Controtempo

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Edward's pov.

La visione mi aveva sconvolto più di quanto volessi ammettere.

Sarah, il suo volto pallido e senza vita, una quiete sinistra che si stendeva come un velo su di lei. In quel momento avevo sentito il dolore di Angela come fosse mio. Il suo grido silenzioso, il crollo della speranza che l'aveva tenuta in piedi nonostante tutto. Sapevo cosa significava per lei. Angela aveva scelto di abbandonare Sarah nella speranza di proteggerla, e adesso il peso di quella decisione minacciava di schiacciarla. Ma c'era qualcosa di strano, qualcosa che non tornava nella visione. Non mi aveva lasciato completamente sicuro.

Era mattina presto, il sole appena nascosto dietro un velo di nuvole grigie, quando ripresi la concentrazione e iniziai a riflettere di nuovo su ciò che avevo visto. Le visioni del futuro non erano mai certe. Lo sapevo bene. Il futuro era fluido, modellato dalle decisioni che prendevamo, dalle scelte che influenzavano il corso degli eventi. Eppure, c'era qualcosa di troppo definitivo in quella scena. Il destino non era mai così semplice. Iniziai a ripensare a ciò che avevo visto, a ogni dettaglio, cercando di interpretare quel momento. Sarah non poteva essere morta...non così.

Poi, improvvisamente, mi colpì la verità dei fatti. Avevo frainteso.

Con un balzo, uscii dalla stanza e corsi verso la foresta dietro casa. Il vento mi tagliava il viso mentre correvo, ogni passo spingeva il terreno indietro, ma la mia mente andava ancora più veloce. L'immagine che mi si era mostrata non era una certezza, ma una possibilità. Sarah non era morta, non ancora. C'era un errore nell'interpretazione della visione e, con orrore crescente, mi resi conto che avevo spinto Angela verso una decisione che l'avrebbe portata a Volterra.

Lì, i Volturi, con le loro leggi inflessibili e la sete di potere, avrebbero colto al volo l'occasione di punire chiunque violasse il loro codice. Angela era in pericolo e, se non avessi agito rapidamente, l'avrei persa per sempre.

La casa di Sarah era silenziosa quando arrivai, le ombre si allungavano sui muri. Mi fermai davanti alla sua finestra, esitando per un secondo. Sapevo che stava soffrendo, e mi odiavo per doverla trascinare di nuovo nel pericolo, ma non avevo altra scelta. Angela non l'avrebbe mai ascoltata se non fosse stata lei a parlarle. Dovevo convincerla a venire con me. Era l'unico modo.

Bussai delicatamente alla finestra, e dopo pochi secondi, Sarah apparve. Il suo volto era pallido, le occhiaie profonde rivelavano notti insonni, ma i suoi occhi, sebbene stanchi, brillarono di sorpresa quando mi vide.

"Edward?" disse, aprendo lentamente la finestra. "Cosa ci fai qui?"

Il dolore che l'avvolgeva era palpabile, ma non avevo tempo per delicatezze. Ogni secondo contava. "Sarah, dobbiamo andare. Angela è in pericolo."

Il suo volto cambiò in un attimo. L'apatia lasciò spazio alla paura. "Cosa? Cos'è successo? Dov'è Angela?"

Le spiegai tutto nel minor tempo possibile: la visione, il malinteso, il piano di Angela di andare a Volterra per porre fine alla sua vita. Vidi l'orrore riflettersi nei suoi occhi mentre raccontavo. "Non c'è tempo, Sarah. Angela crede che tu sia morta e sta andando dai Volturi. Se non la fermiamo, non la vedrai mai più."

"Ma... come?" balbettò, incredula. "Come puoi aver visto una cosa del genere?"

"È stata una distorsione. Non avevo visto tutto con chiarezza," ammisi. "Ma ora so che sei viva, e dobbiamo salvarla prima che sia troppo tardi."

Per un momento, il silenzio cadde tra di noi. Sarah si prese la testa tra le mani, il respiro spezzato dall'emozione. Poi si alzò di scatto, determinata.

"Andiamo a Volterra. Dobbiamo salvarla."

Il viaggio verso l'Italia fu un lungo susseguirsi di pensieri agitati e silenzi carichi di tensione. Sarah accanto a me non parlava molto, persa nei suoi tormenti, ma il suo volto era scolpito dalla determinazione. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo la scena della visione e il volto di Angela. La sola idea di perderla mi stringeva il petto con una morsa fredda e implacabile.

Sarah, nonostante il dolore ancora vivo, era incredibilmente forte. Lo notai nella fermezza della sua voce mentre parlavamo del piano, nella sua prontezza nel rispondere a ogni nuova informazione che le fornivo. Aveva sempre saputo che il mondo dei vampiri era pericoloso, ma ora era pienamente immersa in esso. Doveva affrontare non solo il pericolo fisico dei Volturi, ma anche il rischio emotivo di rivedere Angela dopo così tanto tempo.

Quando finalmente arrivammo a Volterra, il cielo era plumbeo, e l'atmosfera della città sembrava riflettere la nostra urgenza. Le alte mura e i vicoli tortuosi erano un intricato labirinto, un luogo che nascondeva segreti antichi. Sapevo che i Volturi non avrebbero accolto bene la nostra presenza, ma non potevamo fermarci. Angela stava correndo verso la sua fine, e noi dovevamo fermarla.

Guidai Sarah attraverso le strade, fino alla piazza principale. Era qui che i Volturi regnavano, nel loro maestoso e inquietante palazzo. Ero stato qui prima, e ogni volta che tornavo, l'aria sembrava più pesante, quasi impenetrabile. La tensione mi faceva stringere i pugni. Sapevo che, una volta dentro, ogni parola, ogni gesto, sarebbe stato scrutinato. I Volturi non erano solo potenti, erano astuti. E Angela, nella sua disperazione, stava per camminare direttamente nella loro trappola.

"Edward," disse Sarah, interrompendo i miei pensieri. "Pensi che...che lei ci ascolterà?"

La sua voce era bassa, ma carica di emozione. Sapevo quanto fosse difficile per lei. Rivedere Angela, confrontarsi con ciò che era successo tra di loro. Non avevo una risposta sicura per lei, ma dovevo darle qualcosa.

"Non lo so, Sarah. Ma se qualcuno può farla ragionare, quella persona sei tu."

Arrivammo all'entrata del palazzo, e una volta varcata la soglia, il senso di pericolo si fece tangibile. Le ombre sembravano allungarsi e avvolgerci. I Volturi erano lì, ad aspettare, sempre presenti dietro le quinte, pronti a intervenire. E noi stavamo per sfidare la loro autorità.

"Seguimi," dissi a Sarah, tenendola vicina. "Dobbiamo muoverci in fretta."

Attraversammo i corridoi, cercando di rimanere il più possibile inosservati. Non avevamo molto tempo, Angela poteva essere già in procinto di affrontare Aro, e sapevo che una volta nelle sue mani, sarebbe stata condannata. Aro amava collezionare persone dotate di poteri unici, ma non avrebbe esitato a eliminare chi considerava una minaccia.

E infine, arrivammo.

La grande sala era dominata da un silenzio agghiacciante, interrotto solo dal suono dei nostri passi che riecheggiavano sui pavimenti di marmo. Lì, al centro, c'era Angela. I suoi capelli scuri le cadevano sulle spalle, il suo volto una maschera di sofferenza e determinazione. Aro, con il suo sguardo penetrante e il sorriso enigmatico, la osservava, come un predatore che aveva intrappolato la sua preda.

Ma non avevamo ancora perso.

"Angela!" gridò Sarah, correndo verso di lei.

Angela si voltò, sorpresa e incredula. I suoi occhi, che fino a quel momento erano pieni di disperazione, si allargarono nel vedere Sarah viva, reale, proprio davanti a lei.

"Sarah..." sussurrò, quasi senza fiato.

Il mondo sembrò fermarsi per un istante.

BITE ME - SajolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora