Chapter twenty-seven

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Questo è l'ultimo capitolo della prima parte di weed.
Potrete trovare il capitoli della seconda parte sempre qui, (dal capitolo 28 per intenderci.)
Buona lettura!

JUSTIN BIEBER VOICE:

Avevo sempre considerato un legame tra due persone impossibile. L'avevo sempre ritenuta una cosa stupida, perché pensavo che nessuno, in fondo, mi avrebbe compreso. Invece con lei ho scoperto che esiste una luce di speranza per me, che esiste una persona in grado di capirmi. Potrei promettermi che il futuro sarà diverso, ma io non ne sono certo. Sono certo però di una cosa: se un giorno ci sarà anche un solo cretino pronto a portarmela via di nuovo, io farò di tutto per trovarlo e, ucciderlo. Non volevo più starle lontano o immaginarla con un altro. Avrei fatto il possibile per essere tutto per lei. Nessuna delle nostre cicatrici poteva far si che ci amassimo di meno.

Lasciammo presto casa di Luke, gli uomini di Madrina si occuparono di ripulire la situazione senza avere alcun tipo di problema con la giustizia. Nei giorni successivi alla sparizione di Luke, Madrina si mise sulle sue tracce, i ragazzi si occuparono di Punk, e io passai il mio tempo Megan. Era così strana, però allo stesso tempo mi sembrava felice. Eravamo seduti in salotto, lei si alzò, mi prende la mano e mi tirò con se. Lei sa già dove vuole andare e si affretta a camminare su per le scale, senza chiedersi se la sua meta mi piacerà, beh certo che mi piacerà. Il suo spirito è diverso dal mio. Lei non teme di essere ciò che è ed ha il coraggio di mostrare il suo animo in tutta la sua interezza. Io, io non lo so. Forse lei in quel momento non era così tranquilla come voleva sembrare, e lo vedevo benissimo, solo che non avevo il coraggio di chiedermi il motivo, per paura di rovinare tutto.

Arrivammo nella mia camera, chiusi la porta e appena mi voltai la osservai mentre cercava di liberarsi dei suoi vestiti. Nella mia osservazione, notai la ferita sul suo collo. Era la seconda cicatrice sul suo collo. Era distesa sul mio letto, l'intimo bianco la rendeva sexy ed elegante. Fissava il soffitto con aria pensierosa. Mi sedetti al suo fianco e cominciai a mordicchiarle il collo. Eravamo in totale silenzio, i nostri respiri echeggiavano nella stanza, i cuori batteva veloci.

"Domani ti porterò in ospedale, sei ancora in tempo per abortire" dissi.

"Se non volessi farlo?" mi chiese.

"Non vuoi davvero mettere al mondo il figlio di un mostro" le ricordai il vero motivo.

"Già" sospirò.

"Andrà tutto bene, Megan" dissi.

Mi sdraiai su di lei, facendo attenzione a non schiacciarla con il peso del mio corpo. Poggiai la mia fronte sulla sua, le sue mani cominciarono a sbottonare la mia camicia, che presto finì sul pavimento. Le mie labbra sfioravano le sue, creando un momento di desiderio e eccitazione. Poggiò la mano dietro il mio collo e mi tirò a se, premendo le sue labbra sulle mie. Non persi tempo, la mia lingua si scontrò con la sua e le nostre mani vagavano sul corpo dell'altro. Quanto mi era mancata. Mi coprì il viso di baci, gli occhi, la fronte, il mento, mentre cercavo a mia volta di baciarle ogni parte del corpo. Riuscivo quasi a sentire il gusto della sua pelle sulle mie labbra. Era buono e dolce, come lei.

"Ti amo" sussurrò.

Sentii che si abbandonava, che cominciava a lasciarsi andare. Leccai e baciai tutto quello che trovavo sul mio passaggio: le sue labbra, la sua pelle, i suoi capezzoli, il suo ventre. Mentre mi votavo completamente al suo piacere, sentii crescere l'eccitazione. Qualcosa nei suoi occhi era così invitante, qualcosa nel suo sorriso era così eccitante, qualcosa nel mio cuore mi diceva che sarebbe stata mia per sempre. Ci liberammo degli ultimi vestiti rimasti, io le sfilai via la giarrettiera con i denti. Ero io l'unico uomo della sua vita, lei era l'unica per me. Si sedette su di me e prese l'iniziativa, nulla di meglio. Quando entrai in lei mi sentii finalmente a casa. Era così stretta e calda, tutta bagnata solo per me. Cominciò a muoversi freneticamente e io l'aiutavo sopraffatto dal piacere. I suoi gemiti mi scaldavano il cuore e provocavano un sorrisetto sul mio volto. Mi distesi su di lei e spingevo sempre più forte, ero preso in maniera assurda. Mi era mancato troppo.

"Oh, Justin" ansimava.

"Urla il mio nome, fammi sentire che sei qui per me" le dissi.

Urlava il mio nome e io urlavo il suo, incurante delle persone al piano di sotto. Eravamo finalmente insieme, di nuovo, contro il mondo e chiunque ci avrebbe separato. Stavamo per raggiungere il limite, ci mancava poco. Così entrambi accelerammo i movimenti e dopo aver dato un forte spinta venimmo all'unisono. Mi accasciai sul suo corpo, non avevo intenzione di smettere di baciarla. Il suo corpo sexy era avvolto da una pellicola si sudore, il suo cuore batteva fortissimo e lo sentivo rallentare contro il mio metto. La strinsi a me, più forte che mai. Petto contro petto, così che entrambi potessimo sentire i nostri battiti. Non dicemmo nulla, quel momento era perfetto così, senza frasi sdolcinate.

Ci addormentammo, lentamente, avvolto uno nell'altra. Al mio risveglio il letto era freddo e solitario. Lei non c'era, forse era di sotto o era andata a fare un bagno. Mi avvicino alla porta del bagno, prima di aprire avevo esitato un istante, il bagno era vuoto. Sono uscito dalla camera e ho fatto le scale rapido, due gradini alla volta, chiamando a grande voce la mia ragazza. Silenzio. Sono uscito in spiaggia. Nessuna traccia di lei. Dove era finita la mia piccola Megan? Sapevo che avrei potuto urlare il suo nome milioni di volte, cercare per tutta la casa e non trovarla. Una parte di me sapeva che lei non c'era, era andata via. Lo sapevo, lo sospettavo.

"Megan!" urlai ripetutamente nel panico.

Alle mie spalle appare Doug, il suo volto era strano e tra le mani aveva un pezzo di foglio bianco. Sapevo quello che stava per dirmi, ma non avevo la forza di affrontare la situazione. Deviai bruscamente verso il salotto e mi fermai di colpo. La rabbia prese il sopravvento. Cominciai a distruggere tutto quello che avevo intorno, proprio come il mio cuore in quell'istante. La moquette luccicava di schegge di vetro: il tavolo basso era in frantumi. I tavolini ai lati del divano erano rovesciati, i libri sparsi sul pavimento come carte da gioco. Avevo stracciato i cuscini del divano e tutte le piume erano sparse per terra. Al centro di quel caos giaceva io, a terra, in lacrime. Perché era andata via? Perché mia aveva lasciato da solo? Perché? Lo sapevo.

"Questa è per te" Doug mi diede il pezzo di foglio bianco e lasciò la stanza.

Aprii il foglio, la lettera, era la sua calligrafia e cominciai a piangere più forte prima di leggere. Non ci credevo, non poteva essere vero.

<< Caro Justin,
non avrei mai voluto lasciarti, ma allo stesso tempo, sono consapevole che non posso più restare. Vedi per te il bambino che porto nel grembo è il figlio di un mostro, ma per me è mio figlio e io sono sua madre, non importa chi sia il padre. Andare via non sarà facile per me e non mi aspetto che tu capisca la mia scelta, ma non odiarmi, perché non lo sopporterei. Se il distino lo varrà, ci rincontreremo e potremo stare insieme,un giorno. Ma non oggi. Non ti dimenticherò mai, sei l'uomo della mia vita e nessuno potrà mai rimpiazzarti. Ti penserò ogni minuto, ogni secondo, della mia vita.

Ti amo. Per sempre tua, Megan. >>

Le lacrime scendevano lungo il viso cadendo sulla lettera di Megan, sbavando l'inchiostro ancora fresco. Strofinai la mano sul viso, furioso, per asciugarle. Continuavo a rileggere la lettera, centinaia di volte, cercando di dargli un senso, ma più la leggevo più non capivo. Io ero al sua tranquillità, la sua stabilità, la sua felicità, io ero il suo tutto. O almeno era quello che credevo. Era andata via per proteggere suo figlio da me, e anche se non volevo, odiavo quel bambino che portava nel grembo,odiavo Luke. Era come se urlassi, e nessuno riuscisse a sentirmi. Non avrei mai pensato che qualcuna sarebbe stata così importante per me che senza mi sarei sentito inutile. Nessuno avrebbe mai capito quanto faceva male la sua assenza. Mi sentivo senza speranza, come se niente ormai potesse salvarmi. Era finita, e lei se n'era andata, quasi desideravo di avere indietro tutte quelle brutte sensazioni dei mesi precedenti, affinché potessi riavere anche quelle belle.Non l'avrei mai odiata, non ci sarei riuscito,era la donna della mia vita. Non potevo e non sarei riuscito a dimenticarla, neanche se ci avessi provato. L'avrei aspettata per sempre se fosse stato necessario. Strinsi la lettera contro il petto, mi alzai dal pavimento e mi asciugai le lacrime. Grazie a lei ero cambiato. Mi aveva aiutato a sconfiggere la guerra che avevo dentro solo con il suo amore. Megan Walker mi amava e sarebbe stata mia, per sempre.

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