Extra ~ 𝘏𝘪𝘴𝘩𝘦𝘳

40 5 6
                                        

Il racconto di come una delle coppie più amate di Wilderness si conobbe:
Lasgol e Bashèy.

Si alzò e si allontanò dal corpo dell'amato, pensando che non appena avrebbe aperto la bocca avrebbe iniziato a gridare istericamente di volere il marito lì con lei.
Soprattutto quando nella sua mente rivide una scena.
Lei, venticinque anni prima, insieme ad un giovane dai lunghi capelli d'oro, i loro corpi stretti l'uno all'altro, le braccia di lei ancorate al collo di lui, le labbra che si sfioravano appena, la luna che inargentava i loro profili.

- Bashèy, Dark Hearts

«Mi spiace, ma non posso venire».

«Perché no?» Vera trotterellò dietro all'amica, e mentre saltellava allegramente i suoi riccioli rossi si alzarono nell'aria. «Tutte le ragazze ci vanno», cinguettò.

«Ho detto che non posso», replicò Bashèy, supplichevole di uscire dall'argomento festa al più presto. «Mio padre ha bisogno di me altrove».

L'altra si esibì in una piroetta, facendo svolazzare attorno a sé la gonna fucsia che indossava. «Non puoi mancare! La Festa d'Inizio Estate di Nai-Wei è l'evento più grandioso dell'anno...» Perse l'equilibrio, e quasi andò a finire contro uno scaffale allestito con un fragile servizio di porcellane.

Bashèy se ne accorse appena in tempo: si fermò, afferrò Veronika per un braccio e la raddrizzò, apostrofandola con una micidiale occhiataccia pungente quanto gli aghi da cucito che accompagnavano i rocchetti di filo nel cestino che Bashèy teneva appeso al braccio sinistro.

«Se rompi la collezione di mia madre lei mi ucciderà, e venire alla festa sarà ancora più impossibile», la sgridò. «Tu non dovresti nemmeno essere qui. Se mio padre lo sapesse...»
Vera le rivolse un sorriso a trentasei denti. «Ma tuo padre non lo sa».
L'amica sbuffò e le piazzò tra le mani il cesto con il materiale da cucito. «Dammi un buon motivo per cui dovrei prendermi le bastonate di mio padre solo per venire ad una festa».

«Tuo padre è davvero così cattivo?», chiese Veronika seguendo Bashèy, che stava entrando in camera sua.
Lei, anche se non ne capiva il motivo, sentì il dovere di difenderlo. «Mio padre non è... cattivo», ribatté debolmente. «Lui... ha a cuore il bene della famiglia. Il mio compito è lavorare e portare a casa i soldi che guadagno. Mia madre cucina. Abbiamo tutti un compito per mantenere la nostra famiglia».

Sentì la mano di Vera posarsi sulla sua spalla. «E qual è il compito di tuo padre, Shy? Spendere tutti i tuoi guadagni in Azvhori

Bashèy sospirò.
Veronika aveva iniziato a chiamarla Shy per l'assonanza tra il suo diminutivo, Shey, e la parola "timido", shy, che rispecchiava perfettamente il suo carattere. «Un buon motivo per venire alla Festa?», disse invece.

Veronika serrò le dita sulla mano di Bashèy; la sua voce si acuiva sempre di più mentre parlava: «È l'evento più bello dell'anno, tutto il paese ci andrà, ci sarà la tua amica super fantastica, e ci saranno un sacco di ragazzi strafighi!», gridò, pronunciando l'ultima parola come se ci fossero tante "i" al finale.

Bashèy nel frattempo aveva iniziato a rammendare la gonna di una ricca signora che si serviva di lei come sarta di fiducia. «Non ho tempo per i ragazzi. Ho tempo per stare qui a cucire fino a mezzanotte per evitare di farmi picchiare da mio padre. E non guardarmi così», aggiunse vedendo l'espressione annoiata dell'amica, «sei stata tu ad insistere per venire ad aiutarmi. E aiutarmi non include distrarmi con chiacchiere sulla Festa d'Inizio Estate. Sappiamo entrambe che non potrò andarci...»

Wilderness. Dark HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora