CAPITOLO 8

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-mà sono a casa!- lascio che la mia voce invada la casa facendomi sentire da mia madre ovunque lei sia

-amore vieni in cucina!- dice fra una risata e l'altra e senza dare troppo peso a questa sua strana euforia seguo le sue parole e vado in cucina

-lo giuro, è tutto vero-una voce maschile cattura la mia attenzione

-oh ciao amore- mi saluta mia madre - lo sai Ian ha cavalcato un maiale- la cosa non è che mi faccia particolarmente impazzire dalla gioia

-interessante, non pensavo che lavorassero anche a quest'ora- quel tizio sta iniziando a dammi sui nervi sono le sei cristo! Che se ne vada!

So che posso sembrare egoista o magari insensibile e fastidiosa, ma provate a mettermi nei miei panni non sono qui neanche da un paio di settimane è c'è già qualcuno che invade la mia casa cercando di far colpo su mia madre per la milionesima volta, come se nessuno non ci avesse mai provato e se ci ragionate bene se lasciate che la mente vaghi potete arrivare alla conclusione che solo da un uomo non è scappata, Ryan e dallo stesso uomo ha imparato a scappare evitando i problemi d'amore...

-oh che ore sono- chiede innocente cercando di rimediare

-tardi!- mi limito a rispondere dura. Questa volta non sceglierà a caso, questa volta mamma dovrà essere sicura.

-mmh okay- dice ricomponendosi –amore per sabato sera ho invitato Ian a cena- mi mette a corrente semplicemente

-porto anche mio nipote, così ti fai degli amici- dice sorridendo, cercando di essere amichevole

-stai tranquillo che gli amici non mi mancano- rispondo forse con un tono troppo pieno di veleno

-Holly per favore si gentile- sbuffo per poi alzare gli occhi al cielo

-vabbè io vado- dice l'uomo alzandomi mentre mia madre mima con le labbra un "accompagnalo alla porta" dopo un piccola protesta e un minaccia da parte sua acconsento

-senti, io non ho nulla contro di te e puoi farti mia madre quanto vuoi ma appena vedo che mamma si vuole trasferire ancora giuro che ti faccio castrare a morsi da un cane!- sussurro mentre esce, lo vedo deglutire e annuire

-comunque, è stato un piacere! A sabato!- urlo cercando di farmi sentire da mamma chiudendo la porta di casa

-sei impossibile- dice mia madre mentre ride sullo stipite della porta. Aveva sentito tutto

-cerco solo di proteggerti- dico facendo spallucce

-questo lo dovrei fare io- ribatte con un po' di sensi di colpa. A me andava bene cosi. Strane ma noi.

[...]

Ora abbiamo filosofia ma la mia voglia e pari a quella di avere un porcospino nelle mutande. Cercai di immaginare qualcosa di divertente che di solito funziona per svegliarmi un attimo.

-signorina White cos'ha da ridere?- mossa sbagliata

-no niente mi scusi, pensavo ad altro- rispondo riportando l'attenzione sul libro di testo

-se non le interessa la mia lezione può anche uscire- sembrava più un ordine che un suggerimento

Sbuffai e uscì dalla classe. Che ora avevo dopo? Guardai l'orario, fisica. Pensai alle altre mille cose da fare che avrei potuto fare invece che andare alla lezione di chimica, e dopo averne trovate almeno dieci scelsi la più fattibile.

Vidi un tizio idiota camminare infondo al corridoio e con tutta la voglia che avevo di andarmene e evitarlo, mi fermai e gridai –Troy!- vidi i suoi occhi posarsi sulla mia figura per poi vederlo venire verso di me con un sorrisino sulla faccia. Quanto l'avrei preso a schiaffi in questo momento

My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora