Chapter thirteen.

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JUSTIN BIEBER VOICE:

Era strano come un sorriso da parte sua potesse cambiarmi la giornata. Un sorriso. Non parole, non un saluto, non un abbraccio o un bacio. Bastava un suo sorriso per rendermi felice. C'è chi nella vita ti insegna tutto, ti insegna a camminare sulla spiaggia, davanti al mare, e a correre veloce sul dolore per lasciarti tutto dietro se stai male, c’è chi ti dice che potrai diventare chi vuoi e te lo riesce anche a dimostrare, c’è chi ha sempre ragione, ma non ti mette a disagio, cerca semplicemente di fartelo capire, perché sa che le cose hanno un lato nascosto che sarebbe un peccato non scoprire.

Megan sapeva tutto della vita, sembrava strano o impossibile, eppure Megan sapeva. Megan sapeva tutto perché lei era una persona speciale che aveva la pazienza di insegnartele tante cose, di fartele scoprire.Io vivevo per darle amore, per aiutarla, per sorreggerla, per non farla cadere.C’è chi nella vita ti fa tornare a sperare, chi ti insegna a scoprire il tuo lato un po’ infantile, chi ti da la forza di continuare.

Cos’è la felicità? Nessuno da una risposta che vale come regola universale, vero? Un po’ come quando chiedi: "sai dirmi cos’è l’amore?”". E tutti li che provano a rispondere ma senza risultato.Io credo che la felicità sia irraggiungibile, non si può essere sempre felici e neanche sempre tristi, niente bianco o nero, nella vita c’è anche il grigio no? Però credo anche che esista un po’ di felicità, e sta nelle piccole cose, quando hai l’entusiasmo, lo stesso che a volte ti fa tentennare ma ti fa anche andare avanti, negli attimi, nei singoli momenti, alla fine siamo dei viaggiatori alla ricerca della felicità ma non capiamo che essa sta nel viaggio e non nella meta, io continuerò ad andare avanti consapevole di ricercare un’utopia meravigliosa, chissà che un giorno qualcuno riesca a trovare per davvero la felicità. Il quel momento però sentivo che le mia felicità o almeno qualcosa o per lo meglio qualcuno, mi ci stesse portando. Lei, lei e solo lei. Ero perso, innamorato.

È solo che lei era diversa, lei. Aveva visto tutto di me, ogni difetto, ogni mia stranezza. Aveva visto i dettagli in me. Era riuscita a guardare oltre, era riuscita a vedere il vero me. Non era come tutti gli altri che mi dicono ‘Hai dei bei occhi’, no, lei mi aveva detto ‘Mi piace il modo in cui guardi’. Aveva visto le mie facce strane quando scrivevo un messaggio. Aveva visto i miei difetti, ed è strano, perché era rimasta comunque. Era diversa, lei.  E quei miei difetti mi erano piaciuti di più da quando c'era lei. E mentre mi innamoravo follemente di Megan, era riuscita a farmi innamorare un po’ anche di me. Ed era strano per uno come me, che si è odiato per tutta la vita.

Era pomeriggio, io mi ero recato a casa di Megan per passare un po di tempo con lei, avevo voglia di definire il rapporto che c'era tra noi due. Mi ero detto:'o la va o la spacca'. Ero determinato, volevo fosse la mia ragazza, volevo creare con lei i momenti più felici della mia vita. Quando arrivai li però, di lei non c'era nessuna traccia. Il suo cellulare era spento e io stavo iniziando a spazientirmi. Ero fuori casa sua che aspettavo da più di quaranta minuti e ero disposto ad aspettare li finché non la vedevo ritornare. La serratura della porta di casa sua era difettosa, andava aggiustata, entrare per me fu un gioco da ragazzi, anzi da bambini. Il suo piccolo appartamento poggiava su un solo piano, era molto piccolo però lei lo amava. Eppure aveva sempre odiato quella casa. Approfittando della sua assenza, mi divertii a frugare tra le sue cose. Foto di famiglia,vestiti vecchi, una collezione di bottiglie di liquore sistemata ordinatamente per anno e provenienza, sicuramente appartenente a suo padre. Oggetti che ricordassero la madre non ce ne erano, ne foto e ne tantomeno ricordi di lei. Tutto in quella casa ricordava il rapporto tra Megan e suo padre Bill. Lei teneva a lui più di ogni altra cosa anche se non lo ammetteva.

Dalla finestra del salotto vidii Megan parcheggiare la sua auto fuori casa. Era ritornata. Mi nascosi sul fianco della porta, appena lei entrò in casa la tirai a me, tappandole la bocca. Lasciò cadere a terra tutte le buste che aveva tra le mani. Il suo sguardo era terrorizzato, il cuore le batteva fortissimo. Vedendola spaventata la lasciai subito e lei fece qualche passo indietro, non smetteva di fissarmi in modo strano. Mi sentivo una merda, il suo sguardo non prometteva nulla di buono, lei aveva paura di me. Cercai di calmare le acque offrendole qualche sorriso sincero, alzai le buste da terra e le poggiai sul divano del salotto. Lei fece dei respiri profondi e lasciò andare via la tensione degli attimi precedenti.

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