CAPITOLO DECIMO

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"La mente è l'insieme delle funzioni principali svolte dal cervello.
La mente comprende la sensibilità, il pensiero, l'intuizione, la ragione, la memoria e la volontà. Tutto questo è fondamentale per gli uomini tanto quanto l'aria, perché quando l'aria manca ti senti soffocare ed è la stessa cosa con le cose che ho elencato.Se in una persona manca la volontà, il pensiero e soprattutto la sensibilità, di che cos'è fatta?Di polvere,inutile polvere che il vento spazzerà via"

Il professor Brown era un giovane trentenne con una grande voglia di vivere, amava essere diretto e più di tutto amava relazionarsi con i suoi allievi, fargli capire le sue parole che non erano solo parole sue ma parole di grandi studiosi che avevano segnato la storia della scienza, la storia dell'umanità.

Brown aveva la capacità di capire le persone con uno sguardo, gli bastava guardare gli occhi dell'individuo che aveva davanti per capire il suo stato d'animo.
Aveva un livello di empatia non indifferente e aveva letto ognuno dei suoi numerosi studenti, tranne uno. Lei:Emma Thompson era come un tabù per quel ragazzo un po' pazzo e dai folti capelli ricci e crespi.

L'aveva osservata per ore ed ore, aveva studiato ogni movimento, ogni espressione ma niente.
Era così ombrosa quella ragazza con il viso da angelo che l'aveva fatto impazzire, come una strega malvagia gli aveva fatto un incantesimo e l'aveva fatto infatuare di lei.

Hayes Brown era combattuto perché sentiva un sentimento talmente profondo e grande per Emma, che delle volte temeva che gli scoppiasse il cuore ma non poteva dichiararsi perché lei aveva appena diciotto anni e lui era il suo professore di psicologia.

Emma provava ammirazione per Hayes, lo trovava interessante e soprattutto trovava interessante il   suo modo di parlare, di esprimersi e il suo modo di tramettere conoscenze.
Era particolare ed originale.

La campanella suonò annunciando la fine della giornata scolastica, così il professor Brown  salutò i ragazzi e li guardò uscire dalla classe.
Emma uscì velocemente dell'edificio e proprio mentre stava percorrendo la strada secondaria che prendeva sempre, si sentì chiamare.

Si bloccò sul posto.La gola secca, gli occhi sbarrati, il corpo rigido e le mani sudate.

"Emma ciao" disse Christopher affiancandola e sorridendole.
Lei si voltò per guardarlo e disse:"Ciao Christopher"
Senza neanche rifletterci iniziarono a camminare e a parlare.
Emma era sorpresa perché non riusciva mai a parlare apertamente con qualcuno, soprattutto se esso era uno sconosciuto ma forse era quello il punto.
Chris non era del tutto sconosciuto perché gli aveva mostrato indirettamente la sua vita e la sua personalità e lei aveva fatto lo stesso.

"Perché sei venuto a prendermi?"chiese dopo qualche istante Emma.
"Passavo di li e ho pensato di accompagnarti fino a casa"disse Christopher guardandola.
"Ah"
"Ah?"
"Si,ah"
"Perché?"
"Perché no?"domandò a sua volta la ragazza.
"Potresti smetterla di rispondermi con un'altra domanda?È snervante"disse il ragazzo facendo un piccolo sorriso.
Emma fece una smorfia e Chris rise insieme a lei.

Imboccarono il vialetto di casa ed Emma disse:"Ci vediamo"
"Okay"
"Ciao " disse la bionda voltandosi verso la porta ma Chris le toccò una spalla e a lei caddero le chiavi a terra.
"Merda"mormorò Emma mettendo le chiavi nella toppa, le dita le tremavano per quel fugace contatto e per la vicinanza.
La schiena di lei aderiva perfettamente al petto muscoloso di lui, che aveva il respiro affannato.

"Cosa c'è?"disse acida senza farlo apposta.
"Volevo..ehm sapere se ti andrebbe di andare da qualche parte insieme"
Emma si girò per guardarlo in faccia e rimase senza fiato per la vicinanza tra i loro visi.
Iniziarono a sudarle le mani, il cuore batteva forte e la gola era secca.

Aprì la porta e velocemente entrò in quella triste casa, dalla soglia disse:"Va bene,ci sentiamo".
Dopodiché si appoggiò alla porta chiusa e scosse la testa sorridendo.

Forse aveva trovato un amico, una persona che l'avrebbe apprezzata.
Corse in camera sua, mise dei panni per stare in casa e il telefonò segnalò l'arrivo di un messaggio.

Da Christopher:
Ciao Emma,per te va bene se domani ti vengo a prendere a scuola e poi andiamo a mangiare in qualche pub o dove vuoi tu.
Fammi sapere,ciao xx
P.s. Chiudi le tende quando ti cambi qualcuno potrebbe cederti.

Emma arrossì e andò a chiudere le tende bianche sorridendo.
Fece un urletto di felicità buttandosi sul letto.
Si morse il labbro inferiore con occhi sognanti e si rese conto che per la prima volta dopo anni sarebbe uscita con un amico, se così poteva definire Chris.

Un uscita tra amici,era stupendo non riusciva a crederci.
La porta sbatté violentemente.
"Emma vieni subito giù,io e tuo padre dobbiamo farti un bel discorsetto" urlò furiosa sua madre.
Mentre scendeva lentamente le scale e sentiva i genitori borbottare, capì che il giorno dopo non sarebbe potuta andare a scuola tanto meno sarebbe potuta uscire con il bellissimo ragazzo dai capelli corvini e gli occhi bui e misteriosi come la notte.

SPAZIO AUTRICE

Ecco un nuovo aggiornamento!
Scusate il ritardo ma con la scuola mi è difficile aggiornare.
Cercherò di postare un nuovo capitolo per giovedì.
Scrivete cosa ne pensate nei commenti e se vi è piaciuto votate.
Grazie mille a tutti e buona lettura.
-Fab

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