Chapter eleven.

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MEGAN WALKER VOICE: 

L'amore per me era sempre stato uno di quei sentimenti capaci di confondermi. Ero entrata in uno stato di stand-by e non riuscivo più a pensare a nient altro che non fosse Justin. Dall'altro lato dell'amore c'è un baratro, una voragine, un dirupo, basta un solo errore per finirci dentro e non riuscire più ad uscirne. Era proprio quello che mi stava capitando, ero sempre più convinta che fosse la fine, ero in un guaio più grande di me. Provavo qualcosa di forte e profondo per Bieber, ma non riuscivo a essere me stessa e a sentirmi a mio agio con lui. Ogni volta che le nostre menti entravano in intimità, pensavo a Madrina e alla trappola con la quale aveva intenzione di incastrare Justin, io ne ero partecipe e questo mi faceva sentire male.

Io volevo dargli tutto quello che avevo di buono, ma l'unica cosa che aveva ricevuto da me erano enormi e bugie. Un rapporto nasce sulla sincerità e sulla fedeltà reciproca, qualità che a me un quel momento mancavano del tutto. Passavo le notti a pensare ad un soluzione, volevo uscirne vincente da tutto quel caos, ma la verità era questa: non avevo via di fuga che non mi portasse a star male. Non volevo ragionare da egoista, non mi importava se a star male ero io, Justin avrebbe capito o mi avrebbe cancellato dal suo cuore. Ma la mia sorellina valeva più di tutto, lei non poteva difendersi, c'era la sua vita di mezzo. Avrei accettato l'odio di Justin e dei ragazzi, ma la cosa che più contava per me era lei, doveva star bene e crescere.

Avevo dormito pochissimo quella notte. Ma la sveglia non fece sconti e, alle nove in punto, cominciò a fare il consueto baccano per tirarmi giù dal letto. Quel giorno avrei dovuto incontrare Madrina, mi aveva telefonato il giorno prima dicendomi che doveva parlarmi d'affari importanti. Alle 9.30, non feci in tempo a mettere piede fuori  dalla doccia che il telefono cominciò a squillare. Madrina era arrivata allo chalet prima del previsto e si aspettava che io fossi già li ad aspettarla. Indossai le prime cose che trovai in quell'ammasso di disordine presente nel mio armadio; legai i capelli e corsi dritta in garage per prendere l'auto.

Mentre guidavo verso la destinazione stabilita, il cellulare nella mia tasca cominciò a squillare. Non era il cellulare che usavo per comunicare con Madrina, quindi doveva essere per forza Justin o Grace. Come avevo immaginato, la mia prima ipotesi era quella giusta. Risposi al telefono con una certa agitazione, dalla sua voce potei capire che si era appena svegliato. Mi aveva telefonato solo per augurarmi una buona giornata, negli ultimi tempi lo faceva spesso. Anche se questa volta sembrava volesse dirmi altro, ma non smetteva di balbettare. Purtroppo non potevo perdere tempo a parlare al cellulare con lui, dato che ero arrivata allo chalet. Misi giù immediatamente. Mi rendevo conto di non essere stata particolarmente carina,ma non potevo certo perdere l'intera giornata nel tentativo di capire quello che intendeva dirmi.

Parcheggiai l'auto a pochi metri dallo chalet, scesi dall'auto e mi guardai intorno per cercare la solita limousine su cui si presentava Madrina. Della sua sfarzosa auto non ce ne era traccia, ma ad un certo punto un suv distante pochi metri da me cominciò a suonare il clacson attirando la mia attenzione. Camminai fino all'auto a me sconosciuta, aprii lo sportello posteriore e salii. Madrina era li, l'unico problema era che non era li da sola. A farle compagnia c'era Luke, lo stesso uomo che non aveva a genio Justin e i suoi affari. Cosa ci facevano loro due insieme? Quella situazione non mi piaceva affatto.

"E così ci incontriamo di nuovo" disse Luke con un sorrisetto divertito.

"Cosa ci fa lui qui?" mi rivolsi a Madrina.

"Cambio di programma, lui è uno di noi adesso" disse la donna.

"Che significa cambio di programma?" domandai confusa.

"Significa che farai quello che ti dice, non obietterai e lo aiuterai" mi guardò duramente.

"Cosa vuoi che faccia?" domandai a Luke.

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