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La mia mente è un caos. Ogni parola della canzone, ogni immagine del video, mi riporta a Francesco, alla sua intensità, al modo in cui mi guarda come se riuscisse a vedermi davvero, oltre i muri che alzo. Provo a scacciarlo dalla testa, ma è impossibile. *Lilith* non è solo una canzone, è un messaggio.

Il telefono vibra di nuovo. Questa volta è un messaggio da Francesco.

**Francesco**: "Hai ascoltato?"

Lo fisso per qualche secondo, il pollice sospeso sopra la tastiera. Non so cosa rispondere. Non so se voglio rispondere. Ma alla fine, le mie dita si muovono da sole.

**Io**: "Sì."

Lui visualizza subito, ma non scrive nulla. L'attesa è snervante, eppure non riesco a staccare gli occhi dallo schermo. Quando finalmente arriva la sua risposta, il cuore mi salta in gola.

**Francesco**: "Ci vediamo stasera?"

Resto immobile. Potrei dire di no. Dovrei dirlo. Ma dentro di me c'è una parte che vuole sapere cosa significhi tutto questo, cosa voglia lui da me.

**Io**: "Quando e dove?"

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La sera arriva troppo in fretta. Mi preparo senza pensarci troppo, ma sento l'agitazione crescere mentre scelgo cosa indossare. Finisco con un vestito semplice, nero, e i capelli raccolti in una coda alta. Non voglio sembrare troppo curata, ma nemmeno troppo indifferente.

Francesco mi aspetta davanti al portone di casa. È appoggiato alla sua macchina, con le mani infilate nelle tasche della giacca. Quando mi vede, il suo sguardo si illumina per un istante, ma cerca di nasconderlo dietro la sua solita espressione imperturbabile.

«Sei arrivata,» dice semplicemente, aprendo la portiera per me.

Salgo senza dire nulla, e lui mette in moto. La tensione nell'abitacolo è palpabile. Non so dove stiamo andando, e non chiedo. Mi limito a guardare fuori dal finestrino, cercando di calmare il battito del cuore.

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Arriviamo in un posto fuori città, lontano dal caos e dalle luci della città. È un piccolo locale discreto, quasi nascosto. Dentro, la musica è soffusa e l'atmosfera intima. Francesco ordina due bicchieri di vino e ci sediamo in un angolo appartato.

«Allora?» rompe il silenzio, fissandomi con quegli occhi che sembrano scavare dentro di me. «Che ne pensi?»

«Della canzone?» chiedo, anche se so che non si riferisce solo a quella.

Lui annuisce, sorseggiando il suo vino senza staccare lo sguardo da me.

«È... intensa,» ammetto, scegliendo le parole con cura.

Francesco si inclina leggermente in avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo. «È quello che volevo. Che fosse intensa. Come te.»

Quelle parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Non so cosa rispondere, così abbasso lo sguardo sul mio bicchiere, cercando di guadagnare tempo.

«Perché lo hai fatto?» chiedo infine, alzando gli occhi verso di lui.

Lui sospira, passandosi una mano tra i capelli. «Perché volevo che sapessi come mi sento. E perché sapevo che non te lo avrei mai detto nel modo giusto. Io... non sono bravo con le parole, Vanessa. Ma con la musica sì.»

Il suo tono è così sincero che mi sento spiazzata. Non so cosa aspettarmi da lui, ma sicuramente non questo.

«Francesco, non so se sono pronta per...» Inciampo sulle parole, incapace di completare la frase.

«Non ti sto chiedendo nulla,» mi interrompe, la voce più morbida. «Volevo solo che lo sapessi. Che tu capisca che per me non è solo un gioco.»

Le sue parole mi lasciano senza fiato. Guardo il suo viso, la sua espressione vulnerabile che raramente mostra a qualcuno, e sento una parte di me cedere.

Ma la paura è ancora lì, radicata in profondità.

«Io non so se posso darti quello che vuoi, Francesco,» ammetto, la voce quasi un sussurro.

Lui annuisce lentamente, come se si aspettasse quella risposta. «Non ti sto chiedendo di darmi niente. Voglio solo che tu sia onesta con me. E con te stessa.»

Le sue parole rimangono sospese nell'aria, e io non so cosa dire. Forse non c'è nulla da dire.

tra le note del cuore - kid yugi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora