Mi guardai allo specchio, per poi notare la mia pancia ormai grande e la mia faccia distrutta.
Il quarto mese, si stava rivelando più difficile del solito. Non ero abituata a questi generi di dolori fisici, anche se da piccola ne avevo avuto a che fare, ma questi dolori, calci, giuramenti di testa e perdite mi facevano stancare e preoccupare.
Avevo fatto l'ultima ecografia tre giorni fa, e si era rilevata ottima. Ero felice di sapere che tutto era andato bene, più per il fatto che stavo realizzando che tra 5 mesi, avrei avuto una piccola bimba in braccio.
Quando mi disse che avrei avuto una bimba, potevo immaginare la faccia di Harry. Sapevo che amava le bambine, anche perché non era un giocatore di calcio o roba del genere,perciò era felice del fatto che una bimba potesse disegnare, come me.
Non toccavo un foglio da disegno dall'ultimo anno di scuola, quando avevo disegnato me è Harry. Lo avevo regalato a lui, e non so che fine ha fatto. Come potrebbe portarselo in giro?
Distolsi lo sguardo dalla mia figura e andai in bagno. Le lezioni sarebbero iniziate tra un'ora, e non ero più molto convinta del fatto che la sveglia debba suonare due ore prima. Perciò adottando la scusa dell'essere incinta, mi svegliato ogni mattino un'ora dopo del previsto.
"Su polpetta, vestiti" mi riprese Gigi. Si stava comportando come una madre con me. Mi diceva quello che dovevo e non dovevo fare, ma mi stava bene. Mi sentivo una bambina, dopotutto.
Sbuffando camminai strisciando i calzini sul pavimento, e aprii l'armadio.
Tirai fuori una felpa larga rossa,e con fatica misi, sia i jeans che le scarpe.
Era dicembre e il freddo pungente mi rendeva più debole. Speravo di non ricevere la febbre, sapevo che avrebbe danneggiato mia figlia. Lo aveva detto il dottore.
Mi misi una sciarpa e presi la mia borsa contenente i libri.
Pesavo più la mia pancia, di questi ultimi.
Mi spostai una ciocca di capelli dalla faccia e mi aggiustai la borsa.
Raggiunsi Gigi, e la affiancai. La cosa che più mi imbestialiva nell'essere incinta, oltre a dover subire calci e nausee, era il mio seno che si era gonfiato di più.
Non lo avevo mai avuto grande e adesso mi sentivo a disagio.
Entrammo dentro l'aula e mi posizionai dietro, come sempre. I professori, quando lo vennero a sapere, si comportarono in modo dolce con me, passandomi appunti e mandandomi e-mail quando mancavo.
Erano strani.
(...)
Quando le lezioni terminarono, i miei occhi si erano ormai chiusi. Stavo combattendo con tutta me stessa, per non addormentarmi per terra.
"Stai bene?" Mi domandò una ragazza. Io annuii e le sorrisi.
"Si sto bene, grazie"
Lei mi fece un cenno con la testa e mi sorpassò.
Arrivai davanti la mia stanza dopo 1 minuto, e ci entrai dentro buttandomi sul divano.
Il mio telefono poggiato affianco a me, si illuminò, indicandomi una chiamata.
Numero sconosciuto.
"Pronto?"domandai.
Sentii un respiro risucchiato.
"C'è qualcuno?"
Sconfitta chiusi il telefono e lo buttai sulla poltrona.
Chi era?
Poteva essere Harry. Chi chiamerebbe per poi non rispondere?
Continuando a porgermi quelle domande, mi ritrovai con gli occhi chiusi e la stanchezza al 100% nel mio corpo.
Harry's pov.
Risucchiai un respiro.
Perché l'avevo chiamata. Dio, sono un fottuto disastro.
"C'è qualcuno?" Domandò ancora.
Attaccò.
Chiamarla e non risponderle poteva sembrare un gesto meschino, ma volevo sentirla. Non potevo chiamarla con il mio nuovo numero. Mi avrebbe chiamato di nuovo.
Poggiando le mani sulla mia fronte mi alzai dal letto.
Qui in America era mattino. La neve ricopriva il piccolo giardino che potevo vedere dalla mia finestra.
Qui le camere sono ad un passo dalle lezioni. Era comoda come cosa per me.
"Ehi Harry"Kendall mi chiamò. Per lei dormire con me, era diventata una routine quotidiana. Finivamo le lezioni e correva qui. Non frequentavamo gli stessi corsi,ecco perché tutte quelle scenate.
Lo ammetto,il suo livello di appiccicositá era molto più alto di quello di una zecca,ma mi sono abituato. In parte.
"Kendall" le posai un bacio sulla bocca.
Le sue labbra sottili non si adattavano alle mie come quando ero con Rose.
Scossi la testa.
Non potevo paragonare tutto a lei. Mi misi i jeans e un maglioncino,per poi allacciare i miei stivali e uscire dalla stanza con la mia ragazza.
None's pov.
Se solo avesse saputo Harry che mentre lui cercava di convincersi che Rose si era fatta una vita, quest'ultima continuava a pensare a lui,e a portare in grembo un suo bambino.
Lui questo non poteva saperlo. L'orgoglio lo portava a fare gesti che nemmeno lui poteva comprendere.
Cerca da giorni il coraggio di chiamarla e sentire la sua voce. Era troppo orgoglioso per accorgersi che lui la pensava ancora. Una piccola parte della sua mente,pensava ancora a quella ragazza,che per due anni lo aveva baciato e coccolato.
Lei invece sapeva. Sapeva che Harry si era fatto una vita. E lei ci stava male. Mentre vedeva quella pancia non poteva fare altro che pensare a lui. Sperava che la bimba avesse gli stessi tratti del padre,per poterla vedere da grande e pensare a lui.
Ma entrambi sapevano che tutto non era ancora finito,o almeno ci speravano.Spazio autrice.
Ecco a voi il capitolo 12.
Cosa ne pensate?
Come sempre vi chiedo di lasciare un commento e di stellinare il capitolo. Se volete pubblicizzare una vostra storia basta scrivermi qui sotto,sul mio profilo o per messaggio privato.
Baci Anonymous xx
Ps: scusate l'ora.
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<No Control 2> h.s
FanfictionEppure loro pensavano che niente e nessuno li avrebbe fatti allontanare. Ma si sbagliavano di grosso. Lei continuerà gli studi in Inghilterra e lui in America. Ma cosa succederà quando lei troverà il secondo biglietto per New York? Vorrà raggiunge...