7. First Day

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Mi sono alzata piuttosto presto questa mattina, stranamente la sveglia doveva ancora suonare e non riuscendo a riposare di nuovo, preferii alzarmi. Finalmente cominciava il mio primo giorno nella nuova scuola superiore.

È una fresca mattinata di settembre, il cielo è ancora scuro e nuvoloso. Senza indugiare, decido di chiudere la finestra per prepararmi.
Indosso un jeans chiaro a sigaretta, un top bianco e una camicia quadrettata. Dopo corro in bagno a truccarmi con una semplice linea di eyeliner e tanto mascara.

Scendo le scale di corsa e appoggio un bigliettino sulla tavola per mia mamma.
"Sono uscita presto. -F"
Prendo gli ultimi libri, indosso le scarpe e via.

Sono uscita di casa circa venti minuti prima e così mi incammino verso la scuola che non è poi così lontana.

Arrivo alla fermata del autobus e solo lì mi concedo di tirare per un attimo il fiato e di compiacermi con me stessa per non aver impiegato ore a decidere come vestirmi.
Guardo l'orologio e sbuffo... su, non ci si può mettere anche il bus! Mi rifiuto categoricamente di arrivare in ritardo...
Fortunatamente dopo poco riesco a vederlo in lontananza, come se avesse risposto alle mie preghiere.
Entro, mi siedo nel primo posto libero e mi accorgo di avere le mani sudate. Che stupida che sono! Questa non è la prima volta che affronto un primo giorno di scuola, eppure non posso fare a meno di essere preoccupata e di chiedermi se stavolta sarò all'altezza.
Penso a tutti i primi giorni di scuola passati, alla nostalgia delle vacanze e alla gioia di rivedere i compagni, alla curiosità di scoprire tutti i cambiamenti... ma questa volta è tutto nuovo.

Arrivata a scuola, la campanella suona e vedo tanti ragazzi non proprio svegli trascinarsi per i corridoi stancamente, mentre altri corrono veloci per le scale incitando gli altri amici a muoversi se non vogliono ritrovarsi al primo banco per i prossimi nove mesi.
Ad un tratto mi sento picchiettate sulla spalla.

- Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova. Sei italiana vero? Io amo l'Italia!- Una ragazza dai capelli lunghi e neri con le punte colorate mi si para davanti spaventandomi e facendomi quasi cadere la mappa della scuola.
- Si, mi chiamo Fiamma- dissi stringendole la mano che mi aveva porso.
- Nicole, piacere.. ma puoi chiamarmi Niky. Sono la presidentessa del comitato di benvenuto della scuola per le nuove iscrizioni. Si è parlato molto di te. È stupendo avere una ragazza straniera a scuola. Ti ameranno tutti.- Disse senza fermarsi nemmeno un secondo per prendere aria. Io annuii semplicemente facendole segno di continuare.
- Bene, sono qui per dirti che se ti servisse aiuto puoi contare su di me. Per qualsiasi cosa! Compiti, libri, pettegolezzi, problemi con qualche professore o anche solo per un po' di compagnia. Questo è il mio numero. Ahh, sai che hai dei capelli strepitosi?- Mi disse tutto questo altrettanto velocemente, con un sorriso enorme stampato in faccia e una voce squillante.
Sembra veramente simpatica. Le sorrisi anch'io.
- Grazie mille, anche i tuoi sono veramente belli! In questo momento sono terrorizzata. Questa scuola è grandissima! Ci sono ben tre aree, giusto?- Risposi dando un'occhiata alla piantina e la ragazza ridendo disse -Oh beh.. si vedeva. Ma non hai motivo di essere preoccupata. E notizia delle notizie... siamo capitate in molti corsi insieme! Comunque si, la scuola si divide in tre aree. Noi ci troviamo nella centrale ma purtroppo quest'anno le quarte si trovano tutte al terzo piano. Fare quelle scale ogni mattina non è il massimo ma come ha detto il vicepreside quando sono andata a lamentarmi "siete giovani! E qualcuno deve pur starci lì su".- Disse imitando quella che doveva essere la voce dell'uomo.
- Oh.. l'idea di fare tutte le mattine tre piani e straziante!- Sbuffai. -Sai che abbiamo alla prima ora?-
-Inglese. Ma il primo giorno solitamente non è di lezione... sai, si parla delle vacanze passate e i "buoni propositi" per quest'anno.-
Annuii e iniziammo a dirigerci verso la classe chiacchierando.

Arrivarono presto le dieci e così potremmo uscire in cortile per la breve ricreazione.
Io e Niky non avevamo smesso un attimo di parlare! Già eravamo diventate molto complici.

Finally || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora