Protetto da copyright (SIAE, Patamu)
Eccomi, avvolta nel mio cappotto, di fronte alla fermata dell'autobus, mentre la neve cominciava a scendere leggera e silenziosa. In lontananza, avvistai l'autobus e un sospiro di sollievo mi sfuggì. Salendo a bordo, mi sistemai accanto all’autista: più vicino alla porta, più veloce la fuga.
Nonostante l’improvvisa visita del pomeriggio, passare del tempo con quelle due amiche eccentriche era sempre un piacere, soprattutto durante il periodo natalizio. Già immaginavo la cena che mia madre stava preparando. Magari ci sarebbe stato anche del prosecco: l’ultima volta mi era piaciuto più di quanto volessi ammettere.
Un pensiero inaspettato mi colpì come una scheggia di ghiaccio: Ardon. Da dove veniva davvero? Era uno di noi? Sapeva qualcosa? Forse avrei dovuto parlarci. O forse no. Lysander mi aveva detto di non fidarmi. E poi… i sicari di Tha—... come diavolo si chiamava? Poco importava. Secondo Lysander, non ci avrebbero mai trovato qui.
A quanto pareva, anche mia madre la pensava così. La sua unica risposta, ogni volta che tentavo di scavare, era sempre la stessa: meno sai, meglio è. Me lo aveva ripetuto anche quella mattina, mentre a colazione il mio sguardo vagava sul disegno impresso sul polso.
Arrivai a casa puntuale. Solo una doccia veloce, vestirmi per la serata e scoprire cosa mi avrebbero regalato Alice e Chiara. Speravo in qualcosa di utile… ma ne dubitavo fortemente.
Appena varcai la soglia, un uragano di pelo mi si lanciò addosso.
"Beh, Sandy, anch’io sono felice di vederti! Ok, basta! Seduta, ora."
La magia della parola. Si immobilizzò, occhi fissi sulla mia mano. Opportunista fino al midollo. Avevo il controllo, e un Dental Stick con tre biscotti così invitanti da sembrare commestibili anche per me.
Mi chinai, le sfiorai il naso con un bacio e le allungai il bottino. Lei lo prese con la solennità di un rituale sacro. Alzandomi, lo sguardo cadde sulla montagna di pacchi sotto l’albero.
Wow.
Spero non siano tutti per te...Il caminetto acceso diffondeva un calore avvolgente. La cucina era un concerto di suoni: sportelli che si chiudevano, vetri che tintinnavano, posate che cadevano con il solito clangore metallico. Mamma, immersa nei preparativi, non si era ancora accorta di me. Nell’aria, il profumo di funghi, carne arrosto e spezie danzava con quello delle candele profumate di cannella e zucchero filato.
Posai lo zainetto nell’armadio dell’ingresso e mi avvicinai silenziosamente alla cucina. Restai un attimo sulla soglia, osservandola mentre si muoveva tra pentole e fornelli. L’acqua per la pasta bolliva, il forno emanava l’odore irresistibile della carne condita con curry e zafferano.
Decisi di giocarle uno scherzo.
Mi affacciai con espressione funerea.
Mamma si voltò, sbiancò e in un attimo mi afferrò per le braccia.
"Tessa, Dio santo! Cosa ti è successo? Se quella stronza ti ha fatto qualcosa, domani se la vedrà con me!"
Okay, forse avevo esagerato. La preoccupazione nei suoi occhi andava ben oltre una banale reazione materna. Sapeva più di quanto volesse ammettere.
"Mamma! Calmati! Non mi è successo nulla! Volevo solo farti credere di essere stata licenziata, ma invece…" infilai una mano in tasca e tirai fuori la busta. "Il mio primo stipendio!"
Per un attimo restò senza parole, poi la tensione si sciolse.
"Tesoro mio! Sono così orgogliosa di te!"
Mi strinse forte, poi si allontanò di scatto, annusando l’aria. "Oh, santo cielo, la carne!"
La guardai correre verso il forno, mentre un sorriso mi sfuggiva.
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Tessa-scacco matto- Volume 1
FantasyTessa una ragazza, dal carattere irrascibile ed avventato,cresciuta sola con la madre una stilista di moda molto ricercata, si trovano spesso a cambiare casa per lavoro, stabilita già da parecchi anni in un piccolo borgo dei castelli romani, lavor...