Chapter thirty-two

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  MEGAN WALKER VOICE:

40 ore. Otto minuti. Dodici secondi. Non smetto di guardare l'ora. Sono atterrata da quasi due giorni e ancora non me ne rendo conto, ma soprattutto non riesco a credere al fatto di essermi decisa a lasciare temporaneamente la mia nuova vita per intraprendere un viaggio fuori programma a causa di Luke. Non riesco ancora a credere che Justin stia tanto male nel vedere me e Dylan. Andare via è stata la scelta migliore che potessi prendere. È quello che vuole lui. Ho fatto la cosa giusta e le cose sono andate meglio di come pensassi, almeno per il momento. So che voglio dare una svolta alla mia vita. So che voglio provare qualcosa di diverso. So che voglio uscire dagli schemi e dai limiti che mi pongo continuamente, da troppi anni. Il campanello suona. Io e i bambini siamo tranquillamente seduti sul divano intenti a guardare la televisione, su una delle reti principali sta andando in onda un cartone della Disney, credo si chiamo nemo. Quando sento quel suono, rimango senza fiato. Chi poteva essere? Non poteva trattarsi di mia madre. Si trova da tutt'altra parte e lo stesso vale per i ragazzi. Lentamente mi alzo avvicinandomi alla porta, sperando di non farmi sentire. Il campanello suona di nuovo. Ora sono spaventata. Nessuno poteva cercarmi lì. Aspetto qualche secondo. Forse chi sta oltre la porta se ne andrà se non apri. Passano dieci, forse venti secondi. Silenzio e poi di nuovo il campanello. Tiro un lungo sospiro, poi sgrano gli occhi trattenendo un piccolo urlo. Apro la porta di scatto e mi ritrovo davanti uno sconosciuto. Capelli biondi, alto, spalle larghe, occhi verdi come il ghiaccio, mascella perfettamente delineata. Indossa un completo blu scuro, classico, con cravatta. Molto elegante e sexy. Tra le mani ha un cartone contenente pizza, ma i fattorini non si vestono in quel modo. "Sono Rush, il figlio dei Finlay, tu devi essere Megan, gusto? " Mia madre e Jeremy sono a cena a casa sua. "Si. È successo qualcosa?" domando preoccupata."Tua madre mi ha detto di venire a farti compagnia e così ho portato una pizza" spiega. "Puoi aspettare solo un attimo?" domando confusa. Annuisce e gli chiudo la porta in faccia. Quel ragazzo può essere chiunque: un ladro, uno stupratore, un assassino, un maniaco o un pedofilo. Ritorno in salotto, afferro il cellulare: un messaggio da parte di mia madre. - Sta per arrivare Rush, il figlio di Mindy e Abe,è un ragazzo per bene, ti farà compagnia e in più è molto carino ;) - Fine del messaggio. Mia madre non può invitare persone, anzi ragazzi, a casa mentre lei non c'è. È scorretto. Mi organizza incontri facendomi sembrare una povera zitella senza alcuna possibilità di avere una relazione. Per tutto il pomeriggio non ha fatto che ripetermi che devo ricominciare ad uscire con qualcuno, perché posso restare sola tutta la vita. Chi lo dice? Ci sono tante persone che restano sole e poi io ho Dylan, non sono sola. Lui non mi abbandonerà, verrà a trovarmi in una casa di cura per anziani. Ritorno alla porta e la apro, lui è ancora li che aspetta e non sembra affatto spazientito per aver aspettato fuori. Lo invito ad entrare e mi dirigo verso il salotto, lui mi segue. Mi siedo al centro del divano, tra Julie e Dylan. Mi sono appena resa conto che tutti e tre siamo in pigiama. Osservo i miei pantaloncini e sopra ci sono disegnati dei coni gelato e la mia canotta è talmente bianca da far vedere il reggiseno nero che c'è sotto. Almeno ho avuto cura di indossarlo. Rush Finley poggia la sua giaccia sulla poltrona, toglie la cravatta e sbottona alcuni bottoni dal collo e dalle maniche. Si siede sulla poltrona, apre il cartone della pizza e afferra una fetta ancora fumante. Si comporta come se stesse a casa sua e non mi offre neanche la pizza, scostumato. "Serviti pure" mi legge nel pensiero."Vuoi un piatto o un fazzoletto?" gli domando cordialmente."Sto bene così, grazie" afferra un'altra fetta di pizza. La precedente l'ha divorata. Vado in cucina e ritorno in salotto con dei fazzoletti di carta, afferro una fetta di pizza e comincio a mangiarla. Nel frattempo, Rush si è alzato dalla poltrona e gira per il salotto osservando le varie foto di famiglia. Più lo guardo e più mi è familiare. Forse l'ho visto durante quella fiera, il che significa che lui conosce la scenata fatta per proteggere l'amore tra me e Justin. Ma non sono sicura che fosse li. "Chi sei?" domanda Dylan ignorando il film. Di solito parla poco, o per lo meno si limita a dire mamma\papà. "Rush, piccoletto" gli sorride. Ha un sorriso molto curato."È l'ora di andare a nanna, forza" spengo il televisore. "Voglio vedere Nemo" protesta Julie. "No, dovreste essere a letto già da un pezzo" dico.Prendo in braccio Dylan e prendo Julie con una mano, ignoro il mio ospite e mi dirigo al piano di sopra. Entro nella mia camera e faccio accomodare entrambi nel mio letto. Mi sdraio accanto a loro e cerco di farli dormire, ma Julie parla in continuazione ed è difficile riuscire nella mia impresa. Fortunatamente Jonathan dorme già da un pezzo. Alla fine Julie è la prima ad addormentarsi e Dylan è quello che mi resta incollato con gli occhi aperti. È stanco morto ma non so perché non dorme. Si è stretto contro il mio petto e non mi lascia andare. Lo prendo in braccio, giro per la stanza e lo cullo mentre canto una canzone per bambini, la stessa che mi cantava il mio papà. Ah, quanto mi manca il vecchio Bill. Mi chiedo se sarebbe orgoglioso di me e se gli sarebbe piaciuto il suo nipotino. Ha sempre voluto un figlio maschio, ma mia madre neanche ci pensava ad avere un altro figlio, poi ha riposto la sua voglia in me e diceva che avrei messo al mondo un bambino bellissimo. Vorrei che fosse vivo, così ammirerebbe la mia splendida creatura. Dylan non dorme. Mi rendo che ho lasciato Rush da solo da troppo tempo e non so che persona sia, potrebbe mettersi a frugare tra le nostre cose o rubare. Stringo Dylan Joey Walker, tra le miei braccia protettive e scendo di sotto. Rush è seduto sul divano e sta guardando nemo, non sembra annoiato, anzi sembra proprio che si sia appassionato alla storia del pesciolino rosso. Sulla credenza del salotto c'era poggiata un borsa contenente tutti gli effetti personali di Dylan, così mi avvicino e cerco tra le varie cose il suo ciuccio. Appena lo vede, lo afferra e lo mette in bocca, cominciando a succhiare. Mi siedo sulla poltrona su cui precedentemente era seduto Rush e resto ferma e in silenzio, con la speranza che Dylan si addormenti. "È difficile farlo addormentare?" domanda Rush spegnendo il televisore. "Di solito no, ma ora pare proprio che non voglia saperne di dormire" risponde. Rush si alza dal divano e comincia a girare, di nuovo. Si strofina i palmi delle mani e poi si avvicina alla poltrona per osservare Dylan, che a sua volta lo fissa con degli occhioni vispi e attenti. "Vuoi tenermi d'occhio, non è così, piccoletto?" chiede divertito. Dylan toglie il ciuccio dalla bocca. "Si" risponde. Rimango scossa dall'intelligenza e soprattutto dalla risposta di mio figlio. "Sei geloso della tua mamma? È giusto, io lo sarei. È molto bella" dice. Divento rossa, sono anni che non ricevo complimenti, a parte quello di Doug, ma non contano. Dylan si sistema sulle mie gambe, sembra voler intraprende una conversazione con nostro invitato. Rush si siede sulla poltrona opposta e ci fissa entrambi. "Voglio papà, non questo" si rivolge a me. "Allora è per questo che sei sveglio, fai la guardia per il tuo papà?" domanda divertito. "Si, amico" risponde pronto."Come si chiama il tuo papà?" gli chiede. "Justin" risponde con disinvoltura."Non è vero" Sono nel panico.Rush scoppia a ridere. Io resto in silenzio e soprattutto sono sotto shock. Dylan non conosce suo padre, come può dire una cosa simile? Va matto per Justin. È arrivato al punto di restare sveglio quando un attraente sconosciuto viene a farmi compagnia? Sono esterrefatta. Può un bambino di quasi cinque anni capire così tanto? Sta difendendo il territorio di suo padre, un padre che non c'è. Beh, dovrei addestrarlo e cominciare con l'allontanare Jennifer dal mio territorio, allora. Oltretutto, sono imbarazzata per la situazione che si è creata. Sono rossa paonazzo, ne sono sicura. Non so che dire o fare, quindi restiamo tutti in silenzio. Molto meglio. Rush accende di nuovo la tv, nemo è ormai finito, così cambia canali a casa senza guardare qualcosa di concreto. Dylan si è finalmente addormentato, così ne approfitto per salire di sopra e sistemarlo sotto le coperte accanto a Julie che dorme beata. Rimango la luce accesa e chiudo la porta. Scendo al piano di sotto, stavolta sono molto più imbarazzata, perché non c'è il mio Dylan a difendermi. Rush ha nuovamente spento la tv e sta girando di nuovo per il salotto, si starà annoiando sicuramente. Prendo il cartone della pizza mezzo vuoto e lo porto in cucina, voglio tenermi occupato. Torno in salotto e sistemo i cuscini ordinatamente sul divano, poi passo alle poltrone. Sono stata occupata a pensare ad altro che non mi sono neanche accorta del buon odore di Rush. "È molto legato a suo padre?" chiede."Non sa chi sia suo padre" dico. "Oh" risposta secca. "È molto protettivo con te?" domanda."Direi di si" è vero. Mi guarda con quegli occhi color ghiaccio e mi sento avvampare tutta, c'è qualcosa in lui di dannatamente sexy. "Tu e suo padre non state insieme?" domanda."No" dico. "Ti sto facendo troppo domande?" ammicca un sorriso."Forse si" rido."Puoi farmene qualcuna anche tu, se ti va" dice. "Qual'è il tuo lavoro?" Sono curiosa di saperlo, dato l'abbigliamento."Da un paio di mesi lavoro come avvocato in un importante studio fuori città" risponde esauriente alla mia domanda. "Fuori città?" chiedo. "Si, Philadelphia, sono tornato poche ore fa e mia madre mi ha subito scaricato a casa tua" ride."Non abito qui, sono arrivata ieri mattina" mi siedo sul divano."Oh, di dove sei?" domanda."Sono originaria di Malibu, ma abito a Tokyo da cinque anni" troppe domande, mi sento braccata. "Deve essere fantastico vivere li" dice."È un posto affollato" Proprio quello che volevo quando sono scappata."Non vorrei essere indiscreto, ma il bambino è di Justin Bieber?" domanda. Lo conosce? "No" non aggiungo altro. "Qui in città si è parlato molto di voi due, quando avete dato scandalo alla fiera, ero al college, e purtroppo me lo sono perso" sembra divertito."Non ti sei perso nulla" lo rassicuro, ma non sono divertita quanto lui."Ti sto assillando con le mie domande, scusa. È solo che sembri una persona che ha tanto da raccontare" si abbottona le maniche della camicia."Potrei scrivere un libro sulla mia vita, te lo assicuro" sorrido.Lui raccoglie le sue cose e si reca alla porta, ovviamente da buona non padrona di casa lo scorta fino all'uscita. Si infila la giacca prima di uscire, io apro la porta. Esce fuori di pochi passi, fermo sul pianerottolo. Sorride e io mi sento una stupida, non so che fare. È così bello. Mi da un bacio sulla guancia e poi saltella gli scalini fino ad arrivare alla sua auto, il suo sguardo resta incollato su di me finché non sale in auto. Mi sono talmente imbambolata a guardarlo che non mi sono accorta della presenza dell'auto Justin, o almeno l'auto con chi è andato via. Scende dalla sua auto e il suo sguardo si fissa sull'auto di Rush che è sta uscendo dal cortile. Lascio la porta aperta e ritorno in salotto, poi sento sbattere la porta, più forte di come avrebbe dovuto. Vado in cucina, apro il frigo e prendo un succo d'arancia da versare in un bicchiere. Sul bancone c'è ancora un po della pizza che ha portato Rush, ne stacco un pezzettino e mentre riempio il bicchiere, mastico, per poi bere. Justin è entrato in cucina, apre i mobili in cerca di qualcosa, chissà cosa. Il suo volto è cupo e non dice una sola parola. Tipico. È arrabbiato, forse è geloso? O ha litigato con Jennifer? Li ho sentiti discutere poche ore prima. Non ho origliato, questo no. Mi sono solo trovate nel momento giusto per ascoltare, proprio come Justin. Perché è tornato a casa da solo? La sua ragazza e i gli altri dove sono? Non voglio fargli domande o dargli a parlare, ma odio il silenzio.Justin stava solo cercando liquore da bere, beve sempre quando c'è qualcosa che non va. È seduto in salotto, guarda la tv ma in realtà è spenta, è già ubriaco? Beve dalla bottiglia di Jack Daniel's come un forsennato. "I bambini dormono?" mi domanda."Si" È ovvio, sono quasi le due di notte. "Chi era quel tipo?" chiede bevendo. La sua voce sembra irritata."Rush Finlay, mia madre lo ha invitato così che non restassi sola" non capisco perché gli sto dando spiegazioni, non le merita. "Ha toccato tuo figlio?" Che razza di domanda è? "Non credo, hanno solo parlato" Mi ostino a rispondere a certe assurdità. "Di cosa?" chiede."Dylan voleva te, ha fatto i capricci per addormentarsi perché non gli andava di lasciarmi da sola con Rush" assurdo come un bambino di due anni possa essere così furbo."Hai messo al mondo un fottuto genio" dice.Sul volto di Justin compare un ghigno, una sottospecie di sorriso. Forse è solo orgoglioso che mio figlio, proprio come lui, riesce ad allontanarmi dalla possibilità di rifarmi una nuova vita amorosa. Non c'è nulla di geniale in quello che ha fatto Dylan con Rush, mi spaventa in certi aspetti. "Come mai sei già qui?" chiedo."Non mi stavo divertendo" posa la bottiglia sul tavolino davanti al divano, poi si alza. "Vado di sopra" dico.Stava per aprire la bocca e dire qualcosa, ma poi ha scosso la testa e ha preferito il silenzio. Corro su per le scale, come se stessi scappando ancora una volta dal mio peggior incubo. Apro la porta della mia stanza, entro e la lascio socchiusa. Appena mi avvicino al letto mi accorgo che Dylan è sveglio, non è possibile. Non appena mi vede si solleva dal letto e comincia a saltare ed urlare, fino a quando non lo prendo in braccio. Non voglio che Julie si svegli. Dylan sembra molto allegro, fa strani giochi con la lingua e ha la faccia completamente sporca della sua saliva. È da un po che cerco di insegnargli le pernacchie, ma ancora non ci riesce e si ritrova con una faccia bavosa. Sul comodino ci sono dei fazzoletti imbevuti, così gli pulisco il viso. Quando ride, mi si scioglie il cuore. Ha perso alcuni denti, ma ha il sorriso più bello di tutto il mondo. È il bambino più bello del mondo e non lo dico solo perché sono sua madre. È la mia benedizione più grande. Affronterei tutte le cose brutte che mi sono capitate: affronterei l'abbandono di mia madre, affronterei l'assassinio di mio padre, affronterei i ricatti di madrina, affronterei Luke e tutto il dolore legato a Justin. Affronterei tutto di nuovo, perché ognuna di queste cose mi ha portato a Dylan. Mi ha rallegrato la vita, mi sento una persona migliore da quando c'è lui. Ho messo al mondo un bambino pieno di energia e pieno di gioia, vuol dire che tanto male non sono. Sento la porta chiudersi alle mie spalle, è Justin. Gli occhi di Dylan si illuminano appena lo vede, lo stesso succede agli occhi di Justin. Si dimena per liberarsi dalle mie braccia, così lo poso a terra e lui corre dritto verso di lui. Justin lo accoglie sollevandolo e abbracciandolo, gli fa il solletico e non l'ho mai visto tanto felice. "Mio papà" Dylan abbraccia Justin, è così felice.Gli occhi di Justin si trasformano in una pozza di lacrime pronte ad uscire. Si è commosso e quella scena ha commosso anche me. Più che alto mi ha reso triste. Mio figlio vorrebbe Justin come suo padre e viceversa, e io vorrei lo stesso, sono così felici di essersi trovati. Nella stanza c'è troppo movimento, prendo Julie tra le braccia e deciso di portarla nella sua stanza, prima che si svegli. Quando ritorno in camera, Justin è sdraiato sul mio letto, Dylan è seduto sulla sua pancia. Stanno giocando a chi ruggisce di più, è un gioco che faccio sempre con Dylan. Mi fermo ad osservali e devo trattenermi dal non piangere, sarei sembrata una stupida. Sorrido, sono felice di vedere gli uomini della mia vita finalmente insieme. "Mamma vieni" Dylan indica il posto libero accanto a quello di Justin. Non me la sento di dire di no a quegli occhi così speranzosi. Mi sdraio accanto a Justin, lui mi sorride, non sembra più arrabbiato con me, forse quel momento gli ha fatto momentaneamente dimenticare quello che gli ho fatto. Dylan si inginocchia al centro e ci guarda entrambi. Ride e non ne capisco il motivo, ma non mi importa perché tanto è felice. "Ho saputo che non ti piaceva molto l'amico della mamma" dice Justin."No!" Dylan scuote la testa."Dylan non vede di buon occhio nessun uomo che mi si avvicina" rivelo, ed è vero. "Io facevo lo stesso tempo fa" mi ricorda."Lo ricordo benissimo" sorrido guardando il soffitto.Dylan si accuccia sul mio corpo, deve essere stanco. Afferra il braccio di Justin e lo poggia sul corpo, stringendo le sue mani intorno alle sue dita, come se avesse paura di non ritrovarlo al suo risveglio o che potesse andare via. Ci ha incastrati entrambi, siamo nello stesso letto e non possiamo scappare senza svegliarlo. Molto furbo, Dylan Joey Walker. Io e Justin restiamo in silenzio, non abbiamo molto da dire, nulla che non riguardo quello che è successo tra noi tempo fa, quando lui mi amava e io non ero ancora scappata. Sembra solo ieri, invece sono passati due anni. "Sei stata con altri da quando mi hai lasciato?" domanda timidamente."Si, ma il mio cuore non ti ha rimpiazzato, non c'è stato nessun altro uomo fisso nella mia vita da quando è finita, oltre Dylan ovviamente" rido per l'ultima parte, ma soprattutto per il coraggio che ho avuto nel confessare la verità.Lui sorride. "Come ci siamo ridotti fino a questo punto?" chiede. "Che intendi?" Ti ho lasciato, ecco come ci siamo ridotti a questi punto, ma forse non è questo che intende."Noi due che ci amiamo ancora follemente e non troviamo il modo di stare insieme" dice. "Ho capito da tempo che l'amore non basta" risposta fredda, ma vera. "Io l'ho capito solo quando sei andata via" sospira. Ed ecco: tre secondi lunghissimi di spaesamento collettivo. Altri due secondi per guardarsi attorno e capire qual'è la via di fuga più intelligente. Ma nulla, restiamo fermi li. Mi ama, è innamorato di me, lo ha ammesso. Ed io ho fatto lo stesso. Eppure non è successo nulla, il rancore è ancora forte e lui è fidanzato con Jennifer. Sarei un egoista e una poco di buon se mi intromettessi nella loro relazione. Non saprei descrivere le mie emozioni in quel momento, ma posso essere sicura che non sono emozioni felici. Mi sento spaesata e confusa, come se tutto intorno a me girasse veloce e io non riuscissi più a prendere il controllo di quel attimo. È come se stessi su delle montagne russe, ho la stessa sensazione, vorrei fermare questa giostra e scendere. Ma la vita non è un parco giochi, non decidiamo noi quando fermarci, dobbiamo solo affrontare la situazione e aspettare che la giostra della vita si fermi, prima di vomitare. 


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