CAPITOLO 7

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Se il buon giorno si vede dal mattino allora credo che questo sarà uno dei peggiori giorni della mia vita. Sta mattina proprio non è giornata ho la stessa voglia di un bradipo e la simpatia di elefante triste.

Scendo le scale ancora impolverate per via degli ultimi lavori, prendo la mia colazione take way e vengo fermata da mia madre che anche oggi non può fare a meno di tormentarmi.

-ti scambieranno per un boscaiolo se vai a cuola cosi- ecco il commento che mi miglorerà sicuramente la giornata. Alzo gli occhi al cielo. Se volevo un genitore che criticasse il mio modo di vestirmi avrei richiesto Enzo Miccio.

-invece di autare me con lo stile perché non dai una mano a vestire l'uomo che vaga in mutande dietro il bancone della cucina?- le indico l'uomo dietro di lei che imbarazzato mi saluta, mia madre sta per ribattere ma quando si gira per rispondermi esco di casa. Non mi interessa sapere le scuse che ha da utilizzare questa volta, non mi interessa cos'abbiano fatto ieri sera, mi interessa solo che non rovini un'altra volta tutto, o dovremo andarcene, ancora.

Tiro fuori dalla mia borsa le cuffiette bianche del iphone. Le infilo e premo il tasto di accensione del telefono

-fanculo- sussurro appena mi ricordo che il mio telefono ha deciso di non caricarsi sta notte.

Scendo alla fermata davanti alla mia scuola e attraverso l'entrata sotto gli sguardi di tutti. Vedo Brook che mi saluta da sotto i portici dall'altra parte del cortile così mi avvio verso di lei e il gruppo che la circonda

-ciao ragazzi ci vediamo dopo- saluta i ragazi mai visti prima per poi prendermi sotto braccio -ehi perché non rispondevi?- mi domanda appena fummo sole

-ho il cellulare scarico- la mia faccia si contorce in una smorfia

-ma hai visto il blog della scuola- non è stata una delle mie priorità

-diciamo che avevo qualcosa di meglio da fare- rispondo venendo subito dopo interrotta dalla campanella di inizio lezione –chi erano quelli?- domando riferendomi ai quattro ragazzi ancora accanto alla colonna a parlare

-sono ragazzi del corso di teatro- risponde vedendo il mio sguardo ancora rivolto a loro -Guarda- dice mettendomi davanti un articolo.

-la nuova si dà da fare- leggo il titolo non metabolizzando subito la situazione

-quella ragazza deve iniziare a scrivere il testamento- espiro quelle parole nello stesso istante in cui la mia faccia si contorce, esattamente come il giornalino che ho tra le mani.

-calmati- facile a dirlo quando non sei tu a finire in prima pagina mentre baci un idiota

-conosco molti modi per uccidere le persone e farlo sembrare un incidente- le dico con estrema calma

- la ucciderai dopo, ora andiamo in classe se no il prof ucciderà noi- mi prende e mi trascina per le scale verso la lezione di lettere

-ehi esco alla terza ora, mi trovi in corridoio se vuoi!- sento dire da un gruppo di ragazzi che ci passa accanto, sento la presa di Brook allentarsi come se sapesse già quello che la mia testa contorta stava pensando.

-ehi!- urlo in mezzo al corridoio vuoto, il ragazzo si gira e mi guarda

-cosa? Vuoi farlo ora?- domanda, ora lo riconosco era lo stesso ragazzo che alla mia prima lezione aveva fatto un battuta penosa, lo stesso che la preside aveva definito "un tipico esemplare di uomo senza cervello".

-prova a fare ancora una qualche battuta squallida su questa situazione e giuro che ti tiro lo stesso pugno che ho dato a Troy solo che mirerò leggermente più sotto, non dovrebbe fare male, oltre che senza cervello si mormora che tu sia anche senza palle- rispondo a dovere difendendo la mia poca dignità rimasta

My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora