I Ciancio

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La mattina del mio primo giorno di scuola mi svegliai con un nodo allo stomaco. Mentre la pioggia tamburellava incessantemente contro la finestra, mi chiesi cosa avessi fatto per meritare un trasferimento in un posto così grigio. Con un respiro profondo, mi alzai dal letto, cercando di schiarirmi le idee. Stavo per affrontare un nuovo capitolo della mia vita, e dovevo trovare il modo di affrontarlo con coraggio.

Mi vestii rapidamente, indossando un paio di jeans scuri e una maglietta semplice. La mia nuova vita richiedeva un nuovo look, ma non avevo voglia di stare a pensare a cosa indossare. Mentre mi pettinavo, mi guardai allo specchio e cercai di trovare un po' di determinazione nel mio riflesso. Era ora di affrontare il mondo esterno, anche se la mia anima si sentiva pesante.

«Sarah! È ora di colazione!» chiamò mio padre dalla cucina. Mi versai un po' di caffè, anche se sapevo che non mi piaceva. Ma avevo bisogno di una spinta.

Quando entrai in cucina, mio padre era già seduto al tavolo, con un piatto di pancake e una tazza di caffè. «Buongiorno! Sei pronta per la tua prima giornata?» chiese con un sorriso incoraggiante.

«Sì... credo di sì,» risposi, cercando di non far trasparire la mia ansia. Mentre mangiavo, pensai a quanto fosse strano trovarmi in questa nuova situazione, lontana dai miei amici e dalla mia vita a Phoenix.

Dopo la colazione, salii in auto con mio padre. Il viaggio verso la scuola fu breve, ma ogni secondo sembrava un'eterna attesa. Forks High School si ergeva davanti a me come un colosso grigio, e le sue pareti di mattoni sembravano assorbire ogni raggio di sole. Con un profondo respiro, entrai, pronta ad affrontare la mia paura.

La hall era già affollata di studenti, tutti intenti a chiacchierare e a ridere. Mi sentii immediatamente fuori posto. Osservai i visi sorridenti, i gruppi di ragazzi che sembravano già legati da amicizie consolidate. La mia mente cercò di mettere a fuoco i dettagli, ma la confusione mi sopraffece.

«Ehi! Ti va di unirti a noi?» Una voce femminile mi riportò alla realtà. Mi voltai e vidi due ragazze, si presentarono con un sorriso accogliente. «Io sono Stella e questa è Marisol. Siamo nella tua stessa classe di inglese!»

«Ciao, io sono Sarah,» risposi, cercando di apparire più rilassata di quanto mi sentissi. Le due ragazze sembravano solari e accoglienti.

«Ti va di fare un giro? Possiamo mostrarti la scuola,» propose Marisol, con un ampio sorriso. Era evidente che volevano davvero farmi sentire benvenuta, e questo mi fece sentire un po' più a mio agio.

Accettai e cominciammo a girare per la scuola. Stella era vivace e piena di energia, mentre Marisol era più tranquilla, ma con un senso dell'umorismo sottile che mi affascinava. Durante il tour, mi raccontarono delle diverse attività scolastiche e dei club di cui potevo far parte. A un certo punto, Marisol si fermò e indicò un poster appeso al muro. «Dobbiamo assolutamente partecipare alla festa di benvenuto per i nuovi studenti stasera! È l'occasione perfetta per conoscere altri ragazzi.»

«Sì! Sarà divertente,» aggiunse Stella. «E poi avrai modo di fare nuove amicizie!»

La loro eccitazione era contagiosa e cominciai a sentire una piccola scintilla di entusiasmo dentro di me. Ma mentre camminavamo, un gruppo di ragazzi attirò la mia attenzione. Erano seduti in un angolo, un po' isolati, ma la loro presenza emanava un'aura di fascino.

Notai subito che erano diversi. Ognuno di loro era straordinariamente bello, ma c'era qualcosa di inquietante nei loro volti, come se nascondessero segreti inconfessabili. Mentre li osservavo, i loro occhi sembrarono incrociarsi con i miei, e sentii un brivido correre lungo la schiena. In particolare, la più giovane dei fratelli, Angela, catturò la mia attenzione. I suoi capelli erano lunghi, e i suoi occhi, di un blu profondo, mi sembravano come finestre su un mondo misterioso. La sua bellezza era ipnotica, e non riuscivo a distogliere lo sguardo.

«Chi sono quelli?» chiesi, cercando di nascondere la mia curiosità.

Stella e Marisol si scambiarono uno sguardo e poi Stella rispose: «Oh, quelli sono i Ciancio. Sono una famiglia strana, ma sono davvero affascinanti. Non parlano molto, e tendono a stare sempre insieme. Dicono che siano molto riservati.»

«Sì, ma non puoi negare che siano belli!» aggiunse Marisol con un sorriso malizioso.

Mentre continuavamo a camminare, la mia mente era ancora concentrata su Angela. Non riuscivo a capire perché fossi così attratta da lei. C'era qualcosa di magnetico nel suo sguardo, e ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, sentivo il cuore battere più forte.

«Dai, Sarah, non preoccuparti. Ci sono un sacco di ragazzi carini qui!» disse Stella, tentando di distrarmi. Ma la mia attenzione era concentrata su Angela, che parlava sottovoce con i suoi fratelli, mentre l'atmosfera intorno a loro sembrava carica di un'energia particolare.

«Sì, ma ci sono anche ragazzi strani, come quelli,» commentai, cercando di sdrammatizzare la situazione.

«Non ti preoccupare. Sono solo un po'... particolari,» rispose Marisol, lanciando un'occhiata a Stella, che ridacchiò.

La mattinata proseguì tra lezioni e nuovi incontri, e mentre mi sistemavo nella mia nuova routine scolastica, la mia attenzione continuava a tornare ai Ciancio. Angela sembrava avere un'aura di mistero attorno a sé, e ogni volta che la vedevo, sentivo un richiamo che non riuscivo a spiegare.

Durante l'ora di pranzo, Stella e Marisol mi portarono nella mensa. Il cibo era semplice, ma il chiacchiericcio dei ragazzi riempiva l'aria. Iniziai a sentirmi più a mio agio, ridendo e scherzando con le mie nuove amiche. Ma non appena entrai nella sala da pranzo, il mio sguardo si posò su un tavolo dove i Ciancio erano seduti. Angela era lì, circondata dai suoi fratelli. La sua risata era contagiosa, e la sua presenza sembrava illuminare la stanza.

«Ehi, Sarah, ci sono anche dei ragazzi carini qui!» mi sussurrò Marisol, notando la direzione del mio sguardo.

«Sì, ma...» iniziai, cercando di spiegare l'attrazione inspiegabile che provavo per Angela, ma mi bloccai. Non sapevo come dirlo. Era come se il mondo intorno a me svanisse quando la vedevo.

«Forse dovresti provare a conoscerli. Magari ti inviteranno alla festa di stasera,» propose Stella, incoraggiandomi con un sorriso.

Il cuore mi balzò in gola all'idea. L'idea di avvicinarmi ai Ciancio, e soprattutto ad Angela, era eccitante e spaventosa allo stesso tempo. La mia mente iniziò a correre, pensando a tutte le possibili conversazioni e ai momenti imbarazzanti che avrei potuto vivere. Ma la curiosità mi stuzzicava, e il desiderio di avvicinarmi a lei diventava sempre più forte.

Il pomeriggio passò in un baleno, e la mia mente continuava a pensare alla festa di benvenuto. Con Stella e Marisol al mio fianco, mi sentivo più sicura. Le ragazze erano entusiaste e stavano già pianificando cosa indossare. A un certo punto, mentre ci preparavamo per andare a casa, Stella si voltò verso di me e disse: «Ehi, se vuoi possiamo cercare di avvicinarci ai Ciancio stasera. Sarà divertente!»

La mia mente si riempì di pensieri confusi. «Non penso...» balbettai. Il semplice pensiero di parlare con Angela mi fece tremare. Non avevo idea di cosa avrei potuto dirle, eppure non riuscivo a scacciare l'idea. La curiosità e l'attrazione che provavo per lei erano così forti che sembravano guidare ogni mia decisione.

Quella sera, mi preparai con cura. Indossai un vestito semplice ma carino e cercai di acconciare i capelli in modo da sembrare più sicura. Mentre mi guardavo allo specchio, mi sentii ansiosa. E se non andasse bene? E se Angela non fosse interessata?

La serata si avvicinava e, mentre mi dirigevo verso la festa, un misto di emozioni mi pervase. L'eccitazione di un nuovo inizio si mescolava alla paura di fallire. Ma, nel profondo, sentivo che dovevo provarci, che dovevo scoprire cosa significasse quell'attrazione per Angela.

Arrivai alla festa con Stella e Marisol, e la musica riempiva l'aria. Gli studenti ballavano e si divertivano, creando un'atmosfera vivace. Mentre cercavamo un posto, i miei occhi si posarono ancora una volta sui Ciancio, che erano seduti in un angolo, apparentemente isolati dal resto della festa. Angela era lì, e il suo sorriso luminoso mi colpì come un fulmine.

«Guarda, ci sono anche i Ciancio!» sussurrò Stella, mentre ci avvicinavamo al bancone delle bevande.

La mia mente iniziò a correre. Ero nervosa ma determinata. 

Forse era meglio stare solo con le mie nuove amiche?

BITE ME - SajolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora