37) Elizabeth POV

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È l'intervallo, io e Sophie ci eravamo rifugiate nel nostro angolo solito, un piccolo caffè nella scuola dove potevamo parlare senza essere interrotte. Il suono della gente che usciva, il caos che prendeva piede, sembravano lontani, come se fosse il nostro piccolo rifugio. Ma dentro di me, nulla sembrava essere in pace.

Sophie, come sempre, se ne accorse prima. Non c'era bisogno di essere un genio per capire che qualcosa non andava. Guardava il mio viso, fissava i miei occhi un po' persi nel vuoto. «Ehi,» disse, con la sua voce morbida ma che non lasciava spazio a scuse, «cosa succede, Liz?»

Non risposi subito. Sentivo il peso del cuore che mi schiacciava il petto, e non riuscivo a trovare le parole. Per tutto il giorno, avevo cercato di concentrarmi su tutto tranne che su quello che era successo. Ma sapevo che non potevo più nascondere la verità, nemmeno a Sophie.

Mi strinsi nelle spalle, sentendomi piccola e vulnerabile. «Con Noah... è finita,» dissi, guardando il tavolo davanti a me, come se cercassi una via di fuga. Non volevo vederla, non volevo vedere la reazione di Sophie, ma allo stesso tempo sapevo che dovevo dirlo.

Un silenzio pesante si fece spazio tra noi. Sophie non parlò, ma mi fissava intensamente, aspettando che continuassi. Sapevo che dovevo aprirmi, che non avrei potuto tenere tutto dentro per sempre.

«E non so nemmeno come sia successo, Sophie,»continuai, la voce che si spezzava. «Abbiamo litigato, ci siamo feriti a vicenda... e alla fine, mi ha detto che avevamo bisogno di tempo. E io... ho cercato di farlo, di capirlo, ma non ci siamo mai ripresi.»

Non riuscivo nemmeno a guardarla negli occhi mentre parlavo. Le parole che avevo sentito, gli sguardi freddi e distanti, erano ancora lì, nella mia testa. Mi sentivo confusa, triste, e soprattutto, vulnerabile.

«Non è stato facile. Non lo è mai stato,» dissi, cercando di non far scivolare le lacrime. «Ma quando è arrivato quel momento, quando ho visto come mi guardava, quando ha deciso di allontanarsi, ho capito che dovevo lasciarlo andare. E ora, mi sento vuota.»

Sophie non sembrava sorpresa, ma il suo sguardo era pieno di compassione. «Liz, ti capisco. Però ricorda che le cose non sempre vanno come vogliamo. A volte, anche quando amiamo qualcuno, non sappiamo come affrontare la situazione, o cosa fare. Ma questo non significa che non ci fosse qualcosa di vero tra di voi.»

Mi sentii un po' sollevata dalle parole di Sophie, ma ancora incapace di credere che fosse davvero finita. «Ma perché non ha provato a lottare? Perché non ha cercato di capire, di chiarire? Perché mi ha lasciata andare così facilmente, come se fossi solo un errore da dimenticare?»

Sophie mi guardò con una calma che non avevo mai visto prima. «Le persone non sempre capiscono cosa stanno perdendo. E Noah... non è perfetto. Ma non devi lasciarti definire da lui, Elizabeth. Non sei il riflesso di come lui ha agito. Tu sei molto più di quello.»

Mi sentivo un po' più leggera, ma la tristezza non sembrava voler sparire del tutto. «Non lo so, Sophie. Mi sento come se fossi stata una stupida. Come se avessi creduto in qualcosa che non esisteva.»

<No,> rispose Sophie con fermezza, <non sei stata stupida. Non devi pentirti di ciò che hai provato, perché tu eri sincera. Non c'è nulla di sbagliato in quello. Ma ora devi pensare a te stessa. Devi ritrovare chi sei senza di lui.>

Mi guardò con un sorriso dolce, ma determinato. <E se ti può aiutare, io sono qui per te, sempre>

<Grazie, Sophie,> sussurrai, il cuore che si stava alleggerendo. Non avevo tutte le risposte, ma per la prima volta, non mi sentivo così sola.

SARAH POV

Oggi è uno di quei giorni in cui mi sembra che tutto sia in ordine. Ma quando sono entrata nel cortile della scuola, le voci degli altri studenti mi sono sembrate più rumorose del solito, quasi come se cercassero di nascondere qualcosa. " Forse erano solo le mie paranoie."

Mi ero appena seduta al mio posto preferito, quando ho sentito due ragazze parlare di Elizabeth. Non riuscivo a sentire tutto, ma quelle poche parole mi fecero capire che c'era qualcosa di grosso che avevo perso. "Lo sapevi che Elizabeth e Noah si sono lasciati?" disse una ragazza.

Il mio cuore fece un tuffo. Non avevo bisogno di sentire altro. La notizia mi colpì come un pugno allo stomaco, ma in senso buono. Elizabeth e Noah si erano lasciati. Non che mi importasse davvero, o almeno questo cercavo di farmi credere. Ma una parte di me, quella parte che non riusciva a digerire l'idea che Noah potesse averla scelta, non poteva fare a meno di sentirsi... strana.

Guardai in giro e finalmente la vidi. Elizabeth era seduta su una panchina con Sophie. La loro conversazione sembrava essere tranquilla, ma il modo in cui Elizabeth teneva la testa bassa, come se stesse cercando di non farsi notare, mi disse tutto. C'era qualcosa di diverso in lei, un'espressione che non avevo mai visto prima. Quella non era la ragazza che conoscevo, quella che si divertiva e si faceva notare.

Non potevo ignorarlo. Dovevo parlarle.

Quando mi avvicinai a Elizabeth e Sophie, non potevo fare a meno di sentire una strana sensazione di soddisfazione. Non so come fosse successo, ma la notizia che Elizabeth e Noah si erano lasciati mi aveva dato una sorta di sollievo. Mi sentivo un po' egoista a pensarla così, ma era difficile non essere felice quando avevo sempre saputo che Noah non era quello giusto per lei.

Mi fermai a pochi passi da loro, fissando Elizabeth con un sorriso che cercavo di mantenere il più naturale possibile. Sophie mi guardò, ma non disse nulla, come se sapesse cosa stavo per dire. Non riuscivo a trattenere le parole. Dovevo dirglielo.

<Ehi, Elizabeth,> cominciai, facendo un passo verso di lei. La sua faccia si irrigidì per un attimo, ma non mi fermai. <Scommetto che non ti aspettavi che finisse così, eh?>

Elizabeth mi fissò, ma non rispose subito. La sua espressione non tradiva nulla, ma io sapevo che dentro di lei c'era una tempesta. Non mi importava. Questa era la mia occasione. Noah non sarebbe stato più il suo problema. E a quanto pare, anche lui non sarebbe stato più un problema per me.

<Ti avevo detto che non era quello giusto per te> continuai, non riuscendo a nascondere un sorriso. <Ti avevo detto che Noah non era davvero quello che volevi, ma tu non mi avevi mai ascoltato. Lui non ti meritava. Ti faceva solo soffrire.>

Elizabeth mi guardò, ma non disse nulla. Sentivo che stavo tocando un nervo scoperto, ma non mi importava. Ora Noah sarebbe stato libero, e forse, finalmente, avrebbe visto che c'ero io.

<Non mi importa di come ti senti adesso,>aggiunsi, cercando di sembrare comprensiva, anche se dentro di me ero tutt'altro che gentile. <Era la cosa giusta da fare. Non ti meritavi tutto quel dramma, Elizabeth. Ora sei libera.>

Elizabeth sembrava reagire a fatica, ma non riuscivo a smettere di parlare. La mia voce era ormai troppo forte per trattenere il mio entusiasmo. <Ora Noah è libero, e magari capirà che c'era qualcun'altra che lo capiva davvero. Che lo amava davvero.>

Elizabeth mi guardò a lungo. Non sembrava arrabbiata, ma un po' distrutta, come se fosse ancora lontana dalla verità che avevo appena detto. Non era nemmeno triste, era... vuota. Non volevo sembrare cattiva, ma non riuscivo a fermarmi.

<E ora?> le chiesi, mentre il mio sorriso continuava a crescere.<Cosa farai adesso? Cosa farà Noah?>

Elizabeth mi guardò, ma non rispose subito. Stavo ancora aspettando che capisse. <Non devi più preoccuparti di lui,>aggiunsi, sentendo una sorta di vertigine di soddisfazione. ,<Ora puoi pensare a te stessa. Non sei più legata a lui.>

Elizabeth abbassò lo sguardo, e solo allora capii che forse stavo andando troppo oltre. Avrei dovuto fermarmi, ma non lo feci. Questo era il mio momento. Sarah aveva vinto. Noah ora sarebbe stato libero per me, e il fatto che Elizabeth fosse distrutta me lo confermava solo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 11 hours ago ⏰

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