CAPITOLO 12

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Mi svegliai tra il piumone bianco e i raggi del sole caldo accompagnato dal suono degli uccellini, o almeno mi sveglierei cosi se fossi in un film, invece, il mio piumone è rotolato giù decidendo di farmi morire di freddo anche sta notte, gli ucelli credo siano emigrati e il sole è scomparso dietro una nuvola nera. Scendo dal letto e inizio a strisciare i piedi lungo il pavimento di camera mia fino ad arrivare davanti allo specchio. Mi spavento. L'unica scusa plausibile a tutto questo è che uno zombie sia entrato sta notte in camera mia e mi abbia morso. Prendo la spazzola e inizio a sciogliere tutti quei nodi che mi si sono fermati tra le note della notte.

-ahia- urlo quando incontro un punto in particolare che ha deciso di diventare addirittura un dread 

-che cazzo hai da urlare alle nove di mattina!- una voce a me conosciute irrompe in camera mia 

-Troy mi spieghi come fai ad essere ovunque? Dove sei pervertito!- urlo cercandolo 

-vieni al balconcino- chiudo gli occhi sperando di esser diventata pazza e di sentire le voci

-no- lo vedo sorridere come un ebete

-ehi piccola, come va?- mi chiede appoggiando il mento sul palmo della mano

-fanculo Jhonson- dico prima di chiudere la porta del balconcino e anche le persiane.

Ma tipo non posso fare come con gli originali di the vampire diaries? Gli conficco un pugnale e poi quando mi serve vivo glielo tolgo?!

Anche se piove la mia voglia di stare in casa è pari a zero, quindi decido di vestirmi e uscire a farmi un giro.

un insegna vecchia e antica attira la mia attenzione e senza pensarci troppo entro in quella libreria che spicca tra tutti gli altri negozi troppo moderni. Faccio scorrere le dita sui profili dei libri come se questo mi permettesse di trovare quello giusto, so di essere una ragazza abbastanza teatrale e anche se magari a qualcuno può dare fastidio a me piace, perchè diciamolo a chi non piacerebbe avere una vita come un film, poter vivere dentro una favola, avere quegli incontri improvvisi che ti stravolgono la vita, quelle frasi d'effetto che ti cambiano completamente il modo di vedere la situazione, quei pensieri profondi a cui ti abbandoni. Io personalmente lo amo. Scorro il dito per ancora un po' di tempo ma l'unica cosa interessante che ho scovato al momento sembra essere solo il commesso alla cassa.

-ehi Holly- sento all'improvviso mentre una cuffia viene sfilata gentilmente dal mio orecchio, mi giro portando il mio sguardo sulla figura davanti a me.

-Kay!- lo saluto 

-non ti facevo un tipo da libro- davvero? Non avevi nient'altro da dire?

- e che tipo mi facevi?- chiedo con un sorriso ambiguo continuando a scorrere lo sguardo sui libri

-no intendo non da libro romantico- si gratta la nuca, mentre io guardo il reparto in cui sono

-oh. Ahahahah tranquillo, comunque si mi piacciono ma sto cercando qualcos'altro- contino nel corridoio parallelo 

- non sono un commesso ma forse so il libro che stai cercando- un tono orgoglioso sostituisce quello imbarazzato

-grazie- gli rispondo prontamente

-tieni, io non l'ho letto ma ne parlano molto bene-mi dirigo vero la cassa fidandomi del ragazzo

-fanno quindici- mi dice il commesso fissandomi 

-tieni- mi dice porgendomi il libro con su un foglietto. Lo guardo. Un numero.

-mi dispiace ma non le serve- dice Kay prima di strapparglielo davanti agli occhi e portarmi fuori

My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora