Chapter eighteen.

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MEGAN WALKER VOICE:

In tutti questi anni non avevo trovato nessuno che mi piacesse davvero. Qualcuno che mi facesse impazzire il cuore, come solo Justin aveva fatto. In effetti ero piuttosto curiosa di sapere com’era amare qualcuno.

Le prime esperienze delle mie amiche erano state senza dubbio diverse: per esempio Grace era innamorata dello stesso ragazzo dai tempi delle medie. Io a quell’età, non ci pensavo nemmeno. Ero sempre stata piuttosto timida, specialmente con i ragazzi. Non riuscivo ad aprirmi, ad essere me stessa. E la mia timidezza mi impediva spesso di instaurare amicizie maschili; eccezion fatta per Marc. Con lui era tutto diverso. Ci conoscevamo da una vita e non mi ero mai imbarazzata davanti a lui, il fidanzato di Grace era come un fratello maggiore. Poi, improvvisamente, è arrivato Justin e con lui era tutto così facile. Quella volta in cui avevo notato, nei suoi occhi, splendide sfumature color oro,inspiegabilmente avevo provato una strana emozione che aveva fatto vibrare il mio cuore. I suoi occhi avevano fatto colpo sulla mia fragilità. Quante cose erano cambiate da quel giorno.

Parlando delle relazione familiari il discorso era molto diverso. Bill, mio padre, mi ero resa conto dopo la sua  morte che era molto più importante di quanto credessi. Nonostante i litigi a causa del suo vizio del gioco e del alcool, nonostante i guai che tutto ciò mi causava, lui era la persona più importante della mia vita e non si era mai permesso di lasciarmi sola. Mia madre era diversa, forse più egoista, aveva pensato solo a salvarsi dal quel manicomio. Lei se la cavava molto bene e aveva sostituito mio padre con Jeremy Bieber. Dovevo ammettere che da bambina ogni volta che pensavo al compagno di mia madre, colui che l'aveva portata via da me e da mio padre, finivo per provare un sentimento di odio e di rancore. Mio padre amava più di tutto mia madre e forse era stato quello il suo unico errore, la sua fonte di distruzione. Aveva riversato su di me il tutto l'amore che aveva, io ero la sua unica gioia. Il giorno in cui è morto, una parte di me, avrebbe preferito che morisse mia madre, perché lui era tutto e lei era qualificabile al nulla più assoluto.

Inutile dire che appena i miei occhi l'hanno incontrata, dentro di me si era accesa una scintilla, avrei voluto urlarle contro tutto il mio dolore, ma mi ero limitata a dirle le cose più essenziali. Non si trattava solo di Madrina o della morte di mio padre, ma del suo abbandono. Erano passati anni dall'ultima volta che l'avevo vista. Chiamava e mandava lettere, ma io ero sua figlia e questo non mi bastava per colmare il vuoto che lei aveva aperto dentro di me. Io avrei solo voluto che lei si comportasse da madre, che mi insegnasse a truccarmi o ad acconciarmi i capelli, avrei voluto che mi desse consigli per piacere ai ragazzi. Da ragazzina mi comportavo come un maschio, mi vestivo con i vestiti maschili di mio cugino perché non potevo permettermi di andare a fare shopping. Il primo reggiseno lo avevo comprato in un mercatino dell'usato. Lei doveva essere li con me, ad aiutarmi, ma non c'era stata e non glie lo avrei mai perdonato.

Io e Justin avevamo dormito in due camera separate, perché così avevano deciso i nostri genitori. Secondo Jeremy il nostro rapporto era da chiarire, mia madre non si era azzardata a dire una sola parola, lei era a conoscenza di tutta la situazione con Madrina. Quella mattina dopo essermi alzata dal letto e preparata, dovetti aspettare che Jeremy venisse ad aprire la porta della mia camera. Mi aveva chiuso dentro, era pazzo. Scesi in salotto dove mi stavano aspettando per fare colazione. La piccola era già sveglia e rise appena mi vide arrivare. Somigliava molto a Justin e a suo padre, loro erano di carnagione più chiara e i loro capelli andavano nel biondo scuro, mentre io e mia madre avendo lontane discendenze filippine, eravamo più scure. Justin stava facendo colazione e io lo salutai con un bacio sulle labbra, per poi ritrovarmi addosso gli occhi tenebrosi di Jeremy.

"Da quanto voi due state insieme?" domandò.

"Da un bel po" farfugliò il mio ragazzo mentre mangiava la sua colazione.

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