La mattina seguente mi svegliai con una sensazione di vuoto, il sole parigino che filtrava attraverso le tende pesanti della mia stanza d'hotel. L'abito della sera precedente era ancora appoggiato sulla poltrona, un ricordo tangibile di un evento che avrebbe dovuto farmi sentire realizzata, ma che invece mi aveva lasciato solo più confusa.Il telefono vibrò accanto a me. Non era Francesco. Era Tony.
*"Francesco sta tornando a Milano. Non voleva disturbarti più. Ha detto che rispetterà la tua scelta, qualunque essa sia."*
Il messaggio mi colpì come un macigno. Francesco stava davvero facendo un passo indietro? Dopo tutto ciò che mi aveva detto la sera prima, si stava arrendendo così facilmente?
Non persi tempo. Mi vestii in fretta, un paio di jeans e una maglietta bianca, e corsi giù nella hall. «Mi serve un taxi,» dissi alla reception, cercando di non sembrare troppo agitata.
«Dove vuole andare, mademoiselle?» chiese il receptionist.
Feci un respiro profondo. «All'aeroporto Charles de Gaulle.»
Il traffico di Parigi era, come sempre, un incubo. Ogni semaforo rosso sembrava una condanna. Guardavo continuamente l'orologio, calcolando mentalmente se sarei arrivata in tempo.
Ogni minuto passato nel taxi aumentava la mia ansia. Perché stavo facendo questo? Perché stavo correndo dietro a qualcuno quando avrei potuto semplicemente lasciarlo andare?
Ma la risposta era lì, nel battito accelerato del mio cuore e nel peso insopportabile di perderlo davvero.
Quando finalmente arrivai all'aeroporto, mi precipitai dentro, cercando di ignorare il caos delle partenze internazionali.
Lo vidi lì, seduto in una sala d'attesa accanto al gate, con lo sguardo perso nel vuoto. Aveva una giacca di pelle e il solito cappello che usava per passare inosservato. Per un attimo, mi fermai a osservare. Non era il Francesco sicuro e imperturbabile che avevo conosciuto. Sembrava vulnerabile, quasi fragile.
Mi feci coraggio e mi avvicinai. Quando alzò lo sguardo e mi vide, il suo volto si congelò in un'espressione di puro stupore.
«Vanessa?» disse, alzandosi in piedi.
«Sì,» risposi, cercando di mascherare il fiato corto per la corsa. «Sono venuta a fermarti.»
«Non capisco,» disse, confuso. «Pensavo che volessi che me ne andassi...»
«No,» lo interruppi, sentendo le lacrime pungermi gli occhi. «Non voglio che te ne vada. Non voglio lasciarti andare, Francesco.»
Lui rimase immobile per un momento, come se stesse cercando di capire se ciò che stavo dicendo fosse reale. Poi fece un passo verso di me.
«Non è facile, Vanessa,» disse, con la voce incrinata dall'emozione. «Io sono io. Tu sei tu. Viviamo in mondi che si scontrano più che unirsi.»
Feci un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. «Lo so. E mi spaventa. Ma quello che mi spaventa di più è perderti.»
I suoi occhi si riempirono di lacrime, e per un momento pensai che avrebbe detto qualcosa, ma invece mi abbracciò. Un abbraccio forte, pieno di tutto ciò che le parole non potevano esprimere.
Quando finalmente ci staccammo, Francesco mi guardò con un piccolo sorriso. «Quindi... cosa facciamo adesso?»
«Non lo so,» ammisi. «Ma possiamo scoprirlo insieme.»
Il suo volo partì senza di lui quella mattina. Tornammo in città, mano nella mano, pronti ad affrontare qualunque cosa il futuro ci riservasse. Per la prima volta, non mi sentivo divisa tra la mia carriera e il mio cuore.
Parigi non era solo la città dell'amore. Era diventata anche il punto di partenza di qualcosa di vero.
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tra le note del cuore - kid yugi
FanfictionKid Yugi, superstar della musica trap, incontra Vanessa Hueber, modella emergente e sorella minore del suo amico e collega Tony Boy, durante una serata esclusiva. Vanessa è diversa da chiunque Yugi abbia mai conosciuto: elegante, ambiziosa e distant...