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Parigi mi accolse con il suo solito fascino: le strade eleganti, le luci calde e un cielo che sembrava dipinto. Pierre mi attese fuori dal terminal con un sorriso soddisfatto. «Vanessa, sei pronta per conquistare la città dell'amore?» disse, porgendomi un mazzo di rose rosse.

«Sempre pronta,» risposi con un sorriso di circostanza, nascondendo il groviglio di emozioni dentro di me.

I giorni successivi furono un vortice di preparativi: fitting, shooting, riunioni con i creativi di Saint Laurent. La campagna era imponente, e il team sembrava determinato a rendermi il volto più memorabile della stagione.

La mia immagine era ovunque: sui manifesti, sugli schermi nelle piazze principali. Ogni volta che passavo davanti a una delle mie foto, mi sentivo soddisfatta, ma anche stranamente distante. Come se una parte di me fosse rimasta indietro, in quella città, su quella panchina con Francesco.

Una sera, mentre tornavo in albergo dopo una lunga giornata, il telefono vibrò. Era un messaggio di Tony:

*"Francesco è un disastro senza di te. Lo sai, vero?"*

Il mio respiro si bloccò per un attimo. Non sapevo come rispondere. Dovevo ignorarlo? Dovevo scrivergli? La verità era che anche io non stavo bene senza di lui, ma cercavo di convincermi che fosse per il meglio.

Dopo qualche minuto, risposi: *"Dagli tempo. Anche io ne ho bisogno."*

Tony non replicò, ma sapevo che quel messaggio avrebbe raggiunto Francesco in qualche modo.

Qualche giorno dopo, Pierre mi informò che avrei dovuto partecipare a un gala esclusivo organizzato da Saint Laurent. «Sarà un evento indimenticabile,» mi disse mentre sfogliava una lista di ospiti. «Ci saranno artisti, politici, celebrità... e tu sarai la regina della serata.»

Mi preparai con cura quella sera. L'abito nero che indossavo era un capolavoro: elegante, con una scollatura che sfiorava appena il limite del provocante. I capelli erano raccolti in un'acconciatura morbida, e i gioielli brillavano sotto le luci della sala.

Entrai nel salone e subito sentii gli sguardi su di me. La musica dal vivo creava un'atmosfera magica, e i camerieri passavano con calici di champagne e tartine. Pierre mi affiancò, presentandomi a decine di persone influenti, ma io mi sentivo come una spettatrice di un film in cui non ero realmente coinvolta.

E poi lo vidi.

Francesco era lì.

Non sapevo come fosse arrivato o perché fosse lì, ma la sua presenza era impossibile da ignorare. Indossava un completo nero impeccabile, diverso dal suo solito stile casual. Sembrava fuori posto, ma anche perfettamente a suo agio.

I nostri sguardi si incrociarono, e il tempo sembrò fermarsi.

Lui si avvicinò lentamente, e io sentii il cuore battere sempre più forte. «Vanessa,» disse con una calma sorprendente.

«Francesco,» risposi, cercando di mantenere il controllo. «Cosa ci fai qui?»

«Tony mi ha invitato,» rispose con un piccolo sorriso. «Non pensavo che accettassi un invito del genere.»

«Io lavoro qui,» replicai, cercando di sembrare professionale. «È un evento importante per la mia carriera.»

«Lo so,» disse. «E tu sei incredibile. Ma non sono qui per Saint Laurent.»

Quelle parole mi colpirono come un fulmine. Non sapevo cosa dire.

Francesco si spostò leggermente, mettendosi tra me e la folla. La sua voce si abbassò, come se stessimo parlando in una bolla che escludeva tutto il resto.

«Non ce la faccio più, Vanessa. Ho provato a rispettare i tuoi spazi, a lasciarti andare, ma non ci riesco. Non voglio essere invadente, ma voglio che tu sappia una cosa: non mi interessa quanto sia complicato, o quanto tu creda che non ci sia spazio per noi. Io sono disposto a lottare.»

Il mio respiro si fece più rapido, e le sue parole mi colpirono come una cascata di emozioni. «Francesco, non è così semplice... la mia vita è qui, la tua è là. E io... io ho paura.»

«Anch'io,» ammise. «Ma voglio provare. Perché tu sei l'unica cosa che abbia mai avuto senso per me, Vanessa.»

Le lacrime mi bruciavano gli occhi, ma non volevo piangere lì, davanti a tutti. «Francesco, io...»

Non finii la frase, perché Pierre si avvicinò, interrompendo il momento. «Vanessa! I fotografi vogliono una foto con te e gli altri modelli!»

Lanciai un'occhiata a Francesco, e lui fece un passo indietro. «Vai,» disse con un sorriso triste. «Questo è il tuo momento.»

E così feci. Ma mentre posavo davanti ai flash dei fotografi, il mio cuore era altrove, perso in quegli occhi che mi avevano appena aperto un mondo di possibilità.

Quando la serata finì, tornai in hotel con un nodo in gola. Guardai il mio telefono, aspettandomi un messaggio da Francesco, ma non ce n'erano.

Dovevo prendere una decisione. Continuare a inseguire la mia carriera, lasciandomi alle spalle tutto il resto, o provare a costruire qualcosa di nuovo, con lui.

La risposta non arrivò quella notte, ma sapevo che presto avrei dovuto affrontarla.

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora