Chapter two.

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►  JUSTIN BIEBER VOICE:                       

Vivevo in una reggia sul mare, era mia e del mio migliore amico nonché socio Douglas, Doug per gli amici. Era stata pagata tutta in contanti, niente male per due ragazzetti di Stratford che decisamente non lavorano a Wall Street. Non mi piaceva essere definito 'killer', ma amavo la violenza. Dopo due missioni: Iraq e Afghanistan, il minimo in cui una persona può trasformarsi è un mostro. Tornai in patria con un sacco di soldi, ma senz’anima. Scopavo come se dovessi tirare fuori la guerra che avevo dentro, quindi avrei solo voluto trovare qualcuna che riuscisse a restituirmi un po’ di quell'amore che avevo perso. Io e Doug non eravamo criminali coinvolti in omicidi o altro, avevamo solo le nostre piantagioni di marijuana. Si dice che l’erba sia una cosa cattiva, ma in un mondo tanto cattivo è buona. Doug sosteneva che le droghe fossero la risposta razionale alla follia. Se in giro c’era ancora gente che tagliava teste come Enrico VIII era perché io e Doug producevano l’erba migliore del mondo. Ogni azienda di successo ha una storia alle spalle: la Microsoft e la Apple sono nate in un garage, quella mia e di Doug era nata su una spiaggia. Doug aveva studiato all’università, aveva due lauree: in marketing e in botanica. Io ero in congedo, eravamo amici fin dai tempi delle scuole elementari.

Un bel giorno eravamo in spiaggia a parlare del nostro futuro e io dissi: 'Sai da dove viene la miglior cannabis del mondo?'- 'Facile, Afghanistan' rispose Doug… Din, quello è stato l’attimo decisivo. Così io dal posto più pericoloso della terra aveva iniziato a contrabbandare solo i semi migliori. L’azienda cresceva, dopo due anni avevamo un paio di piantagioni e una vasta rete di clienti. Diventò una leggenda metropolitana. Se chiedi a un fumatore serio dove trovi l’erba migliore al mondo nel XXI secolo, non ti dirà in Thailandia, in Giamaica, in Cambogia e di sicuro non in Messico. Era proprio li, in California, Stati Uniti. Doug diceva che ogni pianta voleva amore, si vedeva come un guaritore. Collaboravamo con diversi laboratori e rifornivamo parecchi locali in California. Gli affari crescevano perché almeno per quello che si era potuto vedere da quell’erba alleviava il dolore, 15 milioni di clienti soddisfatti non possono sbagliarsi tutti. I grandi guadagni venivano dai traffici internazionali fuori dallo stato, il prezzo più alto era di 3000 dollari al kg. La filosofia di Doug era fondamentalmente questa: ‘non far incazzare nessuno’, il suo genio era quello di tenere il 99% delle paranoie e della rabbia fuori dagli affari. Il restante 1%? A quello ci pensavo io. Io mi vedevo come un cattista: un cattivo buddista,meglio non farmi incazzare! Per me il business dell’erba era fruttuoso: la nostra fondazione aveva dislocamenti in Africa e in Asia. I nostri impegni erano abbastanza, dovevamo metterci il cuore. Non ceravamo solo io e Doug, c'erano altri ragazzi con noi. Liam e Punk. Ci fidavamo gli uni degli altri, ci prendevamo cura gli uni degli altri e per me loro erano la famiglia perfetta. Io e Doug eravamo molto diversi, ma eravamo grandi amici. Io ero metallo freddo. Doug era legno caldo. Io scopavo.Doug faceva l’amore. Io ero terra. Doug era spirito. E l’unica cosa che avevano in comune, era l'amore per gli affari. Starete pensando che io sia una persona spietata,cattiva, fredda, ma vi sbagliate di grosso. Io dovevo solo trovare qualcuno che mi insegnasse il vero significato dell'amore. Come al solito io e i miei ragazzi eravamo in giro,era notte fonda ed eravamo di ritorno da una nottata molto focosa in un locale della città. Guidavamo uno di quelle jeep scoperte, molto usate dai ragazzi americani. Musica ad alto volume, cannabis fresco che pulsava nelle teste.Ragazzi normali, niente di diverso. Nonostante fumassimo quantità di erba davvero eccessive, avevamo imparato a conviverci. La droga non poteva più nulla sulla nostra testa. Mentre guidavo spensierato la strada isolata e incolta, tra il sole sorgente e caldo, i ragazzi mi ordinarono di fermare l'auto.Si erano accorti di un auto che andava a fuoco, poco distante dal relitto c'era una strana presenza ai cornicioni della stradina spianata. Fu Doug, con il suo occhio attento, ad accorgersi di quel corpo gettato per strada, privo di forze, sembrava un cadavere. Tutti scesero subito dall'auto, io rimasi spensierato al mio posto. Doug non amava la violenza, lui non riusciva ad uccidere una mosca e vedere li a terra il corpo di una persona, gli lacerava il cuore. Scesi dall'auto e mi incamminai verso il relitto in fiamme. Non si trattava di un incidente, qualcuno aveva impiantato una bomba nel motore. Volevano quella ragazza morta ed io volevo restare fuori da quella storia.

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