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Le parole di Francesco rimbombavano nella mia mente come un'eco incessante. La sua confessione, così improvvisa e vulnerabile, aveva fatto crollare ogni barriera che avevo costruito intorno ai miei sentimenti. Ma c'era ancora una parte di me che si ribellava, che si aggrappava alla paura di perdere il controllo della mia vita.

«Francesco...» iniziai, ma la mia voce si spezzò. Non sapevo cosa dire.

Lui mi guardava, in attesa, con quegli occhi che sembravano scrutare ogni angolo della mia anima. Non c'era pressione nel suo sguardo, solo una sincera speranza che mi spezzava il cuore.

«Non posso...» le parole uscirono a fatica. «Non posso essere quello che vuoi.»

Lui abbassò lo sguardo per un istante, come se il peso della mia risposta gli fosse piombato addosso. Poi annuì lentamente, senza rabbia, senza accusarmi. «Capisco,» disse, ma il tono della sua voce tradiva un dolore che mi fece sentire ancora più colpevole.

Restammo lì, in silenzio, con la musica che riempiva lo spazio intorno a noi, ma sembrava provenire da un'altra dimensione. Francesco fece un passo indietro, come per darmi lo spazio che pensava desiderassi.

«Non ti darò più fastidio,» aggiunse, e il suo sorriso triste fu la cosa più devastante che avessi mai visto.

Non risposi. Non potevo. Sentivo un nodo in gola che mi impediva di dire qualsiasi cosa. E poi lui si allontanò, scomparendo nella folla, lasciandomi sola con un vuoto che non avevo mai provato prima.

La mattina seguente, la mia agenda era piena. Avevo una grande sfilata da preparare, uno degli eventi più importanti della mia carriera. Avrei dovuto essere concentrata, determinata, ma la mia mente continuava a vagare verso Francesco. Le sue parole, il suo sguardo, quel sorriso spezzato... non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Arrivai alla location dell'evento con un'ora di anticipo. Lo staff era in fermento, e Pierre mi accolse con il solito entusiasmo. «Vanessa! Finalmente! Questo è il tuo momento, devi brillare.»

Cercai di sorridere, ma era un gesto forzato. «Farò del mio meglio.»

Pierre non sembrò notare la mia mancanza di entusiasmo e iniziò a darmi indicazioni su come muovermi in passerella, sulle pose e sui cambi d'abito. Intanto, io cercavo di scacciare i pensieri su Francesco, ma era impossibile. Ogni volta che chiudevo gli occhi, lo vedevo davanti a me, con quella vulnerabilità che non riuscivo a dimenticare.

Quando finalmente fu il mio turno di sfilare, la tensione era alle stelle. Indossavo un abito spettacolare, un pezzo unico disegnato da un famoso stilista, e sentivo gli occhi di tutti puntati su di me. La musica cominciò, e feci il mio ingresso sulla passerella.

Mentre camminavo, con la mente finalmente concentrata sul momento, i miei occhi si posarono su una figura familiare tra il pubblico. Francesco era lì, in prima fila, vestito in modo impeccabile ma con un'espressione seria, quasi tormentata.

Il mio cuore perse un battito. Non mi aspettavo di vederlo lì, e la sua presenza mi destabilizzò. Cercai di mantenere la mia compostezza, ma sentivo il suo sguardo seguirmi ad ogni passo.

Quando la sfilata finì e gli applausi riempirono la sala, corsi nel backstage per evitare qualsiasi confronto. Ma lui mi raggiunse, ignorando gli sguardi curiosi dello staff.

«Vanessa,» disse, fermandomi con una mano sul braccio. «Devo parlarti.»

«Francesco, non è il momento...» protestai, ma lui scosse la testa.

«Non m'importa del momento. Non potevo restare lontano. Non dopo ieri sera.»

Il suo tono era fermo, ma nei suoi occhi c'era una vulnerabilità che mi fece tremare. «Non ti sto chiedendo niente. Voglio solo che tu sappia una cosa.»

«Cosa?» chiesi, il cuore che batteva all'impazzata.

«Non importa quanto cerchi di respingermi. Io sarò sempre qui per te. Anche se decidi che non vuoi me nella tua vita, io non smetterò mai di volerti bene.»

Le sue parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Non sapevo cosa dire, ma prima che potessi rispondere, Pierre apparve accanto a noi.

«Vanessa, dobbiamo andare! La stampa ti aspetta!» disse, lanciando un'occhiata interrogativa a Francesco.

Lui fece un passo indietro, lasciandomi andare, ma il suo sguardo rimase fisso su di me mentre mi allontanavo. Sapevo che non sarebbe stato l'ultimo capitolo della nostra storia, ma in quel momento, ero troppo confusa per affrontare tutto.

Quella sera, mentre guardavo il mio riflesso nello specchio, sentii una lacrima scendere sulla mia guancia. Non sapevo se fosse per la confusione, per il senso di colpa, o per il fatto che, nonostante tutto, Francesco era riuscito a toccare qualcosa dentro di me che avevo sempre cercato di tenere nascosto.

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora