Capitolo 28

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Credere in qualcuno per anni, fare di lui la tua guida, il sostituto dei tuoi genitori che sei costretto a lasciare è difficile ma credo lo sia ancora di più scoprire che quella persona in cui hai sempre creduto sia un assassino egoista.
Carly non poteva crederci quando Jake le ha raccontato tutto e la maschera di Lucy ha vacillato mentre Brian non sembrava per niente sorpreso.
Da ieri sera jake è stato distante e chiuso in se stesso e io gli ho lasciato il suo spazio. Probabilmente non rivedrà mai più marcus e forse non saprà mai cosa è successo realmente a e a Camille. E credo che sperasse fino all ultimo che Marcus non fosse così.
Stanno tutti dormendo mentre io mi rigiro nel letto senza riuscire ad addormentarmi. Non ho chiuso occhio, non so perché ma ho un forte caldo e la gola secca.
Mi alzo e rimango un quarto d ora davanti alla porta di Jake immaginandomi li con lui. Sicuramente con lui vicino starei dormendo tranquillamente tra le sue braccia come l tra sera.
Torno in me e proseguo lungo il corridoio per sciacquarmi la faccia.
Quando sto scendendo per preparare la colazione con tre ore di anticipo sento un pianto sommesso provenire da una delle camere. All inizio credo di essermelo immaginato ma poi lo sento chiaramente: proviene dalla camera di Lucy.
Mi interrogo per un po' se entrare o meno, so che probabilmente sono l ultima persona che potrebbe consolarla ma non posso andarmene e fare finta di niente mentre lei sta male.
Senza sapere quello che sto facendo busso leggermente alla porta che nessuno viene ad aprire.
Il pianto si interrompe e io apro leggermente la porta. Lucy è rannicchiata per terra e il trucco le è colato lungo le guance facendola sembrare un panda triste.
Appena mi vede si tira su di scatto tentando di asciugare le lacrime.
-'scusami, non volevo disturbarti è che stavo passando e ti ho sentita piangere e..'-
-'non ho bisogno di niente, puoi anche andare'- il suo tono solitamente freddo ha un che di vulnerabile.
Entro in quell anonimissima stanza degli ospiti e mi siedo dove poco prima era seduta lei e le faccio segno di sedersi. Lei lo fa titubante guardandomi di sottecchi.
-'so che probabilmente sono l ultima persona con cui parleresti ma questo deve essere un momento difficile per te'- comincio sperando che non pianga di nuovo perché mi sento già in difficoltà.
-'già. So che mi odi non devi stare qui per forza solo perché ti faccio pena'-
-'io non ti odio e non mi fai pena, è solo che posso capire come ti senti. Non sei l unica che si è sentita tradita e abbandonata dalle persone di cui si fidava'- dico guardandola. In effetti posso capire davvero come si sente.
-' niente è più come prima. Un tempo eravamo una famiglia, Camille e Marcus erano praticamente i nostri genitori e tutti noi come fratelli... A parte che con Jake si intende'- dice lanciandomi un occhiatina.
Calma Lexi.
-'ora si è rovinato tutto. Mat è cambiato, Camille è morta, Marcus è un assassino e un bugiardo, Brian ormai pensa solo a Carly e ovviamente Jake è come se non ci fosse... Solo stasera mi sono resa conto che io sono sola.'- ha la voce rotta e lo sguardo basso.
Non mi è mai piaciuta ma nessuno dovrebbe mai sentirsi solo.
-'non lo sei. Tutto tornerà bello di nuovo e poi magari sarà di nuovo brutto e poi viceversa è sempre così. E nei momenti in cui credi che non ne uscirai devi pensare che prima o poi finirà. Deve finire. La vita va così: anche quando ti sembra di annegare troverai sempre il modo di ritornare su.'- dico pensando a quello che è successo a me.
-'come?'- chiede incredula.
-'basta solo che ci credi. Non ti servono gli altri per essere felice, quando riuscirai a stare bene con te stessa allora potrai stare bene anche con gli altri. La solitudine fa paura ma è utile e tu non sei veramente sola chiunque in questa casa sarebbe pronto a proteggerti in qualsiasi momento.'-
-'anche tu?'- chiede scettica.
No. Ok scherzo ovvio che non la lascerei morire solo per gelosia.
-'certo.'-
-'grazie lexi'- dice sorridendomi. È la
Prima volta che mi sorride e devo dire che sembra sincera. Non si smette mai di conoscere le persone... Le sorrido a mia volta.
-'bhe andiamo a preparare i pancakes?'- chiedo alzandomi.
-'mmm mi hanno detto che fai schifo a cucinare.'-
-' oh andiamo!'-

Pochi minuti dopo siamo di sotto che traffichiamo con le padelle. La situazione è abbastanza imbarazzante considerato che non siamo mai state amiche ma lei sembra più allegra quindi sono soddisfatta di me stessa.
Carly viene di sotto con uno dei suoi soliti vestiti bianchi svolazzanti. Già di prima mattina sembra fresca come una rosa.
Appena si rende conto di quello che sta succedendo in cucina guarda prima Lucy e poi me a bocca aperta.
-'muoviti Carly! Aiutaci'- le dico a denti stretti. Ho bisogno della sua parlantina per fare conversazione.
Lei capisce e in un attimo stiamo parlando allegramente come se fosse la cosa più naturale del mondo. L orologio segna le sei del mattino, a breve la casa si rianimerà e spero davvero che i pancakes siano commestibili perché non c'è nient altro da mangiare anche se oggi siamo uno in meno.
In quel momento Lucy si blocca con la padella sospesa in mano e lo sguardo perso nel vuoto. Carly si rabbuia e la guarda carica di tensione.
-'cosa senti?'- le chiede.
Lei torna in se con un sussulto e si volta verso di me.
-'stanno arrivando. È questione di giorni.'-
Rimaniamo in silenzio guardandoci negli occhi mentre quelle parole aleggiano tra di noi. Sappiamo a chi...o meglio a cosa si riferisce
-'che succede?'- chiede jake entrando in cucina.
Ci riprendiamo nello stesso momento e ci voltiamo verso di lui.
-'ragazze?'- chiede preoccupato.
L ultima cosa che voglio è che abbia altro a cui pensare.
-'nulla'- dico prima che Lucy apra bocca.
-'vuoi la colazione?'- chiedo sorridente

Nel pomeriggio io e jake andiamo insieme a far la spesa e io ne approfitto per capire come sta. So che dovrei dirgli che i cacciatori stanno per arrivare ma ha già così tanto a cui pensare e l ultima cosa che voglio è preoccuparlo però so anche che sono una minaccia e dobbiamo avere un piano per quando arriveranno quindi mi riprometto di dirglielo entro sera.
-'come stai?'- chiedo prendendo dei cereali da un ripiano in basso.
-'sto bene. Sono contento che se ne sia andato ma... Speravo che negasse, che dicesse che ci eravamo sbagliati.'- ammette abbassando lo sguardo.
-'mi dispiace Jake'-
Lo abbraccio stretto e lui mi accarezza i capelli. Mi era mancato stargli così vicina.
-'allora, vedo che le cose con Lucy vanno bene.'- dice staccandosi mentre con un braccio spinge il carrello e con l altro mi cinge le spalle.
-'più o meno.'- rispondo vaga.
-'di cosa parlavate oggi in cucina? Capisco sempre quando menti.'- mi da un pizzicotto su un fianco facendomi sussultare.
-'oh guarda dei biscotti!'- dico con più euforia del consueto per cambiare discorso. Dovevo proprio scegliere il pacchetto più in alto?
Lui li prende sollevando poco il braccio e me li porge. La bassezza fa schifo.
-'mi dici che succede?'- ora sembra più preoccupato.
-'è una cosa che ci aspettavamo e che lucy ha percepito.'- dico sconfitta prendendogli di mano il pacchetto e buttandolo nel carrello.
Scuote la testa e si passa una mano tra i capelli.
-'perché non me lo avete detto? Devo parlare con tuo padre, trovare un altro posto in cui andare.'-
-' no jake non ha senso scappare.'- dico. -'dobbiamo affrontarli.'-
-'con dobbiamo intendi tu vero?'- il suo sguardo mi trafigge. Se voglio suicidarmi? Assolutamente no. Ma che senso ha scappare? Ormai l ho capito che i problemi ci seguono.
-'dobbiamo avere un piano, possibilmente che non comprenda la mia morte, che ne dici?'- chiedo sorridendogli.
Lui mi guarda e annuisce.
Una volta in macchina è silenzioso e concentrato, probabilmente sta riflettendo su un piano e non vede l ora di parlare con mio padre.
Mentre guida ha una mano sul volante e una sulla mia coscia. Resterei a guardarlo guidare tutta la vita.
-'è inquietante sai?'- scherza lui voltandosi verso di me divertito.
Arrossisco e gli faccio una linguaccia.
-'anch'io ho voglia di guardarti'- dice imbronciato e si volta verso di me senza guardare più la strada.
-'sei pazzo?!'- chiedo ridendo.
Lui si rivolta stringendo la presa sul mio ginocchio facendomi sussultare.
-'jake!'- strillo schiaffeggiandogli la mano.
Sembra così normale e giusto stare con lui.
-'potevi dirmelo subito oggi'- dice.
So a cosa si riferisce.
-'non volevo farti preoccupare di prima mattina, soprattutto dopo quello che è successo ieri sera.'- mi giustifico.
-'guarda che qua sono io quello che deve proteggere te.'- mi schernisce.
Alzo gli occhi al cielo mentre il mio cuore fa le capriole per quello che ha appena detto.
-'chi te lo ha ordinato stavolta?'-
Intanto siamo arrivati davanti casa e lui ferma la macchina. Non mi risponde... O almeno non a voce. Mi bacia con trasporto per poi allontanarsi e dirmi con il sorriso sulle labbra. -'faccio quello che mi dicono solo se ho interesse nel farlo, è sempre stato così.. Pensavo lo avessi capito.'- mi fa l occhiolino ed esce dalla macchina.
Appena entrati in casa ci accoglie l immagine di mio padre e tutti gli altri tranne Lisa seduti attorno al tavolo. È strano vederli li seduti in quel modo formale.
-'ragazzi abbiamo un piano'- ci informa mio padre compiaciuto.

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