CAPITOLO 5

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Spazzola, mascara, canotta grigia della vans, camicia a scacchi nera e rossa, pantaloncini a vita alta e le mie immancabili dottor martens. Perfetto ero pronta.

Brook, 8:10: scendi

Mi guardo allo specchio un ultima volta e rido, ci facciamo sempre in quattro per essere considerate belle e alla fine veniamo paragonate sempre alle modelle di victoria secret, stupida società, stupido modo di pensare. Manderò un reclamo.

Mi precipito giù per le scale sperando di non essere bloccata, ma mi fermo non appena la voce acuta di mia madre mi perfora l'orecchio –signorina- dice con fare autoritario, mi giro verso di lei –fai la brava- alzo gli occhi al cielo 

-e tu usa il preservativo sta volta- dico alludendo allo stronzo del negozio che aveva vinto gli straordinari con mia madre. 

Apro la portiera della macchina parcheggiata davanti al vialetto di casa mia senza controllare chi ci fosse dentro 

-buon giorno principessa- sento sussurrare dai sedili posteriori e per poco non mi prende un infarto 

-che ci fa lui qui?- urlo alla vista della faccia di Troy

-si da il caso che io sia amico di Brook da molto più tempo di te quindi è normale che dia un passaggio anche a me- ribatte 

-farete cosi tutta la sera?- chiede Alan 

-Alan!- lo saluto non avendolo visto prima 

-esatto, ti ricordi di me?- dice ironicamente 

-e come potrei dimenticarmi di te? A mensa stavi risucchiando la faccia della mia nuova amica!- lo sfotto mentre Brook sprofonda nel sedile imbarazzata.

-possiamo partire?- dice ancora rossa la ragazza mora

-ovvio- preme l'acceleratore e partiamo facendo correre l'auto sull'asfalto, sotto la luce dei lampioni che illuminano la strada fino a casa di Brook che scopro non essere molto lontana dalla mia.

Amo viaggiare, in macchina, in autobus, in treno, in aereo, non mi importa con cosa mi basta avere un libro la mia musica, il mio quaderno, un paio di cuffiette e il mio zainetto. Lo so non è una novità, a molte persone piacerebbe andarsene da qualche parte e gli basta avere quelle cinque cose per stare bene, il punto che io ho iniziato a farlo per davvero, cioè all'età di quattordici anni avevo litigato con mia madre così presi e andai; da li diventò una routine quando ne ho bisogno parto, mamma non si preoccupa, sa che torno, che non sto scappando, sto solo facendo un giro più lungo per tornare a casa.

-Holly?!- una voce richiama la mia attenzione

-piccola mi stavi sognando?- dice il coso

-sì- lo guardo –sdraiato, con le mani legate- lo sguardo si fa malizioso mentre Troy fa comparire su quel bel visino un sorriso da ebete –su delle rotaie del treno- dico prima di scendere e sbattere la portiera.

-benvenuti a casa mia!- esclama Brook facendoci entrare

-come se non ci fossimo mai stati- alza gli occhi al cielo il coso

-stai zitto!- gli ordina Brook

-e siamo solo noi quattro?-dico un po' imbarazzata

-Allora Alexis mi ha scritto dicendomi che stava arrivando con Alex, e Shawn invece sta venendo con Phobe- interviene Alan, può elencare tutti i nomi che vuole ma per me al momente sono solo persone sconosciute

-oddio esce ancora con quella? Vi prego ditemi che non verranno anche Natalie e Amber- mi guarda e capisce che sono abbastanza confusa –Natalie è la troietta Amber e Phobe quelle che io chiamo le sue oche ammaestrate- sorride e io annuisco

My life is imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora