CAPITOLO 4

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-ecco a te la sala mensa- entriamo nell'enorme sala dove è già possible vedere la suddivisione dei tavoli a seconda delle categorie. –il nostro tavolo è quello, andiamo- Brook indica un tavolo al centro della stanza circondato da alcuni ragazzi con la giacca da giocatori da football e una ragazza che a prima vista sembra innocua.

Mi avvicino al tavolo seguendo Brook –ragazzi lei è Holly, la nuova arrivata- mi presenta 

-ma non è la ragazza dell'altro giorno?- un ragazzo di colore di fronte a noi mi punta il dito

-sono proprio io- gli rispondo 

-ragazza lasciatelo dire tu mi sei piaciuta fin dal primo istante, sono Alan- dice allungando la mano che mi affrettai a stringere.

-chi è?- la ragazza con i capelli neri mi indica cercando una risposta alla domanda precedente di Alan

-vi ricordate la tipa che ha messo ko l'ego di Troy per quel pomeriggio, signori e signori eccola- dice con entusiasmo

-sei stata tu? Le mie più sentite congraturazioni- mi risponde la ragazza di cui non so ancora il nome mentre Brook prende posto accanto ad Alan perdendosi tra le sue braccia. Credo stiano assieme. –comunque sono Alexis- accenna un sorriso

-Chissà quando lo viene a sapere Troy- il ragazzo seduto accanto ad Alexis scoppia ridere

-qualcuno ha nominato il migliore!- dice sbucando il ragazzo "faccio cadere le persone, le incolpo, gli sbraito contro e poi le invito a cena"

-in verità nessuno ha nominato Zac Efron- dico io d'istinto mentre dal tavolo si alza una leggera risata

-oddio la stronza!- si lamenta

-è bello vederti anche per me idiota- lo sorpasso 

-senti cara non mi conosci ne anche quindi vedi di tenere a freno quella lingua- io lo ammazzo

- ti conosco abbastanza da poterti considerare un idiota, idiota- ribatto

-se mi conoscessi saresti già nel mio letto- un sorriso malizioso gli compare in volto

-ahh mi dispiace tanto di non avere abbastanza confidenza da finire nel tuo letto- dico ironica

-oh possiamo rimediare- ribatte pronto provacondandomi un enorme fastidio 

-okay direi di sederci tutti quanti e calmarci- interrompe Brook, tranquillizzando le acque e provocando un silenzio gelido

-comunque io sono Alex- mi saluta un ragazzo alquanto stuprabile quanto alto. Per favore Holly controlla gli ormoni.

-invece il ragazzo che tratt male senza motivo si chiama Troy!- dice con tono incazzato l'idiota 

-mi dispiace- mento

-davvero?- chiede sbalordito

-nah- mordo la mela alla smorfia di Troy. 

-io sono Kay- un ragazzo abbastanza alto, capelli chiari e un fisico da far inidia a tutti i presenti esce da non so quale fantasia perversa. Fidatevi se vi dico che non esagero a descriverlo come uno di quelli che una volta morti bisognerebbe congelare il corpo e esporlo, perché questo ben di dio non può essere nascosto sotto metri di terra. 

Kay si siede accanto a me e gentilmente mi avvolge un braccio attorno. Spazio vitale.

-gli altri?-chiede Brook 

-allora la nostra troietta Natalie oggi ha deciso miracolosamente di lasciar respirare Troy- oh poveretto

-poverino- do voce al mio commento seguito da una di disgusto smorfia

-bambolina lo so che sei felice di non vedermi con altre ragazze attorno- mi viene da vomitare

- Shawn è da qualche parte- dice continuando il discorso Alex evitando un altro battibecco 

Finito il pranzo Alan saluta Brook con un bacio che di casto non aveva nulla mentre con me si limita a un abbraccio.

-ciao principessa- dice il tizio mentre si allontana

-ciao idiota- urlo mentre mi allontano 

-allora che ne pensi?- dice quella che sembrava essere diventata una delle mie più care amiche in sole sei ore, record mondiale direi

-siete simpatici... adoro quel figo di Kay non voglio conoscere la troietta, odio il fatto che Kassie mi continuava a fissare e ah già voglio strozzare quell'idiota!!- scoppiò una risata comune che rimbombò nel corridoio ormai quasi vuoto

-non è cattivo è solo che ha dei problemi mentali- dice facendo spallucce

-io non discrimino nessuno, quindi strozzo anche lui!- rispondo distratta dai miei pensieri che via via diventano troppo pesanti per liberarsene facilmente 

-senti sta sera se ti va puoi venire a casa mia a dormire!- dice dandomi un foglietto con scritto il suo numero –se puoi fammi uno squillo ora devo andare, per la biblioteca vai dritto e gira a destra!- dice mentre si allontana di corsa.

[...]

-sono a casa!!!!- urlo mentre salgo le scale verso camera mia

-mi dispiace piccola ma non puoi stare qui stiamo lavorando!- dice un uomo appena apro la porta di quella che dovrebbe essere camera mia ma che per il momento sembra solo un cantiere

-me ne vado ma non chiamarmi più piccola!- sbuffo e lascio lo zaino su dei pezzi di giornale

-che palle odio che della gente stia in casa mentre ci sono anch'io!- dico mentre entro in cucina e vedo mia madre intenta a parlare con un tizio a cui non riesco ad associare la faccia poichè è girato di spalle 

-ti dovrai abituare, staranno qui per un po'!- non vedevo l'ora di avere cinquanta persone che mi invadono casa sbavando dietro a mia madre sperando in degli straordinari

-okay, sta sera posso andare da una mia amica a dormire?- chiedo direttamente senza strani giri di parole, si gira di scatto portando lo sguardo dall'uomo in canottiera e cintura d'attrezzi alla vita a me

-dove e quando l'hai conosciuta? Ci saranno dei ragazzi? Ci sarà droga o alcool?- sta diventando strana la cosa

-teoricamente l'ho incontrata ieri al negozio, ma ci ho fatto amicizia oggi a scuola. Non credo, e mamma ti sembro una che si droga- dico sbuffando

-non esluderei quest'opzione-neppure io 

- Allora posso andare?- annuisce -grazie. E il tizio accanto a te chi è, il mio nuovo papà?- mi guarda male e io sorrido. Avevo la battuta pronta appena l'ho visto ma avrei rovinato tutto non ottenendo il permesso di stare fuori questa sera 

-Holly! Lui è quello che ci sta costruendo la casa quindi vedi di essere gentile, si chiama Ian- il tizio si gira e mi saluta

-o porca paletta!lo stronzo del negozio- fantastico come riesca a mettermi nei casini da sola

-Holly!- mi richiama mia madre facendomi notare che ho dato voce ai miei pensieri

-cioè volevo dire, salve- bene ora che ho avuto la mia figura di merda giornaliera posso andare a chiamare Brook e avvertirla.

-pronto?- mi risponde al telefono dopo qualche squillo

-Brook sono Holly sta sera posso venire!- dico con il sorriso in faccia, mi piace quella ragazza

-perfetto allora appena Alan finisce gli allenamenti ti veniamo a prendere, preparati per le otto, mandami un messaggio con l'indirizzo- mi da indicazioni 

-okay- metto giù. Okay sono le tre ho tempo prima di prepararmi.

Salgo su in camera ignorando gli insulti dei ragazzoni che stanno occupando casa e prendo il mio computer.

Apro le email presenti ancora non lette e mi perdo dentro delle parole scritte con sentimento inviatemi qualche giorno fa da Sasha. New York mi manca ogni giorno, ogni minuto, l'unica città che sento mia, in cui vado sin da piccola, ricordo quando mamma volle trasferirsi li, ero al settimo cielo ed esattamente sette mesi dopo ero in un'altra città.


My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora