Chapter thirty

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JUSTIN BIEBER VOICE:

Cosa fai se non puoi fidarti di qualcuno, ma quel qualcuno ti manca come l'aria? Lei mi ha distrutto, ma continuo ad amarla e desiderarla. La odio, la odio da morire per avermi ingannato più volte con il suo amore. Forse non devo neanche pensarla, ma la mia mente ha la sua immagine fissa davanti. Forse dovrei parlare con lei in modo più approfondito. Forse dovrei chiedere a Doug se c'è qualcosa tra loro, ma ho paura della risposta. Devo farlo, sento che qualcosa non va, che c'è qualcosa tra loro due e io devo sapere la verità. O rischio di impazzire per le troppe domande a cui non so rispondere. Ma non riesco ad alzarmi dal mio letto, mi manca il coraggio. Ho passato tutta la notte a pensare a lei, a Doug, al bambino. Neanche il sesso di Jennifer mi ha distratto, lei sembra non esistere più da quando Megan è tornata nella mia vita. Sudo e tremo solo al pensiero di sentire la verità, il mio sospetto che si trasforma in realtà.

Mi alzo velocemente dal letto, piantando li Jennifer ancora dormiente. Cammino a passo veloce lungo il corridoio, la porta della sua camera è aperta e non c'è nessuno. Sento la sua voce e quella di Doug provenire dal bagno. La porta è aperta, stanno lavando Dylan insieme. Divento rosso per la gelosia. Alzo esitante una mano, per salutarli. Lui fa altrettanto, lei sorride, ma non dice niente. Devo muovermi o il mio coraggio se ne sarebbe andato, per sempre. Avrei voluto correrle incontro, gettarle le braccia alla vita e stringerla a me. Magari se avessi fatto una doccia prima sarebbe stato anche meglio, ma in quel momento l'avrei fatto comunque, se sul suo viso ci fosse stato qualcosa che mi avesse dato la speranza. Ma sul suo viso non c'è speranza, né felicità nel vedermi.

"Papà, papà, papà" il piccolo ripete sbattendo le mani sull'acqua, bagnando così sua madre.

"Dylan no, mi bagni" Megan si copre il viso e sorride mentre suo figlio continua.

"Papà" il bambino lo dice in tono gioioso, sembra che lo stesse urlando, una sorta di richiamo.

"A tutti piaci di più bagnata, soprattutto con indosso solo la camicia da notte" dice Doug sottolineando chissà cosa con lo sguardo.

"Sta zitto" risponde ridendo mentre insapona il bambino.

"La verità" enfatizza Dylan.

Douglas si avvicina a me, mi da un pugno sulla spalle e va via. Io sono fermo sul uscio della porta, guardo Megan che lava amorevolmente suo figlio. Lui guarda verso di me e sorride, lei invece fa finta che io non ci sia. Mi faccio avanti e mi siedo sul bordo della vasca. Megan è ancora in camicia da notte,l'abbronzatura dorata fa risaltare i suoi occhi, è bella come non mai. Ed il mio cuore prende a battere all'impazzata. Il suo profumo si fondeva con quello dell'emozione. Quei capelli arruffati, leggermente spettinati mi piacciono da impazzire. Voglio, ma non posso, accarezzarli, sembrano così morbidi. In più, come se non bastasse, mi sento sporco e maleodorante, dopo la notte con Jen. Ma mi ripeto che non ho altre occasioni. O adesso o mai più. Megan in silenzio prende l'accappatoio a forma di panda del piccolo e lo avvolge in esso.

"Papà" il bambino insiste e guarda dalla mia parte.

"Smettila, Dylan" mormora Megan, la sua voce sembra tremante.

Appoggia il bambino sul muretto del lavandino e lo asciuga, io invece gli giro intorno, osservando entrambi. Credo sia il momento giusto per parlare, da soli. Chiudo la parta e lei mi guarda stranita, si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Devo farti una domanda" rivelo.

Mi fissa. "Okay"

"Tra te e Douglas c'è qualcosa?" domando esitante.

Il suo volto si contorce in una smorfia. "No, non potrebbe mai esserci qualcosa fra noi" dice.

"Sembrate così intimi" confesso.

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