1. Manly Beach

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Era una fresca mattinata di settembre quella in cui lo conobbi.
Il cielo era azzurro e il sole faceva capolino tra le nuvole.
Quella mattina mia sorella Rachel mi aveva svegliata saltando letteralmente sul letto per farmi sapere, con poca delicatezza, che voleva andare al mare e che io dovevo fargli da "scorta", nonché da autista personale.
Avevo deciso di non opporre resistenza perchè nonostante non amassi i suoi modi da caprone, passare una mattinata in spiaggia non mi dispiaceva affatto.

La luce entrava fioca dalla finestra, illuminando il cuscino e di conseguenza il mio volto. Quei fastidiosi raggi mi costrinsero quindi ad alzarmi di malavoglia dal mio caro e comodo lettuccio.
Erano solo le nove ma la giornata si era già rischiarata e il clima sembrava davvero meraviglioso.
Mi stiracchio un po', mi siedo e osservo la stanza ancora piena di scatoloni sparpagliati in ogni angolo. Dopo essermi fatta coraggio, decido di affrontare di petto la stanchezza che mi assaliva ed entro così in bagno per darmi una sistemata.
Ancora con gli occhi semi-chiusi e sbadigliando ogni dieci secondi, mi pettino svogliatamente i lunghi capelli rossi. Quando finisco, decido truccarmi con un semplice velo di mascara rigorosamente waterproof; quindi corro in camera, indosso il costume, un paio di pantaloncini e un top nero. Infine, metto le solite converse tutte rovinate sulla punta e sono pronta.
Prima di uscire prendo una borsa infilandoci qualche telo per la spiaggia dato che sicuramente mia sorella non si sarebbe preoccupata di portare con sé qualcosa.
Afferro le chiavi ed esco dall'imponente casa appena comprata dalla mamma nella periferia di Sydney.

Arriviamo a Manly Beach poco dopo e mi incanto ad osservare il mare calmo...
Quella spiaggia mi rievocava ricordi bellissimi.
Mio padre, quando era ancora in vita, mi portava sempre in vacanza nel mese di settembre e in particolar modo in quel luogo. Sosteneva che fosse un posto paradisiaco dove regnava la pace più assoluta.

"- Fiamma, buttati! - diceva, aprendo le braccia e invitandomi ad entrare in acqua. - Non aver paura!-
-Papino ma l'acqua è fredda- rispondevo lamentandomi e lui puntualmente mi prendeva come se fossi sacco su una spalla per poi gettarmi in mare."

Avevo pochi ricordi della mia infanzia, la maggior parte dei quali erano ricchi di gioia. Questi ultimi di tanto in tanto si divertivano a riaffiorare nella mia mente.
Scossi la testa e decisi di stendermi per prendere un po' sole. La scuola sarebbe cominciata fra circa una settimana e volevo assolutamente godermi quegli ultimi momenti di tranquillità e relax e perchè no, magari arrivare a scuola con un po' di colore sul viso al posto della mia solita carnagione da bambola di porcellana.

Il soffio del vento nelle orecchie, il rumore delle onde, l'odore della salsedine... non avrei cambiato tutto questo per nulla al mondo. Questi attimi di libertà e di lontananza dal caos quotidiano.

Passano le ore e il sole era diventato veramente troppo fastidioso per essere tollerato, nonostante tutta la buona volontà che avevo racimolato. Solo allora mi accorsi che era mezzogiorno.
I capelli che fino a cinque minuti prima erano completamente zuppi per il tuffo in mare che avevo fatto, ora si erano asciugati e volavano fastidiosamente e insistentemente nell'aria, costringendomi a tirarli indietro di continuo per spostare le ciocche che mi finivano negli occhi.
Mi giro e noto che Rachel aveva già conosciuto alcune ragazze che sembravano avere la sua età, così decido di non disturbarla. Le feci un semplice cenno del capo per farle capire che sarei andata a fare una passeggiata sul bagnasciuga, gesto che lei liquidò con un veloce segno della mano che stava a significare quanto la cosa non la toccasse minimamente.
Cercai un po' di autocontrollo per non mandarla a quel paese. Preferivo non fare discussioni con mia sorella già di prima mattina, quindi mi allontanai in silenzio fin quando non mi ritrovai davanti al "Bar Lucky".

Era un locale carino, proprio sul lungomare, piccolo ma ben arredato con bancone e tavolini in legno che davano un aspetto all'ambiente un po' rustico ma allo stesso tempo moderno. Un luogo caratteristico nel suo genere, non c'è che dire.
L'odore di buono mi si impresse nelle narici non appena entrai ed un piccolo sorrisetto mi si dipinse sul volto.

Finally || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora