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Ascolta la mia anima parlare. Nell'istante stesso in cui ti ho vista, il mio cuore ha volato al tuo servizio.

- Shakespeare

Con un colpo di briglie, Malvern spronò il suo cavallo ad accelerare l'andatura. Il destriero dal lucente manto bianco si lanciò in avanti con un nitrito.
Oltrepassò i suoi compagni di Tribù, anch'essi in sella a possenti stalloni, che lo seguivano a distanza, poiché i loro cavalli non raggiungevano la velocità di quello del Capotribù.

Malvern raggiunse la bacheca degli annunci funebri, al centro della piazza centrale di Shon-Wei, e leggendo le parole degli Squali, si fermò.
«Andate pure avanti», disse rivolto ai guerrieri che lo accompagnavano. «Aspettatemi all'uscita della città».
Gli uomini eseguirono l'ordine del loro capo, lasciandolo da solo nella piazza, in mezzo al viavai di mercanti e paesani.

«Khela degli Squali». Era il nome riportato sull'annuncio funebre. «È stata giustiziata dall'Ambiziosa Capotribù degli Squali Rasha» Malvern non poté che sorridere pensando all'epiteto di Rasha, Ambiziosa, e sapeva bene che lo era anche in amore. Proseguì la lettura: «...per aver commesso un errore nella consegna di alcune lettere. "Quel suo errore", racconta la Capotribù, "mi è costata la fiducia della persona che amo. Non posso dire chi è, ma posso dire che farmi perdere la fiducia di questa persona è la peggior colpa di cui poteva macchiarsi. Consideravo Khela mia amica e riponevo la mia fiducia in lei, ma questo non mi permette di riconquistare il cuore del mio amato. Amor mio, sai quanto tengo a te, se mai leggerai questo messaggio ti prego di ignorare l'errore della defunta Khela e concentrarti sulla consapevolezza che sei per me come ossigeno, senza di te non posso vivere, come non posso vivere senza respirare"».

Il cuore del Capotribù fu a mala pena sfiorato dal proiettile che le parole di Rasha avevano scagliato.
«Ci penserò», borbottò. «Sai che il perdono non può essere strappato di forza dal cuore di una persona... e certo io non faccio eccezione».

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Quando qualcuno bussò alla porta della capanna di Ramin e Safir, il ragazzo non si aspettava che il postino avesse una lettera per lui ed una per sua madre.
Nessuno gli scriveva mai una lettera.
Portò a Safir la lettera indirizzata a lei, ed ascoltò attentamente la lettura del messaggio.

«Cara Safir, i Prescelti hanno scoperto il loro destino. Ne manca solo uno... ma penso di sapere chi sia. Alla prossima Riunione annuncerò la partenza dei Prescelti per la Prima Dimensione... sempre che il quarto Prescelto decida di
partire. Il tuo caro amico Jadaar».
Safir guardò il figlio. «Adesso leggi tu la tua lettera».

Ramin obbedì: «Buonasera, Ramin... o forse dovrei dire Prescelto? Sono Kayra, la ragazza che qualche giorno fa si era persa nel tuo territorio. Ti ricordi di me? Quando ci siamo salutati, ho sentito che ci saremmo rivisti molte altre volte... ed ora so perché. Ho la risposta a tutte le domande che sono sorte dopo il nostro incontro. So che anche tu hai provato lo stesso, e che vorresti una risposta. Bene, io te la posso dare. Stasera alla Rocca degli Squali, insieme a Rasha degli Squali e Kira delle Aquile. Conto sulla tua presenza, Prescelto».

Il Perlustratore alzò gli occhi dal foglio per incrociare lo sguardo della madre. Stava per chiederle se poteva andare, ma Safir lo precedette: «Vai. Stasera, alla Rocca degli Squali».

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Kayra scrutava la terra oltre il Lago degli Squali, spazientita.
«Tranquilla, sono sicura che verrà».
La guerriera delle Tigri si voltò. Kira le aveva posto una mano sulla spalla.
«E se invece non venisse?», domandò ansiosa. «Se sua madre non gli avesse permesso di venire all'appuntamento con tre perfetti sconosciuti?»

Wilderness. Dark HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora