eppure, sapevo che era la cosa giusta da fare. Era l'unico modo per garantirle un futuro, una vita libera dalla mia oscurità.

Mi ero decisa: avrei dovuto farle credere che era una scelta facile. Avrei dovuto nascondere il dolore che provavo dentro di me, l'angoscia di perderla. Quando le avevo chiesto di incontrarci nella mia stanza, non sapevo come dirle quello che avevo in mente, come spiegare tutto ciò che stavo per distruggere.

La stanza era avvolta da un silenzio carico di tensione, e mentre Sarah entrava, il suo sorriso illuminò il mio mondo. Era così bella, così piena di vita, e io sapevo che stavo per strappare tutto questo da lei. La sua presenza riempiva la stanza, e ogni attimo che passavamo insieme mi faceva sentire un po' più viva, ma anche un po' più in colpa.

"Angela" disse, avvicinandosi, i suoi occhi brillavano di una luce che mi fece tremare. "Cosa c'è? Sembri preoccupata."

Fui colpita dalla semplicità della sua domanda. Come poteva essere così ignara del tormento che stavo vivendo? Le mie parole rimasero bloccate nella mia gola, e per un momento mi trovai a desiderare di dirle la verità, di confessarle tutto. Ma sapevo che non avrei potuto. Dovevo essere forte. Dovevo proteggere lei, anche a costo del mio dolore.

"Sono solo un po' stressata" risposi, cercando di mantenere un tono leggero. "Hai presente l'incidente di Jasper? Beh in realtà non è solo quello, anche la faccenda di Holden, sta influenzando un po' la mia famiglia."

Sarah annuì, la preoccupazione si stava riflettendo nei suoi occhi, ma si avvicinò e mi prese la mano, cercando di rassicurarmi. "Angela, se hai bisogno di parlare, io sono qui per te."

Le sue parole erano sempre giuste, ma sapevo che non avrei potuto approfittare della sua gentilezza. "Senti, Sarah... c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare" dissi, la mia voce tremava mentre tentavo di trovare il coraggio di esprimere ciò che stavo per dire.

"Di cosa si tratta?" chiese, un lieve velo di preoccupazione sul suo viso.

Ecco che l'incertezza mi colse di nuovo. Ma dovevo andare avanti. "Ho pensato molto ultimamente, e credo che sia meglio per noi se... se ci allontaniamo..."

Le parole uscirono come un sussurro, e mi sembrarono così fredde, così irreali. Ma la reazione di Sarah fu immediata e devastante. I suoi occhi si allargarono, e per un attimo, sembrò che il mondo intorno a noi si fermasse. "Cosa?"

La sua voce era piena di incredulità e di dolore, e questo mi colpì come un pugno nello stomaco. Volevo dirle che era solo per il suo bene, ma in quel momento la mia determinazione vacillò. "Non capisci, Sarah. È troppo pericoloso. La mia vita, la mia famiglia... Non posso rischiare che ti succeda qualcosa. Qualsiasi cosa, non me lo potrei perdonare, mai!"

"Ma io voglio stare con te! Non ho paura!" ribatté, la passione nelle sue parole bruciava come un fuoco che non poteva essere estinto. Sapevo bene che non aveva paure, nè timori. E io sapevo che era un mondo non suo.

C'era una bellezza in ciò che diceva, una forza che mi colpiva, ma non era abbastanza. "Devi capire, questo non è solo un gioco. È la mia vita, e la tua sicurezza è tutto ciò che conta per me."

Un silenzio angoscioso si diffuse nella stanza, e il suo sguardo si fece più triste. "Angela, non puoi semplicemente allontanarti. Ciò che abbiamo...è speciale. Non puoi distruggere tutto così."

Il suo dolore era palpabile, e mi feriva nel profondo. "Lo so," dissi, le lacrime cominciando a rigare il mio viso. "Ma è l'unico modo. Non posso essere egoista. Non posso mettere in pericolo la tua vita. E se gli altri venissero a cercarti? Non voglio che tu sia coinvolta in tutto questo."

La guardai, vedendo come il suo viso si trasformava, le sue emozioni che danzavano dall'incredulità alla disperazione. "Non me ne andrò da te, Angela. Non permetterò che tu mi allontani. Non lo accetterò."

Le sue parole mi colpirono come un fulmine, e il mio cuore si spezzò in mille pezzi. "Sarah, ti prego," dissi, la voce rotta dalla mia angoscia. "Devi farlo per te stessa. Ti prometto che un giorno capirai."

Mi avvicinai a lei, cercando di farle sentire tutto l'amore che provavo. "Non voglio che tu soffra a causa mia. Non posso permetterlo."

Ma Sarah scosse la testa, la determinazione nei suoi occhi brillava come una fiamma. "Non me ne andrò, Angela. Non puoi costringermi a farlo."

In quel momento, la disperazione mi travolse completamente. Mi sentivo come se stessi affondando in un abisso, senza via di fuga. "Devi lasciarmi andare" sussurrai, la mia voce un sussurro tremante. "È per il tuo bene."

E lì, nel silenzio carico di emozione, mi avvicinai a lei e la abbracciai, stringendola con tutta la forza che avevo. Sapevo che stavo per perderla, eppure non potevo farne a meno. La mia anima urlava di dolore, e il suo profumo, la sua presenza, erano l'unica cosa che avevo mai desiderato.

Rimanemmo abbracciate in un momento eterno, e io sentii il suo calore contro di me, ma dentro di me c'era solo un vuoto incolmabile. Sapevo che dovevo farlo. Dovevo allontanarla per la sua sicurezza, ma ogni fibra del mio essere si ribellava contro questa decisione.

"Angela, ti prego" disse finalmente, la voce rotta dal pianto. "Non posso vivere senza di te."

La mia mente era in tumulto, i pensieri si accavallavano mentre cercavo di trovare una via d'uscita da questo dolore. "Troverai la tua strada," dissi, anche se non ci credevo. "Sei forte, Sarah. Sei più forte di quanto pensi."

E così, con il volto spezzato, ci lasciammo andare, l'una dall'altra, come due stelle che si allontanano nel buio dell'universo. Era un distacco devastante, un'onda di dolore che ci travolse, ma sapevo che era l'unica soluzione.

Mi allontanai da lei, e il mondo divenne un luogo grigio, privo di colore e di vita. La decisione era stata presa, ma il costo era inimmaginabile. In fondo, la parte di me che amava Sarah sapeva che era una scelta necessaria, anche se avrei pagato un prezzo altissimo.

Mentre la guardavo allontanarsi, sentii un vuoto incolmabile prendere piede nel mio cuore. La mia scelta era stata fredda, ma era l'unico modo per proteggerla, e ora dovevo affrontare il dolore della perdita, convinta che fosse l'unica strada da percorrere per garantirle la sicurezza che meritava.

BITE ME - SajolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora