CAPITOLO 18

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19:50 POV TROY

Avevamo già trovato la stanza ed Holly era sparita da qualche parte lasciandomi solo in camera. Misi le scarpe e scesi al bar. 

Era li, seduta al bar con un bicchiere riempito di tè, il suo sguardo sulle parole che scriveva nel suo quaderno rosso. Seduta li, sul divanetto grigio con un pennarello verde teneva la sua mente impegnata, non badava agli sguardi che la gente le rivolgeva per non si sa quale motivo, forse erano i vestiti poco comuni, forse era la strana azione di scrivere una pagina vuota, o magari era quel suo sguardo perso, quel sorriso così sereno che aveva, ma che in realtà nascondeva con difficoltà le sue crepe, il suo essere distrutta. 

A volte ci si relaziona a delle persone più complicate, per sentirsi utili, per sentirsi eroi quando le si salvano, e avere delle giustificazioni quando ci si fallisce "era troppo incasinata". 

Seduta li con le gambe incrociate sembrava così semplice, cosi facile, un libro aperto di cui capisci la storia già dalla copertina, ma ti sarebbe bastato guardarla due secondi in più per capire quanto in realtà fosse incasinata, quanto fosse immersa in una guerra contro se stessa. 

23:00 POV HOLLY

Lo guardavo dritto negli occhi cercando di entrargli nella mente, cercando una possibile risposta positiva. Sapevo che quel viaggio non era casuale, sapevo esattamente dove mi trovavo, ma non sapevo cosa mi stesse per succedere. Eppure ero così certa che da li a poco qualcosa mi avrebbe spinto ad allontanarmi un'altra volta.

Siamo nella stanza che ci hanno assegnato. È fantastica! Ha un terrazzo con una vista meravigliosa.

-bene ora che si fa? Dove andiamo? Usciamo?- la voce di Troy rovina l'atmosfera che si è creata fra me e la terrazza

-non ho molta voglia di uscire. Se vuoi tu esci, giù c'è un salone credo facciano una festa ogni sabato sera o domenica sera non ricordo- appoggio le mani sul muretto della terrazza e chiudo gli occhi

-ehi. Non voglio una Holly depressa. Mi sembra di avertelo già detto- un gelido brivido percorre la mia schiena appena le mani gelide di Troy si posano sui miei fianchi scoperti dalla canottiera leggermente corta che ho come pigiama.

-TROY! Cazzo hai le mani gelide!- urlo ritraendomi per poi mostrargli la pelle d'oca

-sappiamo entrambi che non è per quello che hai la pelle d'oca- idiota

-idiota - sussurro mentre gli tiro un leggero schiaffo sulla spalla. I suoi occhi iniziano a scrutare il mio corpo e di colpo mi sento a disagio –smettila di fissarmi sei inquietante- un leggero imbarazzo si può leggere nel tono di voce in cui pronuncio le parole

-sai prima al lago, non volevo dire quello che ho detto cioè io- si sta scusando? 

-tranquillo non fa niente ho capito- abbozzò un sorriso, un falso.

-no non va bene. Tu ci sei rimasta male!- vero

-senti Troy non umiliarti ancora così piuttosto vedi di stare attento- entro in camera e mi dirigo verso il letto

-oh senti bimba stai calma- Io lo uccido a padellate

-vaffanculo maritino mio adorato!- dico prima di dare inizio alla lotta con i cuscini

-ah la metti cosi?!- prende un cuscino e salta sul letto per raggiungermi più velocemente ma naturalmente dato che io sono più intelligente mi sposto!

-Troy posso chiederti come fai ad avere tutto sto successo con le ragazze? C'è dai seriamente hanno degli standard così bassi? Hanno mai visto Kay?- lo sfotto

My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora