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I nostri cuori sono così vicini, che col tuo cuore e col mio cuore, si può costruire un unico cuore.

- Shakespeare

«Il Moonrise, che adesso è di Bashèy, sarà al centro del nostro piano. La stanza di Lasgol e Bashèy sarà utilizzata come luogo in cui riuniremo tutti i Mutaforma che troveremo e da lì tu e tua madre userete il mio Laaxis per portarli nelle altre Dimensioni, dove saranno al sicuro. Al tuo ritorno io, tu e le nostre figlie cambieremo nome - tanto per sicurezza - e ci trasferiremo sulla Terra».

Quando Inaq finì di spiegarle il piano, Viola capì che era una follia. «Quando io sono via con gli altri Mutaforma dovrò lasciare qui Rasha e Naomi... saranno al sicuro?»
«Saranno con me», replicò lui, come se ciò bastasse a spiegare che non doveva preoccuparsi.
«È una pazzia», mormorò la moglie scuotendo la testa. Nel piatto davanti a lei lo spezzatino di cervo in umido era rimasto intoccato. «Una totale pazzia».

«Hai altre idee?», replicò Inaq.
E Viola dovette ammettere di no.

Non passò molto tempo - si trattò più di ore che giorni - prima che gli Heatherclaw, i Nightshade, Bashèy, Inaq e Viola e i rispettivi figli si riunissero al Moonrise, nella vecchia stanza di Lasgol, per discutere della sorte dei Mutaforma.
Fu Viola a spiegare il piano del marito, sperando che dicendolo lei stessa riuscisse a convincersi che non era poi così assurdo. Ma aveva sperato in una reazione più positiva da parte di chi la ascoltava.

Hope - che da quando Cloud se n'era andato, rivelandosi suo nemico e pronunciando un'oscura profezia non era più la stessa ragazza spericolata e avventata di prima - trovò l'idea pessima e folle, così come il resto dei Nightshade; Hera aveva inizialmente reputato il piano troppo rischioso, ma Amina e Martin, felicemente sposati da poco più di tre mesi, riuscirono a convincerla ad avere fiducia, dato che quel piano era l'unica speranza che avevano di sopravvivere.

Per fortuna Bashèy si mostrò entusiasta e collaborativa, contagiando tutti: corse subito a chiamare i Sunriver, la famiglia di Lasgol, e li portò nel loro rifugio al Moonrise, Viola e sua sorella andarono a cercare i loro compagni Mutaforma della Heatherclaw School, ma ahimè trovarono solo venti dei cinquanta che conoscevano, scoprendo che gli altri trenta erano stati arrestati e dieci di loro già uccisi. Hope riuscì a mettersi in contatto con alcuni suoi parenti Mutaforma, mentre Hera ed i signori Nightshade andarono nelle case di ciascuno dei Mutaforma radunati al Moonrise per racimolare qualche provvista, dato che avrebbero dovuto trascorrere settimane, forse mesi, nella stanza del Moonrise.

In poco tempo tutti erano pronti per trascorrere tutto il tempo necessario al Moonrise.

Il pomeriggio successivo Inaq disse alla moglie di essere riuscito a mettersi in contatto con Maia, una Mutaforma-Aquila che viveva sulla Terra da anni e che si era offerta di dare rifugio ad alcuni di loro, specificando però che non avrebbe potuto accogliere tutti, solo pochi di loro.

Viola aveva subito indotto una riunione con i Ribelli, come si erano definiti i Mutaforma rifugiati. Dopo una lunga e animata discussione, erano giunti alla conclusione che sarebbero stati i Nightshade, Hera, Viola, Inaq, Naomi e Rasha ad andare sulla Terra.
Bashèy però aggiunse: «Devi portare con te anche Lilith. Se andrà in un altra Dimensione, tu... non vedrai mai più tua figlia».

Hope esitò. «Ma la profezia?», le fece notare. La vedova scrollò le spalle. «Porta anche Evan, se è necessario».

Lilith ed Evan si guardarono, preoccupati. Solo allora Viola si accorse che era davvero passato tanto tempo dall'ultima volta che li aveva visti - senza contare la volta dopo la morte di Lasgol.
Dovevano avere ormai quasi due anni.

«Perché Lilith deve andare via?», chiese Evan, con la sua impacciata voce da bambino. «E perché dite che la sua mamma è Hope? Non voglio perderla... La mia sorellina...»

L'ex Mutaforma-Lupo sospirò. Rivolse uno sguardo all'amica. «Non è giusto», mormorò. «Non puoi fargli credere di essere fratelli».
«La profezia dice che...», obiettò l'altra. Viola la interruppe: «Non mi interessa cosa dice la profezia!», esclamò. «È stato un sogno, un sogno di Cloud. Come puoi credergli, dopo che ha cercato di uccidere tua figlia?»
«Ma se non avesse mentito
«E se l'avesse fatto?»

«Ragazze, basta». Amina prese la parola per la prima volta quel pomeriggio. «Viola ha ragione: non puoi credere ad un traditore, Hope. Ma c'è anche un dettaglio che nessuno ha preso in considerazione».

Tutti si voltarono a guardarla, curiosi.

«Bashèy non è una Mutaforma», concluse. «Non ha bisogno di scappare, di nascondersi. Suo marito non c'è più, quindi non è nemmeno sposata con un Mutaforma. Resta solo suo figlio, che però non sappiamo se è o no un Mutaforma. Non sapendolo, non può rimanere qui. Sarebbe troppo rischioso». Rimase un attimo in silenzio a riflettere, poi esclamò: «Maia!»

Inaq la guardò perplesso.

«Stando alle lettere che ti ha scritto, Maia vorrebbe un figlio ma non ne ha», spiegò. «E se adottasse Evan?»
Martin fece notare: «Ma adesso che hanno ascoltato la nostra conversazione sapranno tutto. Non possiamo permettere che le loro scelte vengano condizionate da una profezia che probabilmente nemmeno esiste».
Data la cotta che un tempo aveva per Hope, il fratello di Inaq aveva particolarmente a cuore la sorte di Lilith ed Evan, e non avrebbe mai permesso agli altri Ribelli di prendere una decisione sbagliata sul loro conto.

Viola guardò Bashèy, improvvisamente illuminata da un'idea. «Bashèy, una volta hai cancellato la memoria dei miei genitori», disse. «Perché non provi a cancellare anche la loro?»
La donna esitò.
Ma certo, Viola si sentì stupida. Le ho appena chiesto di cancellare la memoria di suo figlio, facendo in modo che non la riconosca come madre.
Bashèy però la stupì: nonostante l'indecisione iniziale annuì. «Se servirà per farli essere al sicuro, va bene».

A quel punto Amina parlò di nuovo: «Io e Martin possiamo portare il resto dei Ribelli a Swalhossji. Infondo è la patria dei Mutaforma, no? Lì saremo al sicuro».
Bashèy ebbe da ridire: «È anche la patria dei maghi e degli stregoni. E ci sono molti Mutaforma maghi. Come Gufo Albino...» le si spezzò la voce.

«Sta tranquilla». Viola sorrise. «Amina sa cavarsela».
La sorella ricambiò il sorriso. «Ho imparato da te, sorellina».
Viola ridacchiò, poi si ricompose. «Partiremo stasera al tramonto», annunciò. «Bashèy, mi aspetto che tu ti procuri entro quell'ora il Laaxis di Jamie dei Lupi. Ho sentito che è una tua amica».
La donna annuì. «Consideralo fatto».
«Bene». Viola sospirò. «Ringraziamo gli Spiriti per averci fatto subito trovare qualcuno così magnanimo da offrirci un luogo sicuro sulla Terra».

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Il tramonto arrivò in fretta. Parvero passare soltanto pochi minuti dalla riunione a quando i Ribelli si radunarono davanti al Burrone dell'Infinito.
«Ebbene», fece Amina, «temo che questo sia un addio».
«Già», rispose la sorella. «Ma se avrai tempo verrai a trovarmi, sulla Terra?»
«Puoi contarci».

Si scambiarono un abbraccio, poi Amina aprì il portale per Swalhossji e vi condusse tutti i Mutaforma di cui aveva deciso di prendersi carico. Il portale si richiuse con un fischio alle loro spalle.

Viola diede un rapido bacio al marito. «Spero di rivederti presto, mia cara», le disse lui. «Lo spero anch'io», mormorò la moglie, con le lacrime agli occhi.
«Ehi». Inaq si accorse che stava piangendo e le prese il volto tra le mani. «Non piangere. Questo non è un addio. Ci rivedremo».
Viola annuì, poi gettò il Laaxis nel Burrone. «Prima Dimensione, Terra», sussurrò, e si aprì un portale azzurro.
Diede Evan a Hera e Lilith a Hope, poi saltò nel portale, per la prima volta nella sua vita.

Sentiva che ne sarebbe passato di tempo prima di poter tornare a casa.

N.d.A

Scusate se il capitolo è breve...
Siamo quasi alla fine de Il Racconto di Naomi! Preparatevi per la terza parte...

Wilderness. Dark HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora