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Dormi e io ti cullerò tra le mie braccia.

- Shakespeare

Viola non vedeva Hope dall'episodio del Come-ammazzare-Inaq.
O meglio, non la vedeva in forma umana.

Erano già alcuni giorni che la sua amica girava in forma di una bellissima gatta grigia scura con gli occhi verdi sempre accompagnata dal fidanzato - i gatti li definivano così? - Cloud, un magnifico soriano colori crema dagli occhi azzurri.
A Viola occorsero tre mesi per capire il perché.

Tre mesi dopo, infatti, in un freddo giorno che i Terrestri avrebbero definito il "7 febbraio" - a Wilderness non c'erano i mesi, solo le stagioni, ma a scuola, nella materia Cultura Terrestre, venivano insegnati anche i nomi dei mesi Terrestri e tutti gli altri modi di contare il tempo che usavano - l'ex Mutaforma-Lupo era accovacciata vicino a Hope-gatta, sdraiata con cinque minuscoli gattini che premevano le zampette sulla sua pancia.

Quattro di loro avevano il manto lucido, di meravigliose tonalità di nero e grigio. L'ultimo era il più minuto, una femmina dal pelo soffice e color crema come il padre.

Hope scambiò uno sguardo con Cloud - che non aveva perso occasione per far capire a Viola quanto detestasse l'idea che lei stesse così vicina ai suoi figli - che prese il suo posto accanto ai cuccioli cosicché la madre potesse trasformarsi in Umana e prendere da parte l'amica.
Viola si sarebbe aspettata qualcosa del tipo "Quant'è che non posso parlarti!", "Mi sei mancata" o "Sono felice di rivederti", ma Hope aveva altri piani.

«Lei è Lilith», disse indicando lo scricciolo beige. «Ed è l'unica Mutaforma. Cloud suggerisce di crescerla come una normale gatta e, benché sia convinta che non sia giusto, capisco che è l'unica opzione. Lilith ha un dono, Viola. Ha un dono e io glielo toglierò». Rivolse uno sguardo triste alla gattina. «È la più debole, e non so nemmeno se supererà la notte», ammise. Poi, con un sospiro, aggiunse: «E non glielo auguro, di sopravvivere». Viola percepiva dall'incrinazione della sua voce quanto le costassero quelle parole. «Se però dovesse farcela, non voglio essere io a crescerla. Portala a Bashèy, ho saputo che anche lei a breve avrà un figlio».
«Perché non a mia madre, invece?», propose l'altra. «Ha esperienza, dato che ha cresciuto due Mutaforma...»
«No!», gridò Hope, allarmata. Quando si rese conto di aver urlato, si corresse: «Voglio dire, è meglio che lei e il figlio di Lasgol vengano cresciuti come fratelli».

Viola le scoccò un'occhiata diffidente.

«E va bene, va bene!» Hope alzò le mani. Anche se il gesto poteva parere scherzoso, i suoi occhi nocciola erano serissimi. «C'è dell'altro. Cloud ha sognato una ragazza e un ragazzo che si baciavano sullo sfondo di una città distrutta. Non so come, ma ha percepito che erano Mutaforma. Un gatto e un leone». Sospirò. I suoi occhi erano scuri dalla preoccupazione. «Vedi, una Mutaforma-Gatto e un Mutaforma-Leone... apparsi a Cloud... non possono che essere Lilith e il figlio di Lasgol. E può significare solo una cosa: in un modo o nell'altro, se staranno insieme causeranno distruzione».

«Non per forza staranno insieme...», cercò di obiettare Viola. Hope parve sconcertata da quello che disse l'amica. «Viola!», esclamò. «Se Cloud l'ha sognato, devono essere destinati a stare insieme. E l'unico modo per impedirlo e fare credere loro di essere fratelli».

Viola pensò a come sarebbe stato crescere credendo Inaq suo fratello.

Non moriresti a ventisette anni, disse un'infida vocina infondo alla sua mente. Hai venticinque anni, vuoi davvero morire tra due anni? Affrettati a lasciarlo, se ci tieni a vivere.
Scacciò quel pensiero. Inaq voleva ucciderla? Che sciocchezza! Era più facile che Lilith fosse l'unica tra i figli di Hope a sopravvivere - cosa assolutamente improbabile... Anzi, era più possibile che succedesse il contrario.

Wilderness. Dark HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora