24

56 6 0
                                    


Le giornate che seguirono furono un alternarsi di emozioni. Francesco e io decidemmo di rimanere a Parigi per qualche giorno in più. Non era una vacanza, né un momento per fuggire dalla realtà, ma un'occasione per affrontare tutto con calma, lontani dal caos delle nostre vite a Milano.

Passeggiavamo lungo la Senna, parlando a cuore aperto di ciò che ci spaventava. Io gli raccontavo delle mie insicurezze nel mondo della moda, della paura di essere solo un volto, un nome destinato a scomparire quando l'attenzione si sarebbe spostata su qualcun altro. Lui, invece, si aprì su quanto il mondo della musica lo facesse sentire intrappolato in un personaggio che non sentiva più suo.

«È come se fossi una versione di me che non voglio essere,» ammise una sera, mentre ci sedevamo su una panchina vicino a Notre-Dame. «Tutti si aspettano che io sia Kid Yugi, il trapper con il mondo ai suoi piedi, ma nessuno si interessa a chi sono veramente. Forse neanche io lo so più.»

«Forse dovresti smettere di preoccuparti di ciò che gli altri vogliono vedere,» gli dissi, stringendogli la mano. «Forse dovresti scoprire chi vuoi essere tu.»

Francesco mi guardò, e nei suoi occhi c'era una gratitudine sincera. Era come se, per la prima volta, qualcuno lo vedesse per ciò che era davvero, senza giudizi o aspettative.

Quando rientrammo a Milano, il caos delle nostre vite ci investì come un'onda improvvisa. Io ero attesa per una nuova campagna fotografica, mentre Francesco aveva interviste e una sessione in studio per il suo prossimo album.

Nonostante tutto, trovammo un equilibrio. Le nostre giornate erano frenetiche, ma ogni sera ci ritagliavamo un momento per noi, anche se si trattava solo di una chiamata o di un messaggio rapido.

Tony, inizialmente sorpreso dal nostro riavvicinamento, si dimostrò stranamente comprensivo. «Non so come facciate a gestirlo,» commentò una sera. «Ma se riuscite a farlo funzionare, allora forse c'è davvero qualcosa di speciale tra voi due.»

Un pomeriggio, mentre ero immersa in uno shooting per una famosa rivista di moda, ricevetti un messaggio da Francesco:

*«Preparati. Stasera ti porto in un posto speciale.»*

Non avevo idea di cosa avesse in mente, ma il tono del messaggio mi fece sorridere. Quando arrivò a prendermi quella sera, indossava un completo elegante, una versione di lui che raramente mostrava.

«Dove andiamo?» chiesi, incuriosita.

Lui sorrise, misterioso. «Vedrai.»

Mi portò in un teatro antico, un luogo nascosto nel cuore di Milano che sembrava uscito da un'altra epoca. Dentro, c'era un palco illuminato da luci soffuse e una piccola orchestra che accordava gli strumenti.

«Che cos'è?» chiesi, mentre mi accompagnava a uno dei posti in prima fila.

Francesco si schiarì la voce, visibilmente nervoso. «L'ho organizzato per te. È una piccola esibizione privata. Non è trap, né rap, né niente di ciò che faccio di solito. È qualcosa che mi somiglia di più.»

Quando l'orchestra cominciò a suonare, Francesco salì sul palco. Mi sorprese con una canzone che aveva scritto lui, una melodia dolce, accompagnata solo da un pianoforte e dagli archi. Era una canzone su di noi, su tutto ciò che avevamo vissuto e su ciò che sperava per il futuro.

Non riuscii a trattenere le lacrime mentre lo guardavo esibirsi. Non era più Kid Yugi, la superstar. Era Francesco, la persona che avevo imparato a conoscere e che, contro ogni mia resistenza, mi aveva conquistata.

Quando la canzone finì, lui tornò accanto a me, visibilmente emozionato. «Volevo che sapessi che sono disposto a fare di tutto per non perderti. Anche se significa uscire dalla mia comfort zone, anche se significa cambiare.»

Lo guardai, senza sapere cosa dire. Non avevo mai pensato che qualcuno potesse fare tanto per me.

«Grazie,» sussurrai, stringendogli la mano. «Non ho mai avuto bisogno di altro, se non di te.»

Quella sera segnò un punto di svolta. Non importavano le differenze tra noi o le aspettative del mondo esterno. Avevamo trovato un modo per capirci e supportarci, e questo era tutto ciò che contava.

La vita non sarebbe stata semplice, lo sapevamo entrambi. Ma per la prima volta, eravamo pronti ad affrontarla insieme. E, in fondo, quello era l'unico lieto fine che desideravo davvero.

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora