Capitolo 38

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Dopo un paio d'ore arriviamo ai piedi di una montagna e cominciamo a fare i tornanti che come sempre mi fanno venire la nausea.

mi guardo la mano per non pensare alla nausea anche se mi rendo subito conto che non è stata una buona idea dato il sangue rappreso sulle nocche.

-'appena arriviamo mi occupo di quella.'- dice jake facendo l'ennesima curva a tutta velocità. perchè ha sempre fretta quando guida?

-'non serve che mi guarisci non è grave.'- ancora non riesco a capire perchè non riesco a guarire come qualsiasi altro guardiano-'posso disinfettarmi come una persona normale.'.

-'come vuoi.'-

chissà quanto sono cambiate le mie capacità ora che non sono più l'arma..mi si affaccia un pensiero nella mente, come ho fatto a non pensarci prima? ora che non sono più l'arma i guardiani possono leggermi nella mente? se jake lo stesse facendo in questo preciso istante? se lo avesse fatto sempre da quando non lo sono più anche quando pensavo a cose che era meglio che lui non sapesse per non accrescere il suo ego smisurato?

-'jake.'- dico o meglio grido.

lui si volta verso di me sorpreso e divertito nello stesso tempo in un' espressione troppo buffa che in circostanze normali mi farebbe ridere ma questa è un emergenza.

-'tu.. ora voi mi leggete nel pensiero?'- chiedo attendendo una risposta come se ne andasse della mia vita.

-'in realtà no e non mi è chiaro il motivo.'- ammette.

faccio un sospiro di sollievo e mi lascio andare sul sedile.

-'e io tutte le volte mi chiedo a cosa pensi di così indicibile visto che hai sempre la stessa reazione quando vieni a sapere che non posso leggerti nella mente.'- dice lanciandomi un' occhiata maliziosa.

-'l'ultima volta hai pensato a un piano che prevedeva il tuo suicidio quindi direi che sarebbe meglio se ci riuscissi..'- aggiunge tornando serio.

so che gli ho fatto del male e ancora non mi sono scusata con lui. non sono dispiaciuta per averlo fatto, lo rifarei, ma prima mi assicurerei per mio padre un destino diverso.

-'se non avessi fatto nulla tu, Carly e Bryan sareste morti, non potevo permetterlo. mi dispiace se ti ho ferito.'- dico abbassando lo sguardo sulle mie mani.

-'non sono ferito perchè lo hai fatto. sarei stato il primo ad agire come te ma non mi hai detto nulla. non ti sei fidata e mi hai mentito guardandomi negli occhi.'-

non riesco a capire se è arrabbiato o meno dal suo tono ma quello che dice basta a farmi sentire in colpa.

-'lo so ma avevo paura che me lo avresti impedito.'-

-'te lo avrei impedito.'- ammette con fermezza.

-'esatto. ecco confermate le mie ragioni.'-

-'non mi devi più nascondere nulla. promettilo.'- volta la testa verso di me e mi fissa e io non potrei mai dire di no a quello sguardo. poi ogni bugia che gli ho detto credo abbia fatto più male a me che a lui quindi non ho intenzione di dirgliene mai più.

-'promesso.'-dico accarezzandogli la mano sul cambio, e lui ricambia stringendomela. -'anche se ora sei tu che mi stai nascondendo qualcosa visto che non mi hai detto dove stiamo andando, vuoi dirmi che non ti fidi?'- chiedo guardadolo con esagerata circospezione.

-'vuoi che ti dimostri che mi fido? ok.'- ferma la macchina a lato della strada di montagna su cui ci troviamo con il sorriso sulle labbra e scende. rimango per un attimo ammutolita a guardare dove poco prima era seduto prima di riprendermi ed uscire dall auto.

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