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La serata prosegue nel salone principale. Sono circondata da fotografi, giornalisti e colleghi del settore. Il discorso è stato un successo, e ora tutti sembrano voler parlare con me. Pierre è al mio fianco, sorridente, mentre mi presenta a figure influenti del mondo della moda.

Mentre chiacchiero con un giovane stilista emergente, Lucas Maretti, sento una presenza familiare alle mie spalle. È Francesco. Non lo vedo subito, ma percepisco il suo sguardo. Lucas è affabile, simpatico, e non smette di farmi complimenti per il discorso e l'abito. Ridiamo insieme di un aneddoto sul backstage della sfilata, e per un attimo mi rilasso.

«Spero di poter collaborare con te presto,» dice Lucas, con un sorriso che lascia intendere qualcosa di più. «Se hai tempo, magari potremmo parlare in privato di alcune idee.»

Prima che possa rispondere, una voce gelida interrompe il momento. «Mi sembra che Vanessa abbia già abbastanza progetti in ballo.»

Mi giro di scatto. Francesco è lì, a pochi passi, con le mani infilate nelle tasche del completo e un'espressione che alterna freddezza e fastidio. Il suo sguardo si posa prima su Lucas, poi su di me.

Lucas, visibilmente spiazzato, cerca di mantenere il sorriso. «Non intendevo mettere pressione. È solo un'idea.»

«Già,» ribatte Francesco, con un tono che lo rende tutt'altro che convincente. «Ma forse questa non è la serata giusta per parlarne, non credi?»

Il silenzio che segue è teso. Lucas, evidentemente a disagio, si scusa con un sorriso forzato e si allontana, promettendo di scrivermi in settimana. Quando rimaniamo soli, guardo Francesco, incredula.

«Che problema hai?» chiedo, incrociando le braccia.

Lui alza un sopracciglio. «Io? Nessuno. Sembrava che avessi bisogno di un intervento, tutto qui.»

«Un intervento?» ripeto, cercando di non alzare la voce. «Non stavo per essere assalita, Francesco. Stavamo solo parlando.»

«Sì, certo. Lui sembrava molto interessato al tuo... discorso,» ribatte, con una punta di sarcasmo.

Mi passo una mano tra i capelli, esasperata. «E allora? È un collega, un professionista. Non hai il diritto di intrometterti.»

Francesco si avvicina, e questa volta il suo tono si fa più serio. «Non mi piace come ti guardava. E non mi piace come tu gli ridevi.»

Le sue parole mi colpiscono, ma non voglio lasciargli l'ultima parola. «Non è affar tuo. Non siamo niente, Francesco. Tu non hai alcun motivo per essere geloso.»

Le sue labbra si contraggono, come se volesse rispondere ma non sapesse cosa dire. Alla fine, scuote la testa e abbassa lo sguardo. «Lo so. Ma non riesco a evitarlo.»

La sua sincerità mi disarma. Per un attimo, non so cosa dire. C'è un'intensità nei suoi occhi che mi fa venire voglia di abbassare le difese, ma allo stesso tempo, la sua arroganza mi irrita.

«Se vuoi dirmi qualcosa, fallo,» sussurro, mantenendo lo sguardo fisso sul suo. «Ma smettila di fare scenate. Non sono una tua proprietà.»

Lui annuisce lentamente, come se stesse riflettendo su ciò che ho detto. Poi, con un sospiro, mormora: «Non è facile starti vicino, Vanessa. Sei così... distante. Così difficile da capire. E ogni volta che penso di lasciarti andare, fai qualcosa che mi riporta qui.»

Le sue parole mi toccano più di quanto voglia ammettere. Ma prima che io possa rispondere, Pierre si avvicina con un grande sorriso. «Vanessa, cara! C'è qualcuno che vuole conoscerti.»

Francesco si allontana senza dire altro, lasciandomi con una sensazione di vuoto e una domanda irrisolta: cosa vuole davvero da me?

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora