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Francesco mi guardava in silenzio, i suoi occhi scuri che riflettevano ogni emozione che sembrava troppo spaventato per esprimere a parole. La sua mano, ancora intrecciata alla mia, era calda e forte, ma tremava leggermente, come se lottasse contro se stesso.

Non dissi nulla. Non ce n'era bisogno. L'aria tra di noi era densa, carica di qualcosa di più profondo di qualsiasi discorso avessimo mai avuto. Per un momento, pensai di spostarmi, di mettere un po' di distanza tra noi per spezzare quella tensione. Ma quando cercai di muovermi, Francesco strinse la presa sulla mia mano, trattenendomi.

«Vanessa,» mormorò il mio nome come se fosse un segreto, la voce bassa e leggermente incrinata.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo. I suoi occhi erano fissi sui miei, e per la prima volta, non c'era alcuna barriera. Nessuna maschera, nessun mistero. Solo Francesco, vulnerabile e onesto.

«Posso...?» iniziò, ma la frase rimase sospesa nell'aria.

Non gli lasciai il tempo di finire. Non perché fossi impaziente, ma perché sentivo che le parole non avrebbero fatto giustizia a ciò che stavamo provando. Con un gesto lento, mi avvicinai, annullando lo spazio tra di noi. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, e sentii il suo respiro caldo sulla mia pelle.

Fu lui a fare il passo finale. Le sue labbra si posarono sulle mie con una dolcezza che mi sorprese, quasi come se temesse di spezzarmi. Non c'era fretta, nessuna urgenza. Solo un bacio lento, pieno di emozione, come se stesse cercando di dirmi tutto quello che non era mai riuscito a esprimere.

Mi persi in quella sensazione, nelle sue mani che si spostarono con delicatezza sulle mie guance, come se volesse assicurarsi che fossi reale. Il mondo intorno a noi sembrò svanire, e per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti, mi sentii completamente al sicuro.

Quando ci staccammo, i suoi occhi cercarono i miei, quasi come per confermare che non mi fossi pentita. Ma io gli sorrisi, incapace di trattenere la felicità che sentivo esplodere dentro di me.

«Scusa se ci ho messo tanto,» mormorò, sfiorandomi la guancia con il pollice.

«Ne è valsa la pena,» risposi piano, la voce tremante per l'emozione.

Francesco sorrise, un sorriso genuino che gli illuminò il volto. «Sai, Vanessa, non penso di aver mai provato niente del genere. Con nessuno.»

Quelle parole mi colpirono profondamente, ma decisi di non rispondere. Non c'era bisogno di dire altro. In quel momento, avevamo tutto ciò che ci serviva.

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora