CAPITOLO QUATTORDICESIMO

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Emma fece scontare il pugno chiuso contro la superficie di legno della porta.
Non ricevendo nessuna risposta, la aprì leggermente e mise la testa bionda all'interno della stanza.

"Chris?"domandò non vedendo nessuno.
Entrò richiudendosi la porta alle spalle.
Avanzò nella camera ma niente, era deserta.
Un rumore improvviso proveniente dalla cabina armadio la fece sobbalzare e rilasciare un piccolo grido di spavento.

"Emma che ci fai qui?"chiese Christopher emergendo dalla cabina armadio con solo un asciugamano legato in vita.
Emma sentì le guance andare in fiamme.

"Oh ehm scusa, io ti stavo cercando"
"Dimmi pure"
"Volevo sapere se mi potevi riaccompagnare a casa mia"

Chris rimase un po' deluso, non voleva che se ne andasse ma rispose comunque di si.
Prima di uscire dalla stanza la ragazza si girò a guardarlo e disse:"Ho ancora una domanda.Posso rimanere qualche giorno qui?"
Christopher le si avvicinò e i due si ritrovarono faccia a faccia o meglio la faccia di lei di fronte al petto muscoloso e definito di lui.

"Certo,puoi rimanere quanto vuoi"
"Grazie mille,davvero"
"Di niente"
"Mi hai salvato la vita"disse Emma abbracciandolo senza pensarci.
Chris inizialmente non ricambiò preso alla sprovvista ma poi la strinse forte al petto e inspirò il dolce profumo di cocco che emanavano i capelli color miele.

***
"Sono un po' agitata" disse Emma muovendosi freneticamente sul sedile dell'auto accostata davanti casa sua.
"Tranquilla i tuoi sono a lavoro e se li dovessi vedere, ti mando un messaggio va bene?"
"Okay grazie, Chris" sorrise sinceramente.

Emma scese dal veicolo e rabbrividì non appena il vento freddo le accarezzò le gote.
Il piccolo naso su cui vi erano centinaia di lentiggini era congelato e lo nascose nella sciarpa che Christopher le aveva gentilmente imprestato.

Entrò in casa e sentì più freddo li dentro che fuori.
Quella casa era così bella ma così priva di emozioni, la odiava profondamente.
Alla parete che accostava la scala, vi erano numerose foto di famiglia con il nonno  materno di Emma.
Quelli paterni non li aveva mai conosciuti, mentre di quelli materni aveva conosciuto solo il nonno.
Era molto affezionata a suo nonno Tom.
Era un nobile di cuore, con un sorriso pronto per ogni evenienza e un caloroso  abbraccio per tutti.
Non capiva proprio da chi avesse preso la madre perché sapeva che la nonna Elizabeth era anch'essa una donna di buon cuore.

Quando Tom era morto, due anni prima, Emma si era sentita un po' persa perché passava tutti i pomeriggi in compagnia del nonno e vederlo li, in una bara vestito di tutto punto e privi di vita l'aveva ferita.
Passava giorni a piangere in camera per la sua mancanza e ogni tanto gli veniva in mente quel viso paffuto e bello.
Risentiva il buon profumo che aveva, un profumo inspiegabile che lei definiva semplicemente come il profumo dei nonni.

Aveva imparato che i nonni sono le persone che ti amano di più al mondo perché sanno che presto se me andranno e non ti potranno vedere crescere completamente.
Potrà sembrare banale ma spesso stare senza un nonno e come se morissi un po' perché non potrai mai più rivedere il suo amato volto, non potrai più sentire la sua soave voce e il calore dei suoi baci.

Ma Emma era convinta che lui fosse sempre li a guardarla e delle volte si sentiva accarezzare quasi come se lui fosse li e le volesse dire 'Non piangere per me perché io sono sempre al tuo fianco, non ti lascerò mai perché ti amo come solo un nonno può amare'.

La bionda entrò nella sua camera da letto e velocemente mise della biancheria,qualche maglia e pantalone,il pigiama,lo spazzolino e giusto qualche effetto personale.
Guardò il letto provando ribrezzo.
Andò velocemente verso il letto matrimoniale e tolse tutte le coperte da sopra.
Le mise nella cesta dei panni da lavare e in quel momento sentì il telefono vibrare.
Lo estrasse e lesse un messaggio da parte di Christopher.

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