Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
- Shakespeare
Cinque anni dopo
I primi anni di matrimonio furono un sogno: tutto andava per il meglio, le giornate erano avvolte da un'atmosfera romantica e Viola accantonò ogni preoccupazione. Avrebbe davvero vissuto una vita felice al fianco del marito.
Intorno al quinto anno, però, vennero a galla i primi problemi.Tutto iniziò con incomprensioni che portavano a furiosi litigi. Viola pensò che con l'avvento della loro prima figlia, Natacha, potesse placarsi la tempesta, che invece non fece che peggiorare in un crescendo di urla e frustrazioni.
Due anni dopo, successivamente alla nascita della seconda figlia, Naomi, Natacha morì. Fu un incidente, ma Inaq non ne volle sapere e diede la colpa ad Amina.E fu a quel punto che la situazione degenerò.
Inaq iniziò a bere - e da lì nacquero nuovi litigi - e a diventare violento.
Il mese seguente alla morte di Natacha venne a mancare anche il padre di Inaq, per cui lui e Viola presero il suo posto come Capitribù.
Ma niente servì a togliere l'alcol dalla mente di Inaq, e con essa, la violenza.«Lascialo» fu il consiglio di Hope quando Viola glielo disse. «Non ti merita».
«Detto da una che esce con un gatto randagio...», replicò lei, sforzandosi di sorridere.
Hope le diede una mandata scherzosa. «Ehi! A questo punto potrei considerare l'opzione di offendermi seriamente».
«Dubito che potresti», ribatté l'altra.
Hope s'incupì. «Però, Vio, seriamente, parlane con qualcuno. Qualcuno che ti possa aiutare».«Un assassino mercenario, intendi? Sì, potrei provare», ironizzò l'amica.
«Senti Lasgol», suggerì la Mutaforma-Gatto. «Uccide chi fa del male agli animali, no? Forse anche un'ex Mutaforma può richiedere i suoi servizi. Così ne approfitti per vedere quale strano abito avrà oggi Bashèy», aggiunse sorridendo.Detto fatto.
Forse Hope scherzava, ma Viola la prese sul serio.
Poche ore dopo era già sotto casa di Bashèy, in compagnia di Lasgol. L'uomo era appoggiato con la spalla muscolosa contro lo stipite della porta.«Viola», sospirò dopo averla ascoltata. «Io uccido i cacciatori. E a volte li ferisco soltanto. Non posso uccidere tuo marito... così...»
«Certo. Capito». Viola fece per andarsene, ma Lasgol la fermò, stringendole una mano sulla spalla. «Ti aiuterei», disse raddrizzandosi, «ma Inaq è il Capotribù. Se dovesse sopravvivere all'attacco... potrei non sopravvivere io».
La ragazza annuì. Sapeva benissimo che, se voleva, Inaq era capace di aizzare contro Lasgol tutta la Tribù degli Squali.
E non appoggiare il marito sarebbe stato considerato un atto di tradimento da parte di Viola.«Non puoi nemmeno provarci?», insistette. «Ti pagherò. Ti pagherò quanto vorrai. I soldi ti servono, no?»
Lasgol scosse la testa; i capelli dorati ondeggiavano nell'aria.
Era bello, pensò Viola. Molto bello.
«Non accetterò alcun pagamento da una donna che subisce violenza dal marito», disse, «e tantomeno da te, che sei mia amica. Ti aiuterò. Ma non posso ucciderlo».Viola lo abbracciò di slancio. Sentiva sotto le mani i muscoli di lui, anche attraverso la maglietta grigioverde che indossava.
Lasgol sussultò, sorpreso, allora lei si allontanò.
«Grazie mille, Lasgol», gli disse. «Al prossimo segno di violenza ti avviserò».
«Ed io sarò subito lì». L'uomo concluse con un ruggito, che ricordò a Viola cosa fosse Lasgol in forma animale.
Si salutarono brevemente, poi Viola gli diede le spalle per incamminarsi verso casa. La sua casa con Inaq, alla Rocca degli Squali.Al suo arrivo, Viola trovò Inaq ad aspettarla, per scusarsi.
«Amavo talmente tanto Natacha», spiegò, «che mi sono lasciato sopraffare dal dolore».
«E tua moglie?», fece lei. «Non la ami? Non mi ami?»Inaq sbiancò. «Certo...», disse dopo un attimo di esitazione. «Certo che ti amo. E non ho intenzione di lasciarmi più andare. Terrò duro. Per te. Perché non meriti di essere trattata come ho fatto io. E non lo rifarò».
E Viola ci credette.
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«Chi era?»
Lasgol si voltò, sorridendo alla moglie che era comparsa dietro di lui. Indossava una tunica rossa a fiori e un paio di pantaloni blu elettrico.
«Viola», rispose lui. Gli occhi verde nocciola di Bashèy che lo scrutavano, agli occhi di qualcun'altro potevano sembrare impassibili, ma Lasgol leggeva nel suo sguardo felicità trattenuta. La si poteva vedere anche dalla leggera incurvatura delle labbra e dall'appena visibile fremito delle mani.«Se n'è andata? »La sua voce trasudava eccitazione.
«Sì».
«Bene». Il tono di Bashèy era teso. «Allora posso dirtelo. Noi... Io... aspetto un bambino».Il volto di Lasgol si aprì in un sorriso. Affondò le mani nei fianchi della moglie per tirarla a sé, facendola girare tra le sue braccia muscolose. La donna finì per perdere l'equilibrio e cadere addosso al marito, con la testa appoggiata sul petto di lui, che le accarezzava i capelli biondo-argentei. Lei alzò lo sguardo su quello di Lasgol, rivolgendogli un'occhiata mielosa con un pizzico di sensualità.
L'uomo si chinò su di lei per darle un delicato bacio sulle labbra. Si scostò da lei per prenderla per mano e farla volteggiare. Bashèy rise, felice. Allora Lasgol, con estrema delicatezza, la sollevò tra le braccia e la baciò di nuovo.
La portò dentro casa, adagiandola sul letto, poi si chinò su di lei ad accarezzarle il volto. Lei scostò una ciocca di capelli dorati dal volto del marito e gli diede un bacio.
«Sei bellissimo, lo sai?», sussurrò.
Gli cinse il busto con le braccia e lo tirò, facendolo stendere accanto a lei.
Bashèy si rannicchiò contro il corpo del marito, guardandolo con occhi adoranti.
«Lo so», rispose infine lui. «Lo so perché quando mi guardi, sembra che per te non ci sia cosa più bella di me al mondo, e spero che quando ti guardo i miei occhi ti trasmettano lo stesso messaggio».
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Wilderness. Dark Hearts
Fantasy[Saga Wilderness | Volume 1] Milioni di secoli fa, i Dodici Spiriti della Natura, noti anche come Dodici Forze della Natura o Guardiani della Natura, popolavano i rigogliosi ambienti della Terra, la Prima Dimensione. Drastici cambiamenti li costrin...