CAPITOLO 2

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-Dai Holly togli quel broncio e fammi un sorriso!- ripete mia mamma per la centesima volta da quando fummo partite

-No!-il mio tono risultò fermo e deciso

-ti ho chiesto scusa- la guardai e spalancai gli occhi

-si questa mattina dopo che ti sei alzata dal divano letto bella riposata mentre io ho dormito in macchina!- incrociai le braccia, sbuffai e mi girai verso il finestrino.

-guarda il lato positivo, ora potrai comprarti quello che vuoi!-io e mia madre non siamo mai state povere, abbastanza umili e poco attaccate al denaro, ma potevamo permetterci quello che ci interessava, un po' ci è arrivato dall'eredità della mia bisnonna, voleva molto bene a mia madre e una volta deceduta venne fuori che da giovane si era sposata con un principe di un paese dell'africa molto ricco che ,morto qualche anno prima di lei. le aveva asciato più della metà dell'eredita, la quale venne conservata dalla bisnonna con molta parsimonia, per poi finire nelle nostre mani. Ma dopo aver pagato tutti i debiti quasi la metà dei soldi andò via, da li mia madre pubblicò il suo primo romanzo e poi un altro, e un altro ancora e a quel punto inizio anche la sua fortuna guadagnata da lei e i soldi della bisnonna vennero usati solo in casi speciali, tipo un trasferimento totale. 

-mi spieghi cosa cambia? Avrei potuto comprarmi quello che volevo anche dormendo su un letto!- ribatto nervosa 

-ora basta! Scusa okay? Ora pensa a come arredare la tua cameretta e stai buona- dice incazzata! Ah lei è incazzata ora? Quella buona donna non mi ha detto che avevamo un letto e fa l'incazzata? Eppure il ciclo le deve venire fra due settimane.

[...]

Arrivate al negozio mia madre fu molto chiara sul fatto che non voleva alcun parere su come arredare la sua casa e che l'unica decisione che potevo pendere era su ciò che riguardava camera mia e il mio bagno. Ed ecco perché sto vagando da più di tre quarti d'ora cercando di trovare delle mensole che mi piacessero.

-scusi- chiedo al commesso disturbandolo mentre fissava un mobile bianco con uno sguardo perso 

-si? Hai bisogno?-si volta verso di me guardandomi sempre con quello sguardo perso nel vuoto

-ehm.. si volevo sapere se avete delle mensole bianche- dico un po' confusa da quello che sto dicendo

-ti servono per la tua cameretta piccola?- alzo le sopracciglia e nella mia mente passa il pensiero di trasformarlo da mr. Texas a miss. Texas. Ma scompare quando mi ricordo che poi dovrei fare un trasferimento in prigione.

-si, ora se non disturbo troppo il tuo accoppiamento con l'armadio vorrei trovare le mensole – sputo velenosa 

-che caratterino. Comunque ti conviene andare laggiù e scegliere una cameretta già arredata costa meno- mi consiglia 

-grazie- dico con sufficienza

-non c'è di che- dice infine ignorandomi e continuando sulla sua strada

Mi incammino verso il punto che mi ha indicato quando d'un tratto il mio sedere decide di fare amicizia con il pavimento 

-stai più attenta!- mi sento sbraitare contro mentre ancora sto metabolizzando esattamente chi sono

-fino a prova contraria io ho solo il cinquanta per cento della colpa!- urlo mentre mi alzo massaggiandomi la mia povera chiappa destra che ha dovuto attutire la caduta.

-pff...va bene allora che ne dici di venire a cena con me sta sera? Pagherai solo il cinquanta per cento del conto- dice ghignando ragazzo, molto carino devo dire, che mi ritrovo di fronte mentre il suo amico imbarazzato continua a fissarmi sorridendo come per dirmi "tranquilla è solo un coglione" mentre l'amica mi guarda stupita.

-potrei anche accettare peccato che ho una regola che mi vieta di uscire con le teste di cazzo- dico per poi superarlo come un diva. Sento l'amico ridere.

Decido di lasciare perdere i tre e avviarmi a scegliere la cameretta. 

[...]

-allora? Che cameretta hai scelto?- mi chiede mia madre sulla via del ritorno

-lo vedrai! Domani iniziano i lavori- dico soddisfatta della mia scelta

-mi fai paura, ti avverto se è una cameretta da piccola ribelle dormi in macchina- dice con tono minaccioso, ma non mai stata brava a dare punizioni.

Alzo gli occhi al cielo, sapeva quanto me che nonostante il mio carattere ribelle e poco educato avevo uno stile abbastanza semplice. –mamma- sussurro 

-si?- fa per incitarmi a continuare leggermente spaventata

-sai...come dire...vedi il Texas... è pieno di ragazzi fighi! Coglioni ma fighi!- dico per poi scoppiare a ridere alla faccia sconvolta di mia madre

-amore mio, uno alla volta, mi raccomando voglio ricordare i loro nomi non voglio aver paura di chiamarli per paura di chiamarli con il nome di quello che è stato con te il giorno prima- dice tornando con lo sguardo sulla strada

-mamma!- scoppiamo a ridere lasciandoci trasportare dal momento e cercando di scaricare la tensione su delle risate che su delle inutili lacrime

-ma perché dici ciò?- mi domanda mentre svolta a destra

-nah niente, ho avuto la fortuna di incontrarne due fighi ma comunque stronzi!- dico infine

-ah- dice come se sotto ci fosse qualcos'altro

-vai mamma, di la tua cagata!- dico sbuffando dopo venti minuti che mi guardava e muoveva le labbra

-ma non devono parlare quando si "dorme"- dice facendo le virgolette all'ultima parola

-io ci rinuncio sei peggio di me a volte!- alzo le mani in segno di arresa e porto lo sguardo fuori dal finestrino. A volte sembra che sia io la madre.

[...]

La sera era calata nella tranquilla città di Katy, in Texas, e io mi stavo già per buttare a capofitto tra le braccia di morfeo pronta l'indomani ad affrontare il tanto temuto primo giorno da scuola.

Dovrei avere cosi tanta ansia addosso da dovermi rigirare nel letto, ma la verità è che ho smesso di avere paura dei primi giorni di scuola dopo il mio settimo primo giorno di scuola. Non ho difficoltà a farmi nuove amicizie, non sono la ragazza che sta in cima alla piramide sociale, ma so farmi ricordare. Diciamo che in ogni scuola ho avuto la mia etichetta personale, ho inventato un nuovo gruppo composto solo da me.

Sarò sincera, non sono una ragazza che si nasconde nell'ombra e sta buona, voglio lasciare un mio ricordo prima di ripartire di nuovo, ma lo faccio a modo mio, è questo che rendo tutto molto più interessante.

Dovrei anche preoccuparmi dei professori ma non vado male a scuola dato che leggo molto e viaggiando ho imparato molte lingue, come vi ho già detto prima, l'unica problema è la matematica! Io e la matematica siamo tipo il mare del Nord e quello Baltico... non ci mescoleremo mai siamo totalmente diversi!


My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora