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Rimango in silenzio, osservando Francesco mentre guarda la città. È raro vederlo così, lontano dalla sua immagine pubblica. Non c'è traccia del ragazzo sicuro di sé che si muove tra la folla come un predatore silenzioso. Qui, nella luce soffusa delle luci cittadine, sembra quasi vulnerabile, come se il peso di ciò che porta dentro fosse visibile per un attimo. 

«Trovi mai quel motivo?» chiedo, rompendo il silenzio. 

Francesco mi lancia uno sguardo rapido, poi torna a fissare l'orizzonte. «A volte sì, altre volte no. Ma continuo a cercarlo. È questo che conta, no?» 

Non rispondo subito. Le sue parole mi colpiscono più di quanto vorrei. 

«Forse,» dico infine. «O forse è solo una scusa per restare in posti in cui non vuoi davvero essere.» 

Un sorriso fugace attraversa le sue labbra. «Potrebbe essere. Ma non mi sembri il tipo da accontentarti di scuse.» 

La conversazione si ferma lì, ma l'aria tra noi è carica di qualcosa che non riesco a definire. È un misto di tensione e curiosità, un terreno inesplorato che nessuno dei due sembra avere il coraggio di affrontare fino in fondo. 

«Eccovi qua!» La voce di Tony irrompe nel silenzio, facendomi trasalire. Mi giro di scatto per vederlo avanzare verso di noi, un bicchiere di vino in mano e il suo solito sorriso sfacciato. 

«Mi chiedevo dove foste finiti,» aggiunge, guardando prima me e poi Francesco con uno sguardo indagatore. «Spero di non interrompere nulla di interessante.» 

«Niente di che,» rispondo rapidamente, troppo rapidamente. Francesco, invece, rimane impassibile, limitandosi a un mezzo sorriso enigmatico. 

«Bene,» continua Tony, ignorando la mia risposta. «Perché là dentro stanno cominciando a parlare di te, Vanessa. Pare che il tuo look stasera abbia fatto colpo su qualcuno.» 

Non riesco a capire se stia scherzando o no, ma la sua osservazione mi mette a disagio. Non mi piace essere al centro dell'attenzione, specialmente quando non ne ho il controllo. 

«Chi?» chiedo, cercando di sembrare indifferente. 

Tony alza le spalle. «Un paio di produttori, credo. E, beh, anche qualcuno della scena musicale. Non fare quella faccia, è una buona cosa.» 

Prima che possa rispondere, Francesco si alza dalla ringhiera e si avvicina a Tony. «Se ti riferisci a quei produttori, non valgono il tempo di nessuno,» dice con un tono calmo, ma deciso. «Vanessa non ha bisogno di farsi vedere da gente del genere.» 

Tony alza un sopracciglio, sorpreso. «E da quando ti interessi così tanto alle scelte di Vanessa?» 

Il silenzio che segue è pesante, ma Francesco non si scompone. «Non mi interessa. Sto solo dicendo che merita di meglio.» 

La sua risposta mi colpisce, ma non so se più per le parole o per il modo in cui le dice. Tony, però, sembra divertirsi. 

«Giusto, giusto,» dice, facendo un passo indietro. «Non voglio interrompere la vostra filosofia notturna. Ci vediamo dentro.» 

Con un cenno rapido, si allontana, lasciandoci di nuovo soli. 

«Merito di meglio, eh?» chiedo, incrociando le braccia e guardandolo con un misto di ironia e curiosità. 

Francesco scrolla le spalle. «Non è un complimento. È un dato di fatto.» 

«Ah, quindi adesso sei anche un esperto delle mie scelte?» 

«No,» risponde, con una calma che mi spiazza. «Ma so riconoscere qualcuno che sta cercando di capire dove andare.» 

Quelle parole mi lasciano senza fiato per un momento. Non so come riesca a vedere così chiaramente ciò che sto cercando di nascondere a tutti, incluso a me stessa. 

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora