Passarono giorni. Giorni in cui Angela sembrava essere completamente scomparsa dalla mia vita, come se fosse un fantasma, qualcosa che avevo solo immaginato. Ogni mattina arrivavo a scuola con la speranza di vederla, di poterle parlare, ma ogni giorno tornavo a casa con lo stesso vuoto nel petto. Era come se qualcosa di prezioso mi fosse stato strappato via, e il mondo non aveva più la stessa intensità di prima. Tutto sembrava sbiadito, grigio: esattamente come il cielo di Forks.
Ogni tanto, mi convincevo che avrei dovuto lasciar perdere, accettare che Angela era un mistero che non mi sarebbe stato svelato. Ma ogni volta che pensavo a quel giorno nel parcheggio, al modo in cui i suoi occhi mi avevano guardato, qualcosa in me si ribellava. Lei mi doveva delle risposte. E, soprattutto, io volevo risposte. E non solo per capire cosa fosse lei, ma per capire cosa provavo io.
Non ero mai stata così attratta da qualcuno. E non era solo una questione fisica. Era qualcosa di più profondo. C'era un legame tra di noi che non riuscivo a spiegare, come se ci fosse un filo invisibile che ci teneva unite, anche a distanza. Dovevo sapere se Angela sentiva la stessa cosa, e dovevo sapere chi era davvero.
Era un sabato pomeriggio, il cielo era pesante e minacciava pioggia. Ero a casa, seduta alla finestra, fissando fuori senza davvero vedere nulla. Mio padre era fuori per lavoro, come al solito, e la casa era immersa in un silenzio irreale. Stavo quasi per alzarmi e fare una passeggiata quando sentii un bussare leggero alla porta.
Il cuore mi balzò in gola. Non so come, ma sapevo che era lei. Mi precipitai alla porta, con le mani che tremavano leggermente mentre giravo la maniglia. E lì, davanti a me, c'era Angela.
Il suo volto era teso, i suoi occhi erano un mare scuro di emozioni trattenute. Non parlò subito, e neanche io. Ci fissammo per un lungo momento, come se quel silenzio contenesse tutte le parole che non eravamo riuscite a dire nei giorni precedenti.
«Posso entrare?» chiese infine, la sua voce bassa e quasi spezzata.
Annuii senza dire una parola, facendola entrare in casa. Chiusi la porta dietro di lei, il battito del mio cuore accelerato. Mi girai verso di lei, aspettando che parlasse. Angela sembrava combattere una battaglia interna, come se ogni parola fosse una lotta. Alla fine, si sedette sul divano, e io la seguii, sedendomi accanto a lei. La distanza tra di noi era minima, ma sentivo come se ci fosse un abisso che ci separava.
«Sarah...» iniziò, fissando le sue mani intrecciate. «Hai ragione, c'è qualcosa che devo dirti, ma ho paura di farlo. Tu sei una ragazza fin troppo matura e intelligente per tutto questo..»
Il mio cuore batteva così forte che quasi non riuscivo a sentire le sue parole. «Angela, puoi dirmi qualsiasi cosa» dissi, cercando di mantenere la voce ferma. «Non importa cosa sia, voglio sapere la verità.»
Lei sollevò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono i miei. Era come se stesse cercando di leggere la mia anima, di trovare in me la forza per dire quello che doveva. Poi, con un respiro profondo, iniziò.
«Non sono come te, Sarah,» disse. «Non sono come gli altri. E quello che sono mi spaventa, stare accanto a te mi spaventa.»
Le sue parole rimasero sospese nell'aria per un momento. Non osai interromperla, sentivo che c'era di più, molto di più. Angela si passò una mano tra i capelli, come se stesse cercando di raccogliere il coraggio per andare avanti.
«Sono...» esalò, come se stesse combattendo contro le parole. «Sono una vampira, Sarah.»
Il mondo sembrò fermarsi. Ogni cosa intorno a me divenne irrilevante, come se le sue parole avessero congelato il tempo. Eppure, in quel momento, tutto aveva anche senso. Tutti i miei sospetti, tutte le domande che mi tormentavano da giorni trovavano una risposta in quella semplice, devastante rivelazione.
Un vampiro. Non era solo una leggenda, non era solo una storia da raccontare davanti a un fuoco. Era reale.
«Lo sapevo,» sussurrai, più a me stessa che a lei. «In qualche modo, lo sapevo già.»
Angela mi guardò con sorpresa, come se non si aspettasse che potessi accettarlo così rapidamente. Ma la verità era che, nonostante il terrore che avrei dovuto provare, sentivo solo un senso di sollievo. Avevo finalmente la risposta che cercavo. E, più importante ancora, non mi importava. Nonostante tutto, Angela era Angela.
«Non capisci, Sarah,» disse, scuotendo la testa. «Questo non è qualcosa che puoi semplicemente accettare. Sono pericolosa. Io...non dovrei nemmeno essere qui con te. Potrei farti del male, potrei...»
La sua voce si spezzò, e vidi il dolore nei suoi occhi, il dolore di qualcuno che ha vissuto troppo a lungo con il peso di un segreto inconfessabile. Ma non potevo permetterle di continuare a pensare in quel modo. Non quando sapevo, nel profondo del mio cuore, che lei non mi avrebbe mai fatto del male.
Mi avvicinai a lei, prendendo le sue mani nelle mie. Erano fredde, quasi gelide, ma non mi importava. La sua pelle era liscia come marmo, dura e fragile allo stesso tempo.
«Angela, non mi fai paura» dissi, fissandola negli occhi. «Non importa cosa sei. Io...so che non mi faresti mai del male.»
Lei mi guardò come se non riuscisse a credere alle mie parole. «Come fai a esserne così sicura?» sussurrò.
Mi avvicinai ancora di più, fino a quando le nostre mani erano unite, e le nostre ginocchia si sfioravano. «Perché mi conosci. E io ti conosco. E so che tu non sei solo ciò che sei. Sei molto di più. Sei Angela. Lo sento, è qualcosa che non so spiegare bene a parole.»
Per un momento, sembrò che la tensione tra di noi si dissolvesse, come se finalmente avessimo trovato la pace che cercavamo. I suoi occhi, che avevano cambiato colore in mille sfumature, ora brillavano di una dolcezza che non avevo mai visto prima. Lentamente, Angela sollevò una mano e mi sfiorò il viso. Il tocco delle sue dita fredde sulla mia pelle mi fece rabbrividire, ma era un brivido piacevole, un brivido che mi faceva sentire viva.
«Sarah...» sussurrò, la sua voce appena udibile. «Non sai quanto ho cercato di stare lontana da te. Quanto ho lottato per non sentire quello che sento.»
«E cosa senti?» chiesi, il mio cuore che batteva come un tamburo nel petto.
Angela abbassò lo sguardo per un attimo, ma poi tornò a fissarmi con una determinazione nuova, una luce nei suoi occhi che non avevo mai visto prima.
«Sento che non posso stare lontana da te,» confessò. «Non importa quanto ci provi. Sei... sei tutto ciò che non dovrei desiderare. Eppure, non posso fermarmi. Non voglio fermarmi.»
Il mio respiro si fermò. Era come se il mondo intorno a noi si fosse dissolto, lasciando solo noi due, in quel momento perfetto e fragile. Non c'erano più segreti tra di noi. Solo la verità.
«Angela,» dissi, la mia voce tremante. «Non fermarti, allora...»
Le sue dita continuarono a sfiorarmi il viso, e poi, senza alcun preavviso, si chinò verso di me e le nostre labbra si incontrarono. Fu un bacio a stampo semplice ma carico di emozioni represse e di tutto ciò che non eravamo riuscite a dire. Le sue labbra erano fredde, ma il calore che sentii dentro di me era travolgente.
Quando ci separammo, Angela mi guardò con un misto di timore e meraviglia. «Sarah, io... non posso garantirti niente. Non posso prometterti che non ci saranno pericoli. Ma se sei disposta a rischiare, io...io voglio almeno provarci, perché so quanto mi è difficile non starti accanto.»
Sorrisi, sentendo il mio cuore riempirsi di una gioia che non avevo mai provato prima.
E in quel momento, sapevo che nulla sarebbe stato più lo stesso. Avevo scelto Angela, e non avrei mai voltato pagina per tornare indietro.

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BITE ME - Sajolie
FantasiaLa storia è interamente ispirata a Twilight, ma le protagoniste sono proprio Sarah e Angela.