Chapter twenty-eight

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WEED SECONDA PARTE!


MEGAN WALKER VOICE:

Prologo.

| 5 anni dopo|

Avete mai fatto qualcosa di così terribilmente stupido che il senso di colpa e il rimorso aleggiano sopra di voi come una nube carica e scura? Offuscando la vostra capacità di giudizio, consumandovi l'anima fino a diventare un'ombra sola e triste tra la gente? È così che mi sentivo. Straboccavo di rimpianti e troppo pentimenti. Ma la cosa peggiore è stata tenere lontano il mio passato. Mentire alle persone che più amavo. Sono andata via perché Justin non avrebbe mai amato il bambino che portavo in grembo, non lo avrebbe mai sentito suo, voleva che abortissi e io non credevo fosse giusto. Ma con il tempo le cose si erano rivelate per quello che erano. Luke non era il padre del bambino. Crescendo in lui non ho fatto che vedere l'uomo che amavo, tale e quale a suo padre anche nelle piccole cose. Avevo fatto soffrire l'uomo che amavo e che amo tutt'ora, forse anche più di prima. Mi ero rifugiata a Tokyo, Giappone. La vita per me lì, era completamente diversa in quella parte del mondo, mi sembrava tutto salutare, sia per la mente, sia per l'anima, sia per il corpo. Ma più di tutto era lontana da quel mondo che per anni non aveva fatto altro che portarmi disgrazie.

L'unico a conoscenza della mia vita al di fuori della nazione era Doug, sapeva del bambino, lo aveva visto crescere ed era diventato come uno zio per lui. L'unico parente che avesse mai incontrato. Douglas era ed è il mio migliore amico, mi viene a trovare di tanto in tanto, ma Justin questo non lo sa, anche se lo sospetta in realtà. Doug mi racconta spesso di come Justin è peggiorato dopo la mia partenza: non era mai calmo, pensava solo al lavoro e raramente usciva di casa per divertirsi, ma trovava sempre il tempo per andare a letto con ragazze sconosciute e con il tempo aveva anche trovato il tempo per stare stabilmente con qualcuna. Non avrei mai pensato che senza di me, la sua esistenza avrebbe avuto tale capovolgimento. Sono passati quasi cinque anni, il mio bambino è cresciuto, un bambino splendido e io finalmente sono serena, perché sento di essere finalmente in pace con me stessa e di non dover più fuggire. Mia madre si era sposata con Jeremy e insieme avevano avuto un altro bambino. Mi manca Grace, mi manca mia madre, mi manca Julie, mi mancano i ragazzi e mi manca lui. Mi odiava, lo sentivo, ma non potevo biasimarlo. Eppure andarmene da quella città era l'unico modo che avevo per salvare me stessa.

Sono seduta in salotto, davanti alle finestre a parete che danno una splendida visione della città. Tokyo è splendida, credo sia uno dei posti più belli del mondo. Intorno a me, le nuvole hanno l'aspetto dell'ovatta. Mi verrebbe di toccarle, ma so che non potrò mai e sorrido a me stessa, scoprendo che, anche se il mio corpo è cresciuto, sono ancora una bambina con la voglia di toccare il cielo. E' mattina e respiro un'aria diversa. Il mondo intorno a me sembra così artificiale e so solo che mi ci sono voluti anni per viverlo tutto, prima di averlo considerato davvero mio. La città è immensa, come il cielo che le fa da tetto.

"Meg, porto Dylan con Alec al parco giochi, hai bisogno di qualcosa?" Alle mie spalle c'è Lisa, la mia vicina di casa.

Alec è suo figlio, nonché il miglior amico di mio figlio, vanno all'asilo insieme, credo sia l'unico vero amico che abbia mai avuto. È un bambino di origine anglo-giapponese, sua madre è inglese e suo padre è originario di Osaka. È più grande di Dylan di solo due mesi.

"Compra qualcosa da mangiare, non ho molta voglia di cucinare oggi" Mi alzo dalla sedia.

"Okay" annuisce. "Non capirò mai perché resti ore a fissare il vuoto" dice.

"Stavo solo pensando" dico.

Sorridendo sia a lei che a me stessa.

"Torno per l'ora di pranzo, tu fa la brava" mi dice.

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