Wilderness. Dark Hearts

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Non trasformare i tuoi pensieri nelle tue prigioni.

- Shakespeare

Centinaia di ragazzi a cavallo, disarmati ma con lo sguardo bellicoso, in testa al cui gruppo c'era Rasha, affiancata da due ragazze di cui una le somigliava moltissimo.
Shane si chiese se non stesse sognando. Un gruppo di guerrieri - se così potevano definirsi - spuntati dal nulla proprio nel momento di bisogno?

Ma era proprio così.

I nuovi arrivati smontarono dai loro cavalli, trasformandosi in animali.
I Mutaforma di cui parlava Rasha, comprese Shane.
Uno di loro, un girifalco, si avventò su Kuhjiarth, beccandolo sulla testa calva e distraendolo da Shane. Un'aquila giunse in aiuto di Kira - ironia della sorte, pensò Shane -, colpendo le dita del guerriero degli Squali finché non lasciò andare la ragazza, che raggiunse Shane, aiutandolo ad alzarsi.

Mentre si dirigevano verso la Rocca delle Tigri, Shane notò che i Mutaforma non si erano schierati da una parte precisa: il loro unico obiettivo sembrava proteggere i Prescelti e chiunque fosse loro amico. Vide un alligatore allontanare da Briggan, padre di Ramin, una guerriera delle Tigri, un leone scortare Alyta e Zira fin dentro la Rocca delle Tigri respingendo gli attacchi di tre guerrieri degli Squali e uno dei Lupi, o ancora una tigre e due lupi - probabilmente le due ragazze che affiancavano Rasha quando ancora erano in forma umana - aiutare Ashlin, la tigre di Kayra, contro Natacha, che cambiava repentinamente forma.

Ma quelli che cadevano più numerosi erano gli Squali e le Tigri.
Kuhjiarth si rifiutava di chiamare i propri guerrieri in ritirata, ma Zakhar non fu altrettanto caparbio: il grido del Re delle Tigri, che annunciava la ritirata, giunse da sopra una delle torri della Rocca.
Codardo, pensò Shane. Non è nemmeno sceso a combattere.

Gli scontri cessarono, mentre i guerrieri delle Tigri facevano ritorno alla Rocca. Solo allora anche Kuhjiarth disse ai propri guerrieri di smettere di combattere. Le Aquile e i Lupi rimasero un attimo sul campo di battaglia, senza attaccarsi ma guardandosi soltanto, finché Arik non chiamò a raccolta i suoi guerrieri per fare ritorno alla Rocca delle Aquile, seguito subito da Malvern.

Shane si fermò, rivolgendo un'occhiata in direzione di Arik. «Dovremmo andare».
Kira scosse la testa. «Voglio prima vedere come stanno Kayra e gli altri. E poi, Arik sta chiamando i guerrieri. I Prescelti... be', non sono propriamente guerrieri. Combattiamo per portare la pace, i guerrieri invece...»
«Ognuno di noi combatte per quello che crede giusto. Anche Zakhar, a modo suo, giustifica le sue azioni. Siamo tutti guerrieri, tutti paladini di ciò che riteniamo meritevole del nostro supporto. Anche i Prescelti sono guerrieri. E se non lo fossero, adesso non sarebbero qui, a combattere schierati ognuno dalla propria parte ma tutti contro innocenti».

«Gli Squali non sono innocenti, Shane», esclamò la ragazza. «E nemmeno i Lupi. Noi combattiamo per le Tigri. Loro sì che sono innocenti».
«Rasha è colpevole?», replicò Shane. «Ramin è colpevole? E che mi dici di Zakhar, invece? Lui è innocente? È delle Tigri. In alcune guerre... non c'è un colpevole. Le Tigri hanno attaccato gli Squali sotto ordine di Zakhar, iniziando la guerra. Ma quali colpe ha Kayra di aver ferito Rasha, quel giorno? Stava eseguendo gli ordini del suo capo». Scosse la testa, contrariato. «Mio fratello stava per ammazzarsi con Ramin, prima. E sono entrambi innocenti». Prese la mano di Kira tra le sue. «Se vuoi raggiungere gli altri Prescelti, vai. Non sono certo io a doverti fermare. Ma tieni bene a mente quello che ti ho detto. Nessuno è colpevole, Kira. Nessuno».

Kira lo guardò raggiungere Arik, poi rivolse lo sguardo ai guerrieri rimasti. Erano un milione. Come avrebbe trovato i Prescelti?
Con un sospiro, si accodò ai guerrieri delle Aquile, pregando che Kayra fosse riuscita a trovare sua sorella e a fare pace con Yas, e che lei e gli altri stessero bene.